Teatro

Un’altra prima nazionale al Festival di Borgio Verezzi: “Parenti serpenti”, con Lello Arena

La versione teatrale del celebre film di Monicelli andrà in scena dal 26 al 28 luglio

Parenti Serpenti lello arena

Borgio Verezzi. Lello Arena torna al Festival di Borgio Verezzi per presentare dal 26 al 28 luglio, in prima nazionale, “Parenti Serpenti” di Carmine Amoroso, titolo conosciuto al grande pubblico per il celebre film di Monicelli del 1992, spesso riproposto anche in televisione. Un “cult” che ora trova una sua versione teatrale, affidata alla direzione di Luciano Melchionna.

Accanto ad Arena salirà sul palco Giorgia Trasselli, la “tata” della popolare sit-com “Casa Vianello” e interprete di fiction di grande successo, come “Distretto di Polizia”, “Don Matteo” e “R.I.S. – Delitti imperfetti”. Del cast fanno parte anche gli attori Andrea de Goyzueta, Marco Mario De Notaris, Carla Ferraro, Autilia Ranieri, Annarita Vitolo e Fabrizio Vona.

Un Natale in famiglia, nel paesino d’origine, come ogni anno da tanti anni. Un Natale pieno di ricordi e di regali da scambiare in questo rito stanco, che resta l’unico appiglio possibile per tentare di ravviare i legami famigliari, come il fuoco del braciere che i genitori anziani usano, ancora oggi, per scaldare la casa. Un braciere pericoloso ma rassicurante, come tutte le abitudini e le tradizioni. Un Natale a casa dei genitori anziani, che aspettano tutto l’anno quel momento per rivedere i figli cresciuti, e andati a lavorare in altre città. Uno sbarco di figli e parenti affettuosi e premurosi che si riuniscono, ancora una volta, per cercare di spurgare, in un crescendo di situazioni esilaranti e stridenti, in cui tutti noi possiamo riconoscerci, le nevrosi e le stanche dinamiche di coppia di cui sono ormai intrisi.

“Immaginare Lello Arena – si legge nelle note di regia di Luciano Melchionna – con la sua carica comica e umana, nei panni del papà – interpretato da Panelli nel film di Monicelli – mi ha fatto immediatamente sorridere, tanto da ipotizzare il suo sguardo, come quello di un bambino, intento a descrivere ed esplorare le dinamiche ipocrite e meschine che lo circondano, in quei giorni di santissima festività: è un genitore davvero in demenza senile o è un uomo che non vuol vedere più la realtà e si diverte a trasformarla e a provocare tutti? Andando via di casa, diventando adulti, ogni figlio ha dovuto fare i conti con la realtà, ha dovuto accettare i fallimenti e ha imparato a difendere il proprio orticello mal coltivato, spesso per incuria o incapacità, ma in quelle pause di neve e palline colorate ognuno di loro si impegna a mostrarsi spensierato, affettuoso e risolto. All’improvviso però, i genitori, fino ad allora autonomi punti di riferimento, esprimono l’esigenza di essere accuditi come hanno fatto anni prima con loro: uno dei figli dovrà ospitarli e prendersi cura della loro vecchiaia… a chi toccherà?

All’improvviso, dunque, un terremoto segna una crepa nell’immobilità rassegnata di un andamento ormai sempre lo stesso e in via di spegnimento, una crepa dalla quale un gas mefitico si espanderà e inquinerà l’aria. Sarà la soluzione più spicciola e più crudele a prendere il sopravvento. Verità? Paradosso? Spesso, come si è soliti dire, la realtà supera la fantasia.
Ciò mi ha spronato ad affrontare questo testo che ha la peculiarità rara di fotografare uno spaccato di vita famigliare sempre assolutamente attuale, purtroppo. Si può far ridere nel raccontarlo e sorridere nell’assistere alle spumeggianti gag ma, allo stesso tempo, non ci si può riflettere sopra senza una profonda amarezza, magari scoprendo – per contrasto – la possibilità di una maggior coerenza nei rapporti e negli affetti, così da ricordarsi le meravigliose responsabilità che un cordone ombelicale come quello tra genitori e figli impone.

Viviamo in un’epoca in cui i valori, primo fra tutti il rispetto, stanno pian piano sparendo e l’egoismo sta prendendo decisamente il sopravvento sulla carità umana e sulla semplice, fondamentale, empatia. Prima o poi saremo tutti dei vecchi bambini bisognosi di cure, perché trasformarci in soprammobili polverosi, inutili e ingombranti? In quest’epoca in cui tutto e il contrario di tutto sono la stessa cosa ormai, con questa commedia passeremo dalle risate a crepapelle per il tratteggio grottesco, e a tratti surreale, dei personaggi al più turpe cambiamento di quegli esseri che – chi di noi non ne ha conosciuto almeno uno? – da umani si trasformeranno negli animali più pericolosi e subdoli: i serpenti”.

Durante la serata del 26 luglio, saranno presenti in sala come spettatori Maria Sole Rizzo e Alessandro Falletti, studenti dell’Istituto Professionale per i Servizi Commerciali di Finale Ligure, rispettivamente 2° e 3° classificato al Concorso nazionale per la realizzazione di un Poster dedicato a Govi, bandito dal Comune di Borgio Verezzi la scorsa primavera proprio in relazione alla dedica del Festival. La prima classificata, Aurora Carini, frequenta invece l’Istituto Tecnico Economico Tecnologico Leonardo da Vinci di Milazzo. I loro lavori, insieme ad altri 7 segnalati dalla Giuria, composta da Jurij Ferrini, Stefano Delfino, Valentina Biletta e Simone Alfarone, sono attualmente esposti in Via Roma, il carruggio che porta in Piazza S.Agostino.

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