Tradizioni vive

Marmoreo in festa per i cinque secoli della sua parrocchia

Borghetti: "Questa comunità, pur ridimensionata nel numero di abitanti, continua a mantenere forte identità e senso di appartenenza".

chiesa marmoreo

Casanova. Cinquecento anni fa nasceva la rettoria separata da Casanova Lerrone. Ieri la frazione di Marmoreo ha festeggiato il traguardo storico con il solenne pontificale presieduto dal vescovo monsignor Guglielmo Borghetti seguito dalla processione.

Ma quella di ieri è stata anche l’occasione per inaugurare, nell’oratorio della parrcchia, una mostra fotografica sulla storia di Marmoreo e presentare un volume curato dalla giornalista de Il Secolo XIX Federica Pelosi e da Gerry Delfino. Narra le vicende della parrocchia nell’arco di tempo che va dal 1516 ai giorni nostri.

Il 25 marzo del 1516, giorno dell’Annunciazione del Signore, gli abitanti della frazione della Val Lerrone chiesero l’indipendenza dalla chiesa di Sant’Antonino di Casanova. Una richiesta accordata perché motivata, come descritto nell’atto costitutivo datato 2 aprile, dalla distanza di Marmoreo da Casanova che impediva la partecipazione dei fedeli alla Messa: d’inverno, per il troppo freddo, e d’estate, per il caldo eccessivo.

“Pertanto – si legge nel documento del 1516 – gli abitanti patiscono un grave danno spirituale: non solo accade che i bimbi muoiano senza Battesimo, ma anche gli adulti restano privi, nella necessità, dei Sacramenti”.

I 500 anni festeggiati a Marmoreo rappresentano un evento che ha riunito l’intera comunità nella fede cristiana e i parrocchiani guidati da don Armando Nania, hanno dimostrato un forte attaccamento alle loro tradizioni religiose nonostante il calo demografico. “E’ un anniversario che deve essere anche l’inizio di un risveglio spirituale permanente, un rinnovamento della fede che guardando al passato sappia camminare verso il futuro affrontando le sfide della globalizzazione, del paganesimo del nostro tempo, dei bisogni di Dio dell’uomo contemporaneo”, sottolinea il sacerdote e il vescovo Borghetti spiega che “questa comunità, pur ridimensionata nel numero di abitanti, continua a mantenere forte identità e senso di appartenenza”.

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