Rieti. “E’ stata la più grande paura della mia vita, mai provato un terrore così“. Lui è Nicolò Benedusi, pietrese di 28 anni, capitano della squadra di basket del Rieti in A2, e nella sua voce c’è ancora l’eco della paura dopo il terribile terremoto di magnitudo 6 che questa notte ha spazzato via i paesi di Amatrice e Accumoli, in provincia di Rieti, facendo almeno 38 morti tra i due paesi e Arquata del Tronto (Ascoli).
Nicolò, dopo aver iniziato la sua carriera cestistica nel savonese (tra Pietra Ligure, Loano e Vado Ligure negli “anni ruggenti” del Riviera Basket) da ormai tre stagioni gioca nell’NPC Rieti, di cui è diventato capitano. Vive in un appartamento del centro cittadino, al quarto piano, e questa notte è stato svegliato dalla forte scossa.

“Poco dopo le tre del mattino ho sentito tutto ‘ballare’ – racconta – ho avuto paura e sono subito uscito, insieme ad altri vicini di casa che si sono riversati in strada”. Momenti di panico e tensione in piena notte, intensificati dalle scosse di assestamento, che sono arrivate poco dopo: “Erano una dietro l’altra – ricorda Nicolò – continuavamo ad attendere la prossima, temendo potesse essere più forte della precedente“.
Fortunatamente per lui, alla fine Rieti (a 30 km dall’epicentro) ha pagato solo un piccolo dazio al terremoto, fatto di calcinacci caduti e poco altro. Un tributo ben diverso da quello sanguinoso dei paesi intorno all’epicentro. “A noi è andata bene e mi sento fortunato- conferma Nicolò – ma in noi c’è tanto dolore per quanto accaduto a chi vive a poca distanza: una vero disastro, una vera tragedia“.

E Benedusi già pensa ad un modo per soccorrere chi oggi ha perso tutto: “Mi attiverò per aiutare chi è stato colpito più duramente, penso ad un possibile coinvolgimento del mondo del basket e dello sport in generale per contribuire in qualche modo alla ricostruzione post-terremoto”.