Il monito

Variante Piattaforma Maersk, i Verdi: “Provocherà danni irreversibili ai fondali”

Castellazzi preoccupato: "Negli elaborati del progetto mancano gli studi relativi all'inevitabile impatto che il 'tutto interrato' comporterebbe"

piattaforma contenitori maersk vado dall'alto

Vado L. Il portavoce dei Verdi Savonesi Gabriello Castellazzi va all’attacco sulla variante al progetto della piattaforma Maersk che, secondo gli ambientalisti, sarebbe dannoso per l’ambiente.

“Secondo la legge è reato distruggere il paesaggio marino, non solo quello terrestre. Il Codice Penale prevede pesanti sanzioni per chi arreca danni ambientali con distruzione del paesaggio. Perché il paesaggio sottomarino dovrebbe avere meno valore di quello terrestre? Le ampie praterie di ‘Posidonia oceanica’, estese per circa 80 ettari sui fondali marini tra Vado e Bergeggi, sono di grande valore naturalistico ed economico. Questo formidabile manto verde è già stato attaccato nel recente passato (pesca con reti a strascico, discariche di materiali inquinanti,ecc.) e non sopporterebbe ulteriori azioni distruttrici” osserva Castellazzi.

“La Posidonia oceanica non è un’alga ed ha una struttura uguale alle piante terrestri (radici, fusto e foglie). La sua presenza è fondamentale per l’ecosistema marino: una vera ‘nursery’ necessaria al ripopolamento della fauna endemica. Produce una grande quantità di ossigeno e contrasta l’erosione delle spiagge. I fondali marini nelle vicinanze della piattaforma Maersk fanno parte di un Sito di Interesse Comunitario (SIC) tutelato dall’Unione Europea. Le praterie sottomarine svolgono la loro formidabile azione in un periodo critico nel quale tutti lamentano la sensibile riduzione della fauna ittica (la pesca in Liguria è un settore in crisi)” aggiunge il portavoce dei Verdi.

“Dal punto di vista ambientale, distruggere una prateria sottomarina equivale a distruggere un bosco del nostro entroterra. I fondali marini, tra Vado e Bergeggi, sono anche ricchi di bellissime specie variopinte di madrepore e coralli, particolarmente sensibili alle fonti di inquinamento. Per tutti questi motivi la variante al progetto della Piattaforma Maersk, che prevede la realizzazione di un ‘tutto interrato’ (5 milioni di metri cubi di materiale da escavazione) è stata giustamente criticata dal biologo Maurizio Würtz, perché negli elaborati del progetto mancano gli studi relativi all’inevitabile impatto che tale azione comporterebbe (dispersione di materiali inquinanti, alterazione delle correnti marine, riduzione delle spiagge, ecc.), con danni irreversibili per i fondali tra Vado e l’Area Marina Protetta di Bergeggi: un reato ambientale che prevede la denuncia obbligatoria” conclude Castellazzi.

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