Vado Ligure. Ruota tutto intorno al progetto di riqualificazione delle aree il futuro dei dipendenti della centrale termoelettrica Tirreno Power di Vado Ligure. Oggi pomeriggio i delegati sindacali del lavoratori si sono recati al ministero dello sviluppo economico per discutere della situazione riguardante il destino dell’ex sito produttivo insieme all’azienda (rappresentata dal Dg Fabrizio Allegra), all’assessore regionale Giovanni Berrino e al vice-ministro Teresa Bellanova.
I rappresentanti dei lavoratori non sono particolarmente soddisfatti di quanto è emerso dal vertice: “Speravamo di sentire qualcosa di rasserenante – spiega Maurizio Perozzi dei Cisl-Rsu – specie perché gli ammortizzatori sociali andranno in scadenza ad ottobre. Invece purtroppo non è stato così. L’azienda ha affermato di trovarsi in difficoltà e di stare attraversando un momento di ‘sovraccarico termoelettrico’ a seguito della venuta meno del carbone. Un tema che era già emerso in passato”.
I sindacati hanno chiesto al governo “di fare uno sforzo, per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, anche rispetto a quanto dice la legge (che prevede la mobilità alla scadenza delle agevolazioni). Dal canto suo il ministero ha detto che Tirreno Power deve portare avanti il progetto per la cessione delle aree ad un altro soggetto. Solo in questo modo sarà possibile prolungare la durata degli ammortizzatori sociali”.
In questo modo, tra l’altro, “i lavoratori in esubero (che in tutto sono 188, la maggior parte dei quali a Vado) verrebbero ricollocati nell’ambito degli interventi per la riqualificazione”.
Insomma, tutto gravita intorno al processo di cessione e riqualificazione delle aree: “Il governo vuole vederci chiaro in proposito e quindi ha chiesto all’azienda di presentare un piano dettagliato degli interventi”. Da questo punto di vista prosegue la consulenza tecnica della società Vertus, incaricata da Tirreno Power, che ora è entrata nella fase decisiva con la ricerca di possibili aziende, gruppi imprenditoriali e società interessate.
Nel corso dell’incontro il vice ministro Bellanova ha parlato delle coperture per i lavoratori necessarie per traghettare la fase di riconversione produttiva: si sta lavorando per confermare le misure di ammortizzatori sociali per il 2016, con un fondo di copertura fino al 2018, strumenti ordinari che si potrebbero mettere in campo per sostenere le maestranze di Tirreno Power.
L’appuntamento è per fine luglio: “Tra il 27 e il 29 luglio si terrà un nuovo tavolo al Mise. In quella sede l’azienda presenterà il proprio piano di cessione e riqualificazione delle aree. Alla luce di questo il ministero valuterà o meno la questione ammortizzatori sociali”.
Qualora questa strada fosse impraticabile, tornerebbe d’attualità il tema della “area di crisi complessa”. Qualora la nostra provincia (che con Tirreno Power, Piaggio e Bombardier sta vivendo una crisi industriale estremamente grave) venisse riconosciuta “area di crisi complessa”, per il savonese si aprirebbe la possibilità di avere investimenti pubblici e privati e facilitazioni rispetto alle condizioni del lavoro, la rivalutazione e la riconversione dei siti industriali e altro.
“Il tavolo ‘specifico’ di Tirreno Power e la trattativa per il riconoscimento di ‘area di crisi’ sono due binari paralleli che possono in entrambi i casi portare risultati rilevanti per la nostra situazione”, conclude Perozzi.
Prima del vertice i lavoratori si sono riuniti in presidio davanti alla sede del ministero.
“A fine luglio si riunirà nuovamente il tavolo al ministero dello Sviluppo economico e ogni soggetto coinvolto nella vertenza definirà quale sarà il proprio contributo. Per quanto riguarda la Regione Liguria abbiamo ribadito la piena disponibilità a fare la nostra parte, per quanto di nostra competenza, a sostegno dei lavoratori, quindi interventi sulle politiche attive del lavoro e formazione” commenta l’assessore regionale Gianni Berrino.
“Al governo spetterà l’eventuale decisione sul prolungamento degli ammortizzatori sociali che vede coinvolti circa 150 lavoratori del sito di Vado Ligure, ma la priorità è che l’azienda, in questo periodo che ci separa dal prossimo incontro, presenti un piano industriale preciso che comprenda modalità e termini sulla reindustrializzazione delle aree”.