Savona. Entravano in banca vestiti da finanzieri e con addosso una barba finta per non farsi riconoscere. Armati di pistola, intimavano al personale di farsi consegnare tutto il denaro contenuto nelle casse e poi fuggivano a bordo di auto quasi sempre rubate.
E’ questo il modus operandi con cui agiva la banda di rapinatori sgominata dai militari del nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Savona. I destinatari degli ordini di custodia cautelare emessi dal Pm del tribunale di Savona Chiara Venturi sono tutti pluripregiudicati per reati simili e residenti nella provincia di Torino.
Si tratta di Claudio Russo, torinese di 42 anni; Roberto Spagnoletti, torinese di 40 anni; Giuseppe Prochilo, 45enne di Rivoli; Raffaele Di Tavi, torinese di 44 anni. Devono rispondere delle accuse di rapina, ricettazione di auto rubata e detenzione di armi. Al momento dell’emissione dell’ordine di custodia cautelare, tre dei quattro malviventi erano già agli arresti per altre rapine: Russo e Prochilo si trovavano in carcere, Di Tavi era ai domiciliari. L’unico fermato mentre era ancora in libertà era Spagnoletti.
L’indagine, denominata “Mirafiori”, è iniziata l’estate scorsa, a seguito della rapina ai danni della filiale di Noli della Cassa di Risparmio di Savona avvenuta il 27 luglio. Quel furto aveva fruttato un bottino di 14 mila 926 euro.
Gli elementi di indagine raccolti l’anno passato hanno consentito ai militari di individuare i quattro autori della rapina dell’istituto di credito nolese e di stabilire anche che questi sono i responsabili di altri dieci colpi riusciti tra Liguria e Toscana tra il mese di luglio 2015 ed il mese di marzo 2016.
Le rapine sono state effettuate a Marina di Massa il 31 luglio, a Massa il 7 agosto, a Cecina il 28 settembre, a Lucca il 22 ottobre, a Chiavari il 23 novembre, ancora a Cecina il 28 dicembre). Complessivamente, la banda ha messo insieme un bottino di 145 mila euro.
I malviventi fuggivano a bordo di auto generalmente rubate, ma in alcuni casi si muovevano con auto “pulite”, prese a noleggio o prestate da amici, sulle quali venivano apposte targhe rubate. In occasione dei colpi, i veicoli adibiti alla fuga erano sempre preceduti da auto non rubate che facevano da staffetta.
Secondo quanto accertato dai carabinieri, i rapinatori utilizzavano telefoni “usa e getta” e ciò ha complicato non poco le indagini dei militari. Durante i colpi, i quattro restavano costantemente in contatto tra di loro grazie a “chiamate di gruppo” utili a coordinare al meglio i movimenti.
Le quattro pistole (tutte vere) utilizzate per le rapine sono state sequestrate.
Tre dei quattro membri della banda (Russo, Spagnoletti e Di Tavi) sono ritenuti essere i responsabili di altri due tentati colpi non andati a segno. Il primo era avvenuto il 16 novembre dello scorso anno ancora ai danni della Carisa di Noli. A mandare in fumo i piani dei malviventi era stata la buona memoria di un impiegato, che aveva riconosciuto uno dei rapinatori e quindi ne aveva bloccato l’ingresso all’interno dei locali della filiale. L’altra tentata rapina era avvenuta a Sarzana il 9 novembre scorso.
Russo, tra l’altro, era stato arrestato in flagranza di reato dai carabinieri di Savona insieme ad altri tre complici (che non sono gli stessi tre colpiti dall’ordine di custodia cautelare di oggi) presso l’autogrill di Sestri Levante dopo aver compiuto un’altra rapina in banca in provincia di La Spezia.