Solidarietà

Nelle parrocchie della diocesi di Savona-Noli scatta la colletta pro terremotati

“L’obiettivo ultimo è accompagnare i tempi lunghi della ricostruzione"

terremoto amatrice

Savona. Domenica 18 settembre in tutte le parrocchie della diocesi di Savona-Noli si terrà una colletta a favore delle popolazioni colpite dal terremoto del centro Italia. La raccolta fondi è organizzata a livello nazionale dalla Cei volutamente in concomitanza col 26° Congresso eucaristico nazionale di Genova: questo perché sia segno tangibile della carità che l’intera Chiesa italiana, chiamata a raccolta nella preghiera e nella riflessione, dovrà saper esprimere.

Il vescovo Vittorio Lupi, che anche in qualità di incaricato della conferenza episcopale ligure per la carità e salute, aveva espresso fin da subito, vicinanza con l’affetto e la preghiera alle popolazioni colpite, ora invita a partecipare con generosità a questa raccolta fondi. Oltre a donare durante le messe di domenica 18 si può offrire il proprio contributo con altre due modalità: direttamente alla Caritas Diocesana, negli uffici di via Mistrangelo a Savona dalle 9 alle 11.30 dal lunedì al venerdì, oppure con un bonifico bancario intestato a Diocesi di Savona-Noli / Caritas Diocesana IBAN: IT67 E063 1010 6030 0000 0891 480 con la causale “Terremoto Centro Italia”.

Si ricorda inoltre che nelle ore immediatamente successive alla tragedia, per far fronte alle prime urgenze e ai bisogni essenziali, la presidenza della Cei aveva disposto l’immediato stanziamento di un milione di euro, tratti dai fondi otto per mille. Caritas Italiana, dal canto suo, in attesa di concordare interventi più organici anche a medio e lungo termine, ha reso immediatamente disponibili 100 mila euro per ciascuna delle due diocesi più colpite, diverse Caritas diocesane hanno inoltre già stanziato cifre significative. E anche dall’estero, oltre a messaggi di solidarietà, diverse Caritas nazionali hanno inviato aiuti finanziari tangibili a sostegno degli interventi in atto.

“L’obiettivo ultimo – spiegano dalla curia – è accompagnare i tempi lunghi della ricostruzione materiale, della ritessitura delle comunità, del riassorbimento dei più evidenti traumi sociali e psicologici, del rilancio delle economie locali. Così è sempre stato in occasione dei terremoti, e di tante catastrofi naturali, negli ultimi decenni. Così sarà anche questa volta”.

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