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“I Profughi qui non li vogliamo” firmato i cittadini di Legino fotogallery

Circa 400 persone questa sera hanno partecipato all'adunata di Legino per ribadire il no all'hub per lo smistamento dei profughi

Savona. Erano in tanti, circa 400, i residenti di Legino che questa sera si sono ritrovati nei giardini di via Magnano per l’assemblea pubblica convocata per protestare contro la trasformazione del campo di calcio di proprietà della Caritas Diocesana in un “hub” per lo smistamento dei richiedenti asilo politico.

Secondo quanto stabilito dalla Prefettura savonese, in accordo con la Caritas, nel campo saranno attrezzati dei moduli abitativi per consentire l’accoglienza e lo smistamento dei richiedenti asilo che arriveranno nel savonese: “Sarà una sistemazione temporanea, i profughi saranno ospitati massimo 48/72 ore prima di essere dirottati nelle loro destinazioni finali” aveva precisato il prefetto nei giorni scorsi.

Oltre ai numerosi cittadini, di tutte le età, era presente anche l’assessore comunale alla sicurezza Paolo Ripamonti che è salito sopra un tavolo dei giardini e si è rivolto ai tantissimi cittadini presenti in strada: “Oggi ogni Comune non è più sovrano nel suo Comune. Le prefetture prendono decisioni sopra le teste di tutti. Quando siamo andati ad ascoltare quello che avevano da dirci in Prefettura ci hanno spiegato che uno spazio per l’hub a Savona c’era ed era a Legino. Questa è la storia” è stata la prima precisazione dell’esponente della Giunta Caprioglio.

“Questa manifestazione secondo me è l’unica che potrà essere presa in considerazione da chi prende le decisioni: è una manifestazione spontanea fatta da gente che si è rotta le scatole” ha proseguito Ripamonti che ha garantito: “Il Comune farà tutto il possibile per portare avanti la vostra istanza e fare in modo che venga ascoltata. Domani abbiamo Giunta e affronteremo il problema”.

Nell’eventualità che il campo, come previsto, venga realizzato, l’assessore comunale alla sicurezza ha precisato: “Abbiamo chiesto tre garanzie su questo hub: quella relativa alla sicurezza, quelle sanitarie sanitarie e sui tempi”. Parole alle quale i leginesi hanno risposto tagliando corto: “Le garanzie non ci interessano, noi non lo vogliamo”. Qualcuno dei presenti ha anche urlato “Gli diamo fuoco” e l’assessore ha subito richiamato alla calma: “Ragioniamo, siamo tutti padri di famiglia”.

Ripamonti poi ha ribadito: “Quello che c’è stasera qui credo che sia la risposta più grande che si può avere: perché così tanta gente che spontaneamente si è ritrovata qui non può essere ignorata” e poi l’assessore ha lanciato un consiglio ai leginesi: “Ora bisogna trovare delle persone che si organizzino per rappresentare il quartiere in questa situazione”.

E i leginesi non hanno voluto perdere tempo: già in serata è iniziata la raccolta firme. Centinaia di persone hanno voluto mettere subito nome e cognome sui fogli contro l’apertura del centro di accoglienza per i profughi. E’ in via di definizione anche il “comitato di rappresentanza” che da domani coordinerà la protesta dei leginesi. I primi passi saranno quelli di chiedere un incontro con il sindaco Ilaria Caprioglio e di portare avanti la raccolta firme da consegnare al Prefetto di Savona e, probabilmente, anche alla Curia.

Presente all’assemblea anche il consigliere comunale Emiliano Martino eletto tra le fila di Fratelli d’Italia che ha dato pieno sostegno all’iniziativa dei cittadini leginesi: “Così la responsabilità si scarica sulla periferia. Il Governo non è in grado di gestire la situazione: prendono delle decisioni Renzi e Alfano e, tramite il Prefetto, le applicano sui cittadini. Il Comune è spettatore contrariato di un progetto che gli è passato ‘sulla testa’. Raccogliere il malcontento vuol dire provare a trovare una soluzione alternativa che arrechi il minor disturbo possibile, ma bisogna evitare il concetto sbagliato che Savona non è accogliente.. Savona lo è e va ribadito con forza”. Tra la gente si sono intravisti anche altri volti noti della politica savonese. Eric Festa del Movimento 5 Stelle, Carlo Frumento, ma anche numerosi candidati delle diverse liste in corsa nella passata campagna elettorale.

Tutta l’assemblea pubblica è stata sorvegliata da due pattuglie della polizia di Stato e da una della polizia municipale che, fortunatamente, non hanno avuto bisogno di intervenire, ma si sono limitate a vigilare sul regolare svolgimento della manifestazione.

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