Evasione e bancarotta

Yacht di 22 metri sequestrato dalla Finanza

Noto imprenditore nei guai a seguito di una indagine su accertamenti patrimoniali

finanza navale

Varazze. La sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Savona hanno effettuato il sequestro di uno Yacht battente bandiera inglese del valore stimato in circa un milione di euro, nei confronti di un noto imprenditore romano di 56 anni, con “alle spalle” condanne per evasione fiscale e bancarotta fraudolenta, plurime segnalazioni all’Autorità Giudiziaria per reati tributari e coinvolto, recentemente, in ulteriori vicende societarie sfociate in un fallimento.

Il provvedimento, disposto dal Tribunale Civile e Penale di Roma – Sezione Specializzata per le Misure di Prevenzione, giunge al termine di complessi accertamenti di polizia economico-finanziaria eseguiti dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Roma, su input del Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata, nell’ambito di un’iniziativa progettuale volta a verificare la consistenza del patrimonio nella disponibilità di soggetti riconosciuti responsabili di reati a contenuto economico-finanziario (dai reati tributari a quelli fallimentari, dal riciclaggio/reimpiego a reati in materia bancaria).

In tale contesto, gli accertamenti eseguiti sul conto dell’imprenditore capitolino consentivano di delinearne compiutamente il profilo criminale: nel dettaglio, lo stesso si è reso responsabile, nel corso dell’ultimo ventennio, di reiterate violazioni di carattere penale tributario ed è stato coinvolto in vicende fallimentari oggetto di contestazione in sede giudiziaria.

La verifica della sussistenza della pericolosità sociale del soggetto è stata accompagnata dallo sviluppo di accertamenti patrimoniali, anche sul conto di diverse persone fisiche e giuridiche al medesimo riconducibili: è emersa, così la disponibilità in capo al soggetto, attraverso la moglie ed i due figli, di un significativo patrimonio societario ed immobiliare del tutto incongruente rispetto ai redditi lecitamente dichiarati.

Gran parte del predetto patrimonio è risultato essere stato conferito in un fondo patrimoniale (c.d. “Trust”), costituito “…a protezione dei beni della famiglia per il passaggio generazionale dei beni stessi ai figli. Sulla scorta delle vicende penali che hanno visto protagonista l’imprenditore romano, è verosimile ritenere che il conferimento di beni al Trust abbia avuto, come unico scopo, quello di eludere possibili misure ablative.

La rilevata sproporzione – unita alla qualificata pericolosità sociale – ha, quindi, permesso di richiedere, ai sensi del “Codice Antimafia” (D.Lgs. n.159/2011), il sequestro finalizzato alla confisca dell’intero patrimonio al medesimo direttamente o indirettamente riconducibile. Sono stati, quindi, “messi i sigilli” all’imbarcazione denominata Jamami, di 22 metri. Il natante, formalmente intestato ad una società riconducibile all’imprenditore romano, è stato individuato presso gli ex cantieri “Baglietto” di Varazze.

L’odierna operazione costituisce un’ulteriore prova della costante ed efficace opera di aggressione, da parte della Guardia di Finanza, verso i patrimoni illecitamente accumulati da soggetti qualificati “socialmente pericolosi”.

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