Pietra L. Si allarga l’indagine della Guardia di Finanza sul reparto di chirurgia plastica dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure che nello scorso febbraio era sfociata in un primo blitz in corsia delle Fiamme Gialle.
Dopo l’acquisizione di cartelle cliniche e documentazione di vario genere, i finanzieri hanno indagato otto medici del reparto chirurgia plastica maxillo-facciale (tra cui l’attuale primario Giuseppe Pizzonia, il suo predecessore Mauro Ferraro, il figlio di quest’ultimo Simone, il dottor Paolo Barello e l’ex membro dell’equipe, oggi all’estero, Manlio Ottonello), ma anche un centinaio di pazienti che, secondo l’ipotesi accusatoria, si sarebbero sottoposti ad interventi di chirurgia plastica per motivi estetici fingendo di avere un tumore per essere operati a spese del servizio sanitario nazionale.
Per i medici l’accusa è di truffa, falso e peculato. I pazienti invece devono rispondere di concorso in truffa ai danni dello Stato. Secondo la stima degli inquirenti il danno erariale sarebbe stimato intorno ai 600 mila euro.
Nelle scorse settimane la Guardia di finanza ha sequestrato diversi documenti all’ospedale Santa Corona, ma anche in ambulatori, in studi privati, abitazioni e auto dei medici indagati. Secondo il perito della Procura sarebbero almeno cento le cartelle cliniche “taroccate” in cui sono indicate patologie e diagnosi false, tali da rendere necessario l’intervento di chirurgia plastica.
Sulla grave vicenda stamattina è intervenuta anche l’assessore regionale alla sanità Sonia Viale che ha precisato: “C’è massimo supporto da parte nostra alle azioni della magistratura per andare a verificare ciò che non funziona e ciò che è malasanità, che è sicuramente da arginare, da escludere e da contrastare”.
“Da parte nostra e da parte della Asl c’è ovviamente il supporto a tutte le iniziative fatte dagli organi investigativi sulla vicenda. Una volta avuti i documenti idonei la Asl potrà istruire le pratiche per eventuali azioni disciplinari che possono però essere fatte solo sulla base di evidenze nel rispetto dei diritti delle persone coinvolte” conclude Viale.