Reazioni

Inchiesta Tirreno Power, Rsu e azienda: “Hanno pagato lavoratori e impresa”

Le reazioni del day after dopo il nuovo quadro accusatorio emerso nell'indagine giudiziaria

I lavoratori di Tirreno Power in presidio davanti ai cancelli:

Vado L. Le modifiche al quadro accusatorio e le novità emerse nell’inchiesta sull’ormai ex centrale a carbone di Vado Ligure hanno scatenato le reazioni di Rsu sindacale ed ex indagati dalla Procura savonese, che ora attendono di analizzare meglio le carte e capire con esattezza l’evoluzione giudiziaria dell’indagine che aveva portato al sequestro degli impianti e allo stop della produzione a carbone.

L’azienda che ha svolto oggi una riunione con i propri legali per valutare gli aggiornamenti nell’indagine ha fatto trapelare come “Tirreno Power prenda atto dell’evoluzione nell’inchiesta che conferma come molte tesi sostenute dall’azienda abbiano trovato poi conferma e riscontro. L’ex procuratore Granero ha rivendicato il risultato della chiusura del carbone a Vado Ligure, ma a questo a scapito dei lavoratori e dell’impresa che opera sul territorio”.

“L’azienda ha sempre rispettato le leggi e le normative in vigore e siamo certi che quanto resterà in piedi di questa inchiesta verrà ulteriormente chiarito” [tag name= “tirreno power”]

Tuttavia, tra amarezza e sorpresa, la Rsu sindacale afferma: “Si sono persi due anni e mezzo e a rimetterci sono stati ancora una volta i lavoratori, i più deboli – sottolinea Luca Porcile -. Noi l’avevamo detto e sostenuto, così come abbiamo sempre contestato la consulenza peritale della Procura sulla quale si era basato l’impianto accusatorio dell’indagine, priva di reale valore scientifico”.

“Manteniamo, quindi, la nostra posizione, ma ora che si è consumato un dramma economico-sociale bisogna trovare nuove e forti soluzioni, invece al momento non ci sono garanzie per questo territorio”.

All'Unione Industriali si parla della trasformazione delle aree di Tirreno Power

Da parte delle segreterie sindacali, al momento nessun commento diretto sulla vicenda giudiziaria e l’azione della magistratura: “Come sempre attendiamo gli esiti, ora dobbiamo impegnarci per garantire un futuro industriale e occupazionale per l’area vadese: la mobilitazione continua, il 27 luglio previste 8 ore di sciopero nazionale. L’azienda non può scappare di fronte alle sue responsabilità, anche perché da parte del Ministero c’è una forte apertura sulla possibilità di bloccare gli esuberi e lavorare per il sito vadese ad altri due anni di contratti di solidarietà: bisogna agire, e in fretta” sottolinea Tino Amatiello, segretario savonese della Filctem-Cgil.

Tra gli ex sindacati anche gli amministratori di Vado e Quiliano, che mantengono ancora massima cautela in merito ai cambiamenti nella vicenda giudiziaria: “Apprendo ovviamente con soddisfazione quanto espresso dalla Procura savonese e riportato dai media, in linea con ciò che abbiamo sempre sostenuto e con gli atti prodotti dall’amministrazione comunale di Quiliano” dice il sindaco Alberto Ferrando.

“Ritengo comunque doveroso e rispettoso del lavoro della magistratura attendere l’emissione di atti ufficiali per una valutazione più approfondita” conclude il primo cittadino quilianese.

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