Nel dimenticatoio?

Paure sulla privatizzazione dell’acqua, Camiciottoli (Anpci): “Rispettare il referendum”

matteo camiciottoli pontinvrea

Pontinvrea. “E’ di nuovo da Pontinvrea che si chiede a gran voce il rispetto di un referendum dimenticato, ma che ha valore legale a tutti gli effetti: il referendum del 2011 che si è espresso per l’acqua pubblica con oltre 26 milioni di si”. Così il sindaco di Pontinvrea Matteo Camiciottoli, presidente di Anpci, rilancia il tema dell’acqua pubblica nell’ambito della questione ATO e sulla privatizzazione del servizio idrico integrato.

“Il governo Monti e Letta hanno accantonato il referendum come se non ci fosse mai stato, disattendendo la volontà popolare e l’acqua sta scivolando nelle mani dei privati. Il decreto Madia proposto dal Governo Renzi va oltre ed annulla completamente il risultato referendario. L’intento è quello di portare ad una dimensione esclusivamente privata la gestione dell’acqua”.

“Oggi la logica del privato vede ogni spesa o investimento non come miglioria del servizio a favore dei cittadini, ma come un costo di cui rientrare, scaricandolo sugli utenti. Il referendum del 2011 determinava l’abrogazione di ogni profitto derivante dalla tariffa del servizio idrico in quanto si considera l’acqua un bene essenziale che non può essere negato a nessuno, indipendente se ricco o povero”.

“La preoccupazione, che sta diventando realtà, è che si crei un business e un’opportunità di far guadagni facili da parte di società private a scapito di noi tutti e dello Stato che ormai sta scomparendo sotto le scudisciate delle liberalizzazioni e privatizzazioni. Il Comune di Pontinvrea e tanti altri chiedono che il Governo Renzi voglia ripristinare la legalità, nel rispetto della Costituzione, applicando la volontà di oltre 26 milioni di Italiani e non voglia continuare a far credere che i nostri diritti e i servizi essenziali sono all’asta del miglior offerente” conclude Camiciottoli.

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