Albenga. Si aggiunge l’accusa di minaccia aggravata a quella di tentato omicidio per Carmelo Gaglioti, l’ingauno di 49 anni arrestato pochi giorni fa dai carabinieri insieme al fratello Antonio di 41 anni per aver picchiato e”incaprettato” M.C., un 30enne di Albenga.
A differenza di Antonio, che si trovava in carcere, a Carmelo erano stato concessi i domiciliari a causa di problemi di salute: dopo l’arresto infatti aveva accusato un problema cardiaco per il quale si era reso necessario l’intervento chirurgico. Ieri pomeriggio però. presso l’ospedale San Martino di Genova, l’uomo è stato nuovamente arrestato dai carabinieri di Albenga su ordine di custodia cautelare emesso dal giudice Fiorenza Giorgi. L’uomo, infatti, avrebbe minacciato tutto lo staff medico, primario incluso, risultando in sostanza totalmente ingestibile.
Il reato di minaccia aggravata va dunque ad aggiungersi a quello di tentato omicidio. Secondo quanto accertato dai carabinieri all’origine del grave episodio di violenza ci sarebbe stato il furto di una saldatrice. Per questo i fratelli Gaglioti, gestori di alcuni terreni agricoli nella zona della chiesa di Salea, nella notte del 25 giugno hanno brutalmente aggredito M.C., bracciante che, da una settimana, lavorava in nero per loro.
Gli inquirenti hanno accertato che, sospettando fosse il responsabile del furto della saldatrice, Antonino e Carmelo Gaglioti hanno aspettato l’arrivo del “dipendente” nei terreni agricoli. A quel punto, senza nemmeno dargli il tempo di reagire, lo avrebbero subito immobilizzato con una corda per poi aggredirlo a calci e pugni. Ma la furia dei “datori di lavoro” non si sarebbe fermata lì: le violenze fisiche, secondo i miliari, sono continuate e degenerate tanto che i fratelli sono arrivati ad “incaprettare” la vittima, legandola per i polsi e il collo, per poi colpirla anche con un accetta e con una catena (“armi” che sono state effettivamente trovate dagli investigatori).
In particolare M.C. sarebbe stato colpito con l’accetta alla testa e con la catena sulla schiena: colpi che gli hanno provocato gravi ferite. Dopo la brutale aggressione, il ferito è riuscito a dare l’allarme chiamando i soccorsi e i carabinieri. Nel giro di poco gli investigatori del N.O.R. di Albenga, dopo il sopralluogo sulla scena del crimine (durante il quale è stato effettuato il repertamento degli oggetti contundenti utilizzati e di “cristallizzato” il teatro dell’evento), erano riusciti a bloccare i fratelli Gaglioti per arrestarli.
Dopo una serie di perquisizioni i militari avevano anche accertato il movente: la saldatrice rubata che, effettivamente, M.C. aveva nascosto consegnandola al gestore di un bar in viale Pontelungo.