Borghetto Santo Spirito. Un eccesso di velocità di soli due chilometri verificatosi durante un’emergenza, quindi mentre i militi stavano soccorrendo un paziente. E’ un’ambulanza della croce bianca di Borghetto l’ultima “vittima” dell’autovelox posizionato lungo la provinciale che collega la cittadina rivierasca con la vicina Toirano e l’entroterra.
L’eccesso rilevato dall’apparecchio, come detto, è di soli 2 chilometri orari. Ciò non significa, però, che il mezzo stesse viaggiando a 52 chilometri orari, quanto piuttosto a 57 chilometri orari. I velox, infatti, sono tarati per concedere una “tolleranza” di 5 chilometri orari. Perciò, salvo guasti o malfunzionamenti dello strumento, l’ambulanza della pubblica assistenza borghettina stava viaggiando ad una velocità di 7 chilometri orari superiore al limite.
Un’infrazione che però appare accettabile se si considera il fatto che è arrivata mentre i militi a bordo del mezzo stavano portando a termine un servizio d’emergenza con lampeggianti accesi e sirene spiegate. Una condizione che fa assumere al verbale ricevuto quasi il carattere della beffa.
Anche per questo i vertici della croce bianca si sono subito attivati con il loro legale di fiducia, l’avvocato alassino Marcella Ferrari, per ottenere l’annullamento della sanzione. La giurisprudenza pare dalla parte dei militi: “Il comma 2 dell’articolo 177 del codice della strada – spiega l’avvocato Ferrari – riguarda la ‘Circolazione degli autoveicoli e dei motoveicoli adibiti a servizi di polizia o antincendio, di protezione civile e delle autoambulanze’ e al comma 2 afferma che
I conducenti dei veicoli, nell’espletamento di servizi urgenti di istituto, qualora usino congiuntamente il dispositivo acustico supplementare di allarme e quello di segnalazione visiva a luce lampeggiante blu, non sono tenuti a osservare gli obblighi, i divieti e le limitazioni relativi alla circolazione, le prescrizioni della segnaletica stradale e le norme di comportamento in genere, ad eccezione delle segnalazioni degli agenti del traffico e nel rispetto comunque delle regole di comune prudenza e diligenza.
“Insomma, se l’ambulanza stava viaggiando con lampeggianti e sirene accesi, la multa non ha luogo d’essere in quanto il conducente non era tenuto a rispettare parte degli obblighi previsti dal codice della strada fermo restando la prudenza che è sempre necessaria quando si sta al volante. Certamente il ‘rapportino’, cioè il documento che contiene i dati relativi ad ogni intervento effettuato dai militi, darà informazioni certe circa la sussistenza o meno di queste condizioni”.
Ma c’è altro: “L’articolo 4 della legge 689 del 1981 afferma che
Non risponde delle violazioni amministrative chi ha commesso il fatto nell’adempimento di un dovere o nell’esercizio di una facoltà legittima ovvero in stato di necessità o di legittima difesa.
“I militi stavano svolgendo il proprio dovere di soccorritori, quindi anche per questo motivo ritengo che la multa non sia valida. C’è poi un altro fatto. La normativa stabilisce che l’installazione di un autovelox senza la contestazione immediata è legittima solo lungo le strade a doppia corsia con spartitraffico. L’idea è quella che si usi l’apparecchio per evitare che le forze dell’ordine fermino i veicoli in infrazione lungo strade a scorrimento veloce creando così pericoli per la circolazione. Secondo una sentenza della Cassazione, le multe elevate in assenza di queste condizioni sono da ritenersi non valide”.

A maggio dello scorso anno, poi, il giudice del tribunale di Savona Stefano Poggio aveva annullato una multa da 150 euro e 2 punti in meno sulla patente) comminata ad una donna che ha superato il limite di velocità dei 50 chilometri orari lungo la provinciale tra Toirano e Borghetto. La motivazione era semplice: la strada attraversa una zona in cui sono presenti poche case, molti orti e alcuni capannoni industriali che non può essere assimilata ad un’area urbana e quindi il limite consueto non è valido. La multa comminata alla donna (difesa dall’avvocato Elio Paoleologo) dall’implacabile telelaser che tiene d’occhio gli automobilisti che viaggiano dall’entroterra verso la costa era stata quindi annullata.
Insomma, la croce bianca di Borghetto ha buone possibilità di ottenere l’annullamento della multa. Ma per arrivare a ciò è stato necessario rivolgersi ad un avvocato, produrre la documentazione necessaria e una memoria difensiva e fare ricorso. Una serie di attività che, oltre a comportare un certo esborso di denaro (risorsa quantomai preziosa per le associazioni di volontariato sempre più in difficoltà) e tempo che si sarebbe potuto impiegare diversamente. Tutte cose certamente evitabili se si modificasse a monte la procedura che porta all’emissione delle multe.
“Quando si rendono conto del fatto che le sanzioni sono state elevate senza che ve ne fossero le condizioni – spiega ancora l’avvocato Ferrari – la polizia municipale dovrebbe comunicare al prefetto gli elementi che rendono invalida la multa e quindi chiedere l’archiviazione prima ancora che venga emessa. E’ una questione di buonsenso che permetterebbe di evitare tutte le conseguenze successive di cui sopra”.