Albenga. Sabato scorso la tragedia, ora il cordoglio e il dolore per la morte di Diego Turra, l’assistente capo del reparto mobile di Genova, originario di Albenga morto in servizio a Ventimiglia.
Il sindaco Giorgio Cangiano – a nome di tutta l’amministrazione comunale e della città – ha voluto esprimere profondo cordoglio per la scomparsa del poliziotto porgendo le più sentite condoglianze e vicinanza alla famiglia, agli amici, ai colleghi. La camera ardente, dopo il nullaosta della procura di Imperia, verrà allestita presso il distaccamento della polizia stradale di Albenga. E oggi arriverà anche il capo della polizia Franco Gabrielli a rendere omaggio alla famiglia dell’assistente capo e ai colleghi.
Turra, che lavorava in armeria, aveva deciso di tornare tra gli “operativi” per arrotondare lo stipendio. C’era l’affitto da pagare e far vivere la famiglia “Che non gli si faccia del male strumentalizzando la sua morte: Diego non lo merita” è l’appello dei colleghi. I sindacati di polizia guardano avanti: “Agire affinché questa morte non sia vana e l’amministrazione per cui lavoriamo si decida a tutelare davvero la salute dei suoi lavoratori”.
E Gianni Tonelli del Sindacato di polizia va ancora oltre: “Se l’esecutivo vuole portare avanti le politiche scellerate delle ‘porte aperte’ in fatto di immigrazione, deve al contempo stanziare i fondi necessari per la gestione dei migranti, dei profughi e dei clandestini, anche a costo di mettere in atto scelte impopolari al solo fine di proteggere i ‘suoi’ uomini. Perché non è la prima volta che accade un episodio di questa gravità: lo scorso anno sono stati oltre 6 mila gli agenti finiti in ospedale per ‘cause di servizio’, ma nessuno ne parla. Non chiediamo gloria, ma solo dignità, rispetto e tutela per il nostro lavoro”.