Savona. Otto anni e sei mesi di reclusione. E’ questa la pena a cui questa mattina è stato condannato Sabit Gabraje, l’albanese finito in giudizio per la morte di Riccardo Cinco.
Questa mattina in tribunale a Savona si è tenuta l’ultima udienza in assise. La prima richiesta di condanna avanzata dal sostituto procuratore Daniela Pischetola era di dodici anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. I giudici hanno ritenuto di infliggere all’albanese una pena più “lieve” (è stata esclusa l’aggravante e sono state concesse le attenuanti generiche) e pari, come detto, a otto anni e mezzo di carcere, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale per tutta la durata della pena.
Inoltre, Gabraje è stato condannato al pagamento delle spese legali e a risarcire la parte civile. Il danno sarà da quantificare con separato giudizio, ma i giudici hanno fissato una provvisionale di 280 mila euro per ciascuno dei figli di Cinco e di 220 mila euro per la moglie. La quale, durante la lettura della sentenza, è rimasta in silenzio. “Monika sa che nessuno potrà restituire Riccardo a lei e ai suoi figli – la dichiarazione del suo legale Paolo Nolasco all’uscita – però oggi è stata resa giustizia ad un uomo che amava e viveva per la sua famiglia”. Ora i giudici hanno 90 giorni di tempo per depositare le ragioni della sentenza.
Gabraje, che era assistito dagli avvocati Claudio Marchisio e Dominique Bonagura, era accusato di aver colpito la sera del 10 ottobre scorso, durante una lite per una banale questione di viabilità, con un pugno al volto Cinco. Un colpo in seguito al quale il quarantenne era caduto a terra sbattendo violentemente la testa e procurandosi una grave lesione cranica. Nonostante i soccorsi immediati, Cinco era morto 43 giorni dopo l’aggressione, stroncato da una crisi respiratoria nel centro di riabilitazione Don Gnocchi di La Spezia dove era stato da poco trasferito dopo un lungo ricovero nella Rianimazione dell’ospedale Santa Corona. [tag name=”aggressione varazze”]
L’esame autoptico, disposto dal pm Daniela Pischetola, ed eseguito dal medico legale Alessandro Bonsignore aveva stabilito che Cinco era morto in seguito alle gravi lesioni riportate nella caduta e nell’impatto con l’asfalto. Conclusioni che, secondo la Procura, non lasciano spazio a dubbi sulla presenza del nesso di causalità tra il comportamento di Gabraje e la morte del quarantatreenne varazzino.
Sabit Gabraje, dopo aver colpito Cinco, si era allontanato per poi costituirsi due giorni dopo alla polizia. Subito dopo l’arresto, al magistrato aveva spiegato di non essersi reso conto della gravità delle conseguenze di quella banale lite.
Secondo quanto ricostruito dalla polizia, la vittima stava attraversando la strada all’altezza del bar “La Beffa” di Varazze quando era arrivata l’auto guidata dall’albanese. A quel punto Cinco, temendo di essere investito, avrebbe inveito contro l’automobilista che per tutta risposta era sceso dalla vettura e l’aveva colpito alla tempia. L’uomo era caduto a terra ed aveva sbattuto la testa sul marciapiede.
Le sue condizioni erano apparse subito gravissime, ma la moglie, i famigliari e i tanti amici non avevano perso le speranze che Riccardo potesse farcela fino al tragico epilogo.