Referendum costituzionale

Dego, successo per l’incontro del comitato civico “Cairo per no che serve”

La serata aveva l'obiettivo di illustrare ai cittadini le ragioni del no al referendum costituzionale che si terrà quest’autunno

Dego Incontro No referendum costituzionale

Dego. Si è concluso positivamente l’incontro tenutosi ieri sera presso il teatrino dell’asilo parrocchiale di Dego e organizzato dal comitato civico “Cairo per il no che serve” per illustrare ai cittadini valbormidesi le ragioni del no al referendum costituzionale che si terrà quest’autunno.

L’incontro di ieri sera fa seguito a quello tenutosi qualche giorno fa ad Altare e anticipa quelli che si terranno a breve a Sassello, Cengio e Calizzano. L’obiettivo a vocazione “bipartisan” dei promotori dell’iniziativa valbormidese è quello di “portare le ragioni del no al referendum costituzionale in tutti i comuni Valbormidesi in un percorso di partecipazione e condivisione aperto in primis a tutti i cittadini interessati”.

Il portavoce del comitato promotore, Alberto Bonifacino, dichiara: “Dopo l’adesione all’iniziativa di Paolo Ardenti, coordinatore regionale dei comitati per il no del centrodestra, e quella dei fondatori della Federazione Valbormidese dei Comitati per il no, Christian De Vecchi e Francesco Garofano, trovo fondamentale che Maria Gabriella Branca, presidente della sezione savonese del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, abbia accolto con favore l’invito di Cairo per il no che serve a partecipare e intervenire ai nostri incontri”.

“Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale rappresenta il principale comitato per il no al referendum che fa riferimento all’area politica del Centrosinistra e annovera tra i suoi membri alcuni dei più importanti costituzionalisti viventi, come Gustavo Zagrebelsky e Stefano Rodotà. L’adesione del Cdc a questa iniziativa e, nello specifico, quella di Branca che ha accettato di essere tra i relatori delle serate, è l’elemento necessario per mettere in evidenza l’assoluta trasversalità delle ragioni del no alla riforma Renzi-Boschi, che devono unire, alla luce del nobile scopo comune, le sensibilità politiche più diverse.”

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