Savona. Hanno realizzato circa 20 colpi in sei mesi e le loro “vittime” appartenevano tutte ad una stessa tipologia: negozi di alimentari e di vini, supermercati, profumerie, cioè tutti quegli esercizi che commerciano prodotti facilmente smerciabili.
I militari del nucleo investigativo provinciale dei carabinieri e i loro colleghi della stazione di Finale Ligure hanno portato a termine l’operazione “Mangia e Bevi” e hanno arrestato hanno smantellato una banda di malviventi che tra dicembre dello scorso anno e il giugno di quest’anno si è resa responsabile di due decine di colpi tra Albenga e Finale Ligure per un totale di 60 mila euro di bottino.
I militari hanno notato che i furti avvenivano tutti ai danni di un ben preciso tipo di attività commerciale e ciò ha alimentato il sospetto che dietro ci fosse una banda ben organizzata, che pianificava i colpi solo a seguito di attenti sopralluoghi.
La vera e propria attività di indagine portata avanti dagli uomini del nucleo investigativo provinciale coordinato dal comandante Alberto Azara e dai militari della stazione di Finale guidati da Salvatore Napoli è cominciata all’inizio dell’anno. Mentre erano al “lavoro” a Finale Ligure, i malviventi hanno fatto scattare l’allarme dell’attività commerciale che stavano svaligiando.

L’impianto ha subito messo in moto i militari della caserma finalese, che si sono precipitati sul posto cogliendo sul fatto i ladri, costringendoli a scappare a piedi. Nella fuga, i malviventi hanno lasciato sul posto la loro auto. Qui gli investigatori hanno individuato un’impronta digitale che è poi risultata essere coincidente con quella di un pregiudicato.
Forti di questo indizio, i carabinieri hanno avviato un’attività di monitoraggio: dopo numerosi pedinamenti, i militari hanno stabilito che il soggetto era lo stesso che effettuava i sopralluoghi nelle attività da colpire. E che questi aveva anche un complice.
Dopo alcuni mesi di indagine, quindi, i carabinieri sono riusciti ad arrestare in flagranza di reato Massimiliano Amodio, 43enne di Borgio Verezzi, e hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Carmelo Brusca, 59enne di Loano. Il primo è stato fermato tra il 10 e l’11 giugno dopo aver derubato l’ingrosso di acqua minerale e bevande “Casanova” di Finale Ligure (di proprietà dell’omonimo assessore finalese). Nel suo garage è stata trovata parte della refurtiva proveniente dai colpi.

Una ventina, come detto, i colpi messi a segno. I ladri hanno iniziato svaligiando il supermercato “Crai” il 15 dicembre, il “Market Alimentari” di Pietra il 28 dicembre, il ristorante “Il Sogno” di Finale il 12 gennaio, la macelleria “La Chianga” di Pietra Ligure e la “Supermacelleria” di Borghetto il 27 gennaio, il “Peugeot Bipper” di Ceriale l’8 febbraio, da “Sapori di mare” a Finale Ligure il 12 febbraio (e anche il 10 maggio), il punto vendita “Malandrone Vini” di Albenga il 23 febbraio (e il suo magazzino il 27 aprile), un frutta e verdura a Finale il 22 aprile, il Conad di Loano il 27 aprile, l’Ipersoap di Loano il 18 maggio, il deposito alimentari di Albenga il 19 maggio, il ristorante “Peperoncino Rosso” di Cisano il 2 giugno e il deposito di Casanova Acque a Finale il 24 maggio. Inoltre, hanno rubato una Fiat Punto il 3 ottobre.

Individuati i malviventi, ora occorre capire che fine ha fatto la refurtiva: “Dopo aver trovato gli autori dei furti bisognerà capire chi ricettava – fa notare il maggiore Alessandro Ciuffolini, comandante del reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri – E soprattutto bisognerà capire, trattandosi di generi alimentari, quale sia stato il loro percorso e dove siano finiti, se questi siano stati messi in commercio con ovvi problemi dal punto di vista della salute”.
L’indagine dei carabinieri è partita dalla denuncia delle vittime. Ancora una volta, dunque, i militari sottolineano l’importanza della collaborazione da parte dei cittadini: “La singola denuncia o il singolo reato da solo significa poco – ricorda ancora Ciuffolini – Ma una serie di reati denunciati dai cittadini ai carabinieri hanno consentito in questo caso di trovare la strada giusta e individuare gli autori dei furti”.