Savona. “Un luogo di perversione sessuale, di una bruttezza sordida”. Così il noto critico Vittorio Sgarbi, attraverso un post sulla sua pagina Facebook, definisce il Palazzo di Giustizia di Firenze. Davanti a questa “stroncatura” sull’edificio viene da chiedersi se il giudizio sarebbe lo stesso anche per il tribunale di Savona.
Qualcuno, a questo punto, potrebbe chiedersi quale sia il nesso tra la cittadella giudiziaria savonese e quella fiorentina. La risposta è semplice: i due palazzi sono quasi gemelli perché sono stati progettati dallo stesso architetto, Leonardo Ricci, scomparso nel 1994, che è stato anche docente di composizione architettonica e premiato con la medaglia d’Oro alla Triennale di Milano del 1957.
Le due strutture, seppur non identiche, presentano molte analogie nelle forme e nelle rifiniture esterne (in particolare le vetrate e le linee della facciata sono molto simili). Ecco perché leggendo il commento di Vittorio Sgarbi (“Il nuovo Palazzo di Giustizia di Firenze è un luogo di perversione sessuale, di una bruttezza sordida. È costato 300 milioni di euro”) viene da chiedersi se non direbbe lo stesso del tribunale di Savona.
Tra l’altro, il palazzo di Giustizia fiorentino è di realizzazione molto più recente (è stato ultimato nel 2012) rispetto a quello savonese e, di conseguenza, è auspicabile che non abbia ereditato dal “fratello maggiore” gli ormai ben noti problemi strutturali. Se il noto critico d’arte entrasse nel tribunale di Savona in un giorno di pioggia chissà che cosa direbbe delle “cascate” d’acqua e dei laghetti che si formano davanti alle aule d’udienza. Difficile pensare che dispenserebbe complimenti ed elogi.