Discussione

Distribuzione e costo dei farmaci, bagarre in consiglio regionale

consiglio regionale

Regione. La distribuzione dei farmaci antitumorali, la distribuzione diretta dei farmaci ad alto costo e i costi di distribuzione diretta dei farmaci Pht da parte delle strutture pubbliche. Sono questi alcuni dei temi discussi dal consiglio regionale riunitosi questo pomeriggio.

Nel dibattito sulla delibera numero 673 del 22 luglio 2016 “Accordo tra la Regione Liguria e le farmacie pubbliche e private convenzionate”, che rivede in parte la distribuzione dei farmaci antitumorali, sono intervenuti numerosi consiglieri.

Giovanni Barbagallo (Pd) ha ricordato il quadro normativo regionale e nazionale che, a suo dire, in questo settore affida alle Asl la “mission” di effettuare la distribuzione diretta (cioè attraverso le farmacie ospedaliere, ndr), consentendo anche la gestione mista, diretta ed indiretta (attraverso le farmacie private e convenzionate). Barbagallo ha criticato la tipologia di controllo ipotizzato dalla giunta nella delibera adottata nel luglio scorso, ricordando che il controllo è sempre stato in capo alla Regione, visto che, in qualche modo, si contrappongono due interessi: quello pubblico e quello privato, cioè di chi commercializza i farmaci.

Barbagallo ha evidenziato i buoni risultati ottenuti con la gestione diretta adottata dalla Asl1, riconosciuti anche a livello europeo e ha, pertanto, proposto alla giunta di “accantonare questa delibera e di proseguire con quanto applicato dalla asl imperiese e di assicurarsi che l’attività di monitoraggio sui costi sia nelle mani pubbliche. Si può fare un tavolo, ma l’ultima parola deve essere della Regione”.

Sergio Rossetti (Pd) ha ricordato che in fase di parifica di bilancio la Corte dei Conti ha invitato la Liguria ad ampliare la gestione diretta dei farmaci che procura notevoli risparmi, seguendo quanto fatto dalle Regioni più virtuose. “Ma – ha evidenziato – due giorni dopo la giunta ha approvato una delibera che andrebbe nella direzione opposta”. Secondo il consigliere questa decisione può provocare “un danno erariale” e ha dichiarato che nei primi sei mesi dell’anno ci sarebbe in sanità un disavanzo di 139 milioni di euro. Rossetti ha chiesto alla giunta di rispettare la legge che, per il settore in discussione, chiede di non aumentare i costi e ha paventato il rischio, a fine anno, di dover ricorrere ad un aumento dell’Irpef.

Andrea Melis

Andrea Melis (M5S) ha ricordato l’interrogazione presentata a dal gruppo nel luglio scorso in cui si chiedeva alla giunta di seguire le modalità di distribuzione diretta, adottata dalla Asl1, perché avrebbe permesso dei risparmi alla spesa pubblica senza creare disagi ai pazienti. Melis ha invocato una omogeneità di distribuzione su tutta la Regione adottando il sistema di distribuzione diretta dei farmaci e ha chiesto di affidare il monitoraggio sulla spesa ad un soggetto pubblico.

“Chiediamo un approccio politico differente nel rispetto della legge nazionale” ha aggiunto sottolineando che in Parlamento il Pd aveva bocciato un emendamento presentato dal Movimento 5Stelle che chiedeva l’adozione della distribuzione diretta dei farmaci salvavita su tutto il territorio nazionale.

Gianni Pastorino (Rete a Sinistra) ha invitato la giunta a ritirare la delibera che adotta il sistema della distribuzione attraverso le farmacie private e convenzionate e ad avviare una riflessione anche nella competente commissione consigliare. Pastorino ha definito la distribuzione diretta dei farmaci “una felice esperienza” sia per i minori costi per il sistema pubblico sia per il paziente.

“Ritengo sbagliato sopprimere questo modello virtuoso che semmai dovrebbe essere esportato nelle altre Asl liguri”. Il consigliere ha messo in guardia sul rischio di pressioni che “le lobby delle case farmaceutiche in passato hanno esercitato sul potere politico ” e ha auspicato l’intervento nel dibattito dei consiglieri di maggioranza.

Alice Salvatore (M5S) ha rilevato che, con questa delibera, la giunta rischia di incorrere nel danno erariale da parte della Corte dei Conti ma anche rivolto critiche al Pd: “Perché il Pd quando era nella precedente giunta non ha esteso questo sistema virtuoso alle altre asl? Chiediamo ora – ha aggiunto – alla giunta Toti cosa intende fare”.

farmaci, medicine, pastiglie

Francesco Battistini (M5S),dopo avere ricordato le dichiarazioni di Federfarma, favorevoli alla distribuzione tramite le farmacie private delle medicine salvavita, ha domandato: “Perché la giunta vuole avvallare le affermazioni di Federfarma? Forse perché ritiene che le asl non garantiscono la stessa professionalità delle farmacie private?”

Secondo Battistini, inoltre la distribuzione di questi farmaci ad alto costo tramite le farmacie private determina un passaggio in più rispetto alla distribuzione diretta, che causerà costi aggiuntivi, e ha rilevato che l’alto numero di over 65, quindi persone che più spesso hanno necessità di cure farmaceutiche salvavita, determinerà un incremento della spesa.

Giovanni Lunardon (Pd) ha chiesto alla giunta quali sono le ragioni che la inducono ad “abbandonare e smantellare” un sistema che ha dato buoni frutti. Il consigliere ha puntualizzato che la gestione tramite le farmacie private farà lievitare il costo di distribuzione per ciascuna confezione. Rivolto alla giunta, ha dichiarato: “Voi abdicate dal ruolo di monitoraggio pubblico” e ha accusato l’amministrazione regionale non mettere in atto alcuna strategia per contenere il deficit in campo sanitario.

Matteo Rosso (Fdi), che è presidente della commissione sanità, ha puntualizzato che la distribuzione diretta, presso le strutture pubbliche, può comportare grossi disagi per gli assistiti, in particolare per gli anziani che hanno difficoltà a spostarsi e ha citato l’esempio di anziani che vivono nell’entroterra genovese e dovrebbero, comunque, raggiungere le strutture cittadine. Rosso ha evidenziato il fatto che le farmacie, invece, sono presenti in maniera capillare sul territorio ed il farmacista ha spesso un rapporto diretto con l’assistito, al quale è in grado di spiegare gli eventuali effetti collaterali di un farmaco: “La distribuzione diretta – ha puntualizzato – provoca talvolta l’abbandono della terapia”.

Rosso ha, infine, citato alcuni studi secondo i quali la gestione indiretta, cioè presso le farmacie private e convenzionate, ridurrebbe i costi relativi al personale, i locali e le attrezzature ma ha, comunque, ribadito che la Regione proseguirà sui due “binari”.

Raffaella Paita Consiglio regionale

Raffaella Paita (Pd) ha ribattuto, in particolare al consigliere Salvatore, spiegando che la precedente amministrazione di centro sinistra avrebbe rimediato “alle scelte sbagliate della precedente giunta di centrodestra, che aveva lasciato 350 milioni di debito” e di ha operato risparmi attraverso la razionalizzazione dei poli ospedalieri, la riduzione degli acquisti e sulla spesa farmaceutica.

Paita ha precisato che la precedente amministrazione ha lasciato la facoltà alle Asl di adottare il sistema di distribuzione che ritenevano più opportuno e che il servizio è stato organizzato in forme differenti. In polemica con l’assessore ha aggiunto: “Finora questa giunta ha parlato solo di nomi e contenitori, ma non ha ancora presentato una programmazione sanitaria e spiegato come intende combattere le fughe di pazienti fuori dalla regione”.

Angelo Vaccarezza (FI) ha ribattuto: “Ritengo che l’assessore Viale abbia fatto un’ ottima operazione” sottolineando che con la delibera della giunta viene diffuso il servizio in maniera capillare e, quindi, più vicino al cittadino specificando che i pazienti che assumono queste medicine spesso hanno difficoltà a spostarsi. Vaccarezza si è detto, infine, convinto del fatto che questa operazione, genererà risparmi.

Stefania Pucciarelli (Lega Nord) ha rilevato i limiti della distribuzione diretta, cioè i disagi per i pazienti che sono costretti a usufruire solo della distribuzione esclusivamente attraverso le farmacie ospedaliere.

Sonia Viale Consiglio regionale

L’assessore alla sanità Sonia Viale ha smentito che la delibera della giunta intenda sopprimere il servizio di distribuzione diretta specificando che, tra l’altro, nel rispetto delle normative nazionali, per alcuni farmaci antitumorali la distribuzione resta in capo alle farmacie ospedaliere. Il provvedimento, al contrario – ha detto – permette di omogeneizzare il servizio dando la possibilità anche ai pazienti della Asl 1, dove ora vige solo la distribuzione diretta, di rivolgersi alle farmacie sul territorio: “Noi diamo una disponibilità affinché in tutta la Liguria si possa avere anche una distribuzione attraverso le farmacie” che rappresentano – ha spiegato – un’opportunità per cittadini sul territorio.

“Tutti i liguri sono uguali e vanno trattati alla stessa maniera – ha aggiunto – quindi la distribuzione in nome e per conto (dal parte delle farmacie private. ndr), che presenta luci e ombre, deve comunque essere garantita come opportunità”. Viale ha puntualizzato che in Liguria la spesa per la distribuzione delle medicine attraverso le farmacie rappresenta solo il 10,5 del totale della spesa farmaceutica, rispetto a quella legata alla distribuzione diretta attraverso le farmacie ospedaliere “collocando la nostra Regione fra le più virtuose in tema di spesa farmaceutica”.

L’assessore, dopo avere specificato che i prezzi per l’acquisto di questi farmaci salvavita da parte della Regione sono calmierati e prescindono dal metodo adottato per la distribuzione, ha aggiunto : “I cittadini non spenderanno, quindi – ha dichiarato – un euro in più”. L’assessore ha concluso rilevando, semmai, che desta preoccupazione la spesa farmaceutica ospedaliera nel suo complesso annunciando che su questo aspetto la giunta è decisa a intervenire.

Al termine del lungo dibattito sono stati messi in votazione due ordini del giorno presentati dai gruppi di minoranza.

Con 15 voti a favore (gruppi di minoranza), 16 contrari (gruppi di maggioranza) è stato respinto l’ordine del giorno presentato da Andrea Melis (Mov5Stelle) e sottoscritto dagli altri consiglieri del gruppo, che impegna la giunta a inserire nell’accordo quadro, che dovrà essere sottoscritto entro il 31 dicembre 2016, due modalità di dispensazione dei farmaci ad alto costo: la distribuzione mediante l’intermediazione delle farmacie pubbliche e private convenzionate e la distribuzione diretta ad opera delle farmacie ospedaliere.

Nel documento si chiede, inoltre, che il monitoraggio sui possibili risparmi per la parte pubblica, non venga affidato ad un soggetto privato quale è “Federfarma”, il quale si troverebbe ad esercitare una funzione di controllo sulla spesa pubblica, ma ad un soggetto pubblico. Infine, facendo riferimento alle risultanze della Corte dei Conti, nell’ordine del giorno si chiede alla giunta di invertire la tendenza odierna che vede, quale modalità preferenziale di distribuzione dei farmaci ad alto costo, l’intermediazione delle farmacie convenzionate perché sarebbe “a discapito di un ingente risparmio a cui perverrebbe l’erario qualora fosse preferita la distribuzione diretta ad opera delle farmacie ospedaliere”.

Con 15 voti a favore (gruppi di minoranza), 16 contrari (gruppi di maggioranza) è stato respinto un ordine del giorno presentato dal Pd (prima firmataria Raffaelle Paita) e da Rete a Sinistra con il quale si impegna la giunta a revocare la delibera numero 673 del 22 luglio 2016 “Accordo tra la Regione Liguria e le farmacie pubbliche e private convenzionate”, dal momento che non si ritiene accettabile il venir meno del ruolo delle strutture pubbliche nel controllo dei costi della spesa farmaceutica”.

Si impegna inoltre la giunta a predisporre un nuovo schema di accordo in cui prevedere la coesistenza delle due modalità di distribuzione dei farmaci Pht (diretta e per conto) a condizione che il rimborso per gli oneri di distribuzione riconosciuti alle farmacie non superi i costi previsti per la distribuzione diretta; a proseguire nella distribuzione diretta e domiciliare dei farmaci del Pht in atto presso la Asl 1 imperiese; ad assicurare che l’attività di monitoraggio per il controllo dei fattori di costo venga svolto dalle strutture pubbliche e a promuovere azioni mirate ad ulteriori sperimentazioni della distribuzione diretta dei farmaci e della consegna a domicilio per i pazienti con difficoltà di deambulazione residenti in zone particolarmente disagiate da parte delle strutture di altre Asl oltre alla Asl 1.

consiglio regionale

Al termine della votazione, i consiglieri del gruppo Pd hanno commentato: “Il centrodestra ha bocciato gli ordini del giorno della minoranza sulla distribuzione dei farmaci mettendo fine a un’eccellenza nazionale come la cessione diretta e domiciliare di Imperia e obbligando tutte le Asl alla cessione di nome e per conto. Una decisione che, a nostro parere, rischia di creare un danno erariale enorme alle casse della Regione e in merito alla quale né l’assessore Viale né i consiglieri di centrodestra che sono intervenuti in aula hanno fornito spiegazioni efficaci”.

“Questa scelta non tiene conto dei dati reali, dei costi e delle richieste fatte recentemente dalla Corte dei Conti. Per noi non è un problema se sono le farmacie a distribuire questi farmaci, ma devono farlo a parità di costo con le Asl e sotto il controllo pubblico. L’assessore Viale non è stata in grado di fornire alcun dato per smentire la nostra tesi”.

Il Movimento 5 Stelle ha osservato: “Indifferente alla logica e al buon senso, la maggioranza di centrodestra tira dritta per la sua strada e boccia in aula l’ordine del giorno a prima firma Andrea Melis con cui chiedevamo di riattivare immediatamente la distribuzione dei farmaci Pht, testata con successo alla Asl 1 di Imperia, ed estendere la sperimentazione all’intero territorio ligure”.

“La distribuzione diretta dei farmaci in Liguria garantirebbe un risparmio stimato di 6,5 milioni di euro all’anno – spiega Melis – ma il governo l’ha bocciata a Roma, mentre la Regione l’ha soppressa. Oggi la giunta aveva l’occasione per tornare sui propri passi e non l’ha colta. Con la loro decisione, Toti e Viale rischiano di condurre l’ente Regione verso un danno erariale. Non lo diciamo noi, ma la Corte dei Conti e le direttive nazionali Aifa”.

“Siamo di fronte all’ennesimo, inaccettabile, regalo alle lobby farmaceutiche, sulla pelle e sulle tasche dei cittadini, ultimo tassello della privatizzazione selvaggia della sanità pubblica ligure – prosegue il consigliere M5S – Non paga, ha anche affidato a Federfarma uno studio per ridurre le spese sanitarie. Siamo in pieno conflitto di interessi. Al danno si aggiunge la beffa”.

farmacia ceriale

“La distribuzione diretta dei farmaci, anche a domicilio – aggiunge Melis – si traduce in costi ridotti per i cittadini e nessun aggravio di spesa per il Sistema Sanitario Regionale. Nella sola Imperia il pluripremiato progetto pilota ha permesso di risparmiare 1 milione di euro all’anno. Trasferito su scala regionale, potremmo avere un effetto moltiplicatore fino a 6,5 milioni di euro stimati”.

“I cittadini devono essere consapevoli del fatto che la distribuzione “per conto”, cioè nelle farmacie private determina un aumento del prezzo dei farmaci che può variare anche sensibilmente non solo da Regione a Regione, ma persino da Asl ad Asl. La distribuzione per conto prevede l’aggiunta dell’Iva del 22 per cento, destinata a farmacisti privati e grossisti. Un esborso che va a pesare sulle casse pubbliche e che per i cittadini si traducono indirettamente in disservizi o aumento di altre imposte”.

“Il tutto – conclude Melis – con la gentile collaborazione del Partito Democratico, che in Liguria si erge a paladino dei cittadini, mentre in Parlamento lo stesso partito ha bocciato sistematicamente in commissione tutti gli emendamenti del M5S per estendere il progetto di Imperia in tutto il paese, votando anche contro il nostro Ordine del giorno in cui chiedevamo che la distribuzione dei farmaci non portasse aggravi di spesa per il Servizio Sanitario Nazionale. Insomma, siamo alla burla, alla mera propaganda elettoralistica. Ma i cittadini non sono sciocchi e ormai lo hanno capito”.

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