L'accusa

Inchiesta Tirreno Power, cambiano le accuse e arrivano decine di richieste di archiviazione: il punto di vista della Procura

La Procura di Savona, attraverso una nota stampa, ha spiegato come è cambiato l'impianto accusatorio dell'indagine sulla centrale

Corteo Tirreno Power

Savona. Inchiesta Tirreno Power: la Procura di Savona ha diramato un comunicato stampa per spiegare il “nuovo” impianto accusatorio che, rispetto a quello elaborato dall’ex Procuratore Francantonio Granero e dal sostituto Chiara Maria Paolucci, esce notevolmente ridimensionato.

Come precisa la nota stampa è caduta l’ipotesi di disastro doloso e per diverse posizioni, quelle dei “politici” e tecnici delle amministrazioni (salvo una delle ipotesi accusatorie che è stata stralciata e trasmessa alla Procura di Roma per competenza territoriale), è stata richiesta l’archiviazione.

Questo il testo integrale del comunicato della Procura:

Con il deposito e la notifica in data odierna ai difensori degli indagati dell’Avviso di conclusioni indagini ex art. 415 bis cpp (Proc. 5917/13/21 R.G.N.R.), la Procura di Savona ha concluso la fase delle indagini nel procedimento c.d. Tirreno Power. All’esito delle attività compiute nel corso degli ultimi anni, che avevano portato ad un primo avviso di conclusioni indagini, la valutazione necessaria e doverosa di quel vastissimo materiale, l’analisi dell’altrettanto ricco materiale derivato dagli interrogatori compiuti su richiesta delle difese e dalle memorie depositate e, infine, l’acquisizione di ulteriore materiale probatorio hanno indotto la Procura della Repubblica di Savona a ritenere che vi siano elementi idonei a sostenere in dibattimento l’accusa di disastro colposo ambientale e sanitario nei confronti delle persone indicate nell’atto conclusivo che, in questo senso, meglio descrive e circoscrive le imputazioni e gli imputati che debbono rispondere dei delitti di cui agli artt. 113,434 c.2, 449 cp (Capi A e Al, ora capo A).

Si è invece ritenuto che occorresse dare maggiore determinazione alle contestazioni di omicidio colposo plurimo e, per l’effetto, l’originaria contestazione di cui al capo E) dell’avviso di conclusione indagini ex art. 415 bis del 17 giugno 2015 è stata stralciata dal presente procedimento. Ampliato il range d’indagine all’intero arco di tempo in cui i fatti del disastro si sono verificati, sono state emanate ulteriori deleghe d’indagine e sono in corso attività investigative volte a identificare le vittime: il che è funzionale ad accertare l’indispensabile nesso di causalità tra le emissioni dalla centrale T.P. di Vado/Quiliano e gli eventi lesivi per accertare così le responsabilità individuali e, nello stesso tempo, consentire l’esercizio pieno dei diritti di difesa agli indagati ed alle parti offese.

Nello stesso tempo si è stabilito che la contestazione per il delitto di abuso d’ufficio, già prevista al capo F) dell’Avviso di conclusione indagini del 17 giugno 2015 e che riguarda l’attività finalizzata – secondo l’accusa – ad ottenere un’ AIA “addomesticata”, debba necessariamente essere stralciata dal presente procedimento e trasmessa all’ AG di Roma, ove il reato si è consumato giacché, sempre in ipotesi d’accusa, a Roma si è concluso l’iter procedimentale amministrativo – cui si riferiscono i diversi pareri e valutazioni oggetto d’indagine emessi, anche collegialmente, da amministratori locali, tecnici di amministrazioni locali e da funzionari ministeriali -, con il rilascio dell’ AIA con D.M. n. 323 del 31/12/2014 che si ritiene oggetto di abuso e, sempre a Roma, si è verificato il vantaggio posto che lì ha sede legale la Tirreno POWER spa a favore del cui patrimonio si sarebbe concretizzata l’indebita utilità.

Si è ritenuto, invece, che gli elementi acquisiti nel corso della indagine non siano idonei a sostenere l’accusa in dibattimento sia con riferimento alle ipotesi di abuso di Ufficio contestate ad amministratori pubblici locali, a tecnici di amministrazioni locali e a funzionari ministeri ali (capo C) che con riferimento alla contestazione di cooperazione in disastro colposo sanitario (capo B e D): per questi fatti e per gli indagati già indicati nell’ avviso chiusura indagini sopra menzionato, si è richiesto, con un articolato provvedimento, al GIP di SAVONA l’emissione del decreto di archiviazione, non essendovi elementi probatori che sostengano in maniera inequivoca la sussistenza di quei fatti di abuso e la riferibilità nella causazione dei disastri alle condotte degli indagati.

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