Savona. Non solo “no”. Questa sera in mezzo a tante voci preoccupate e che ribadivano con determinazione la loro contrarietà al centro di accoglienza per profughi nel campo da calcio di Legino c’era anche tentava di stemperare la tensione, invitando i cittadini a “non farsi strumentalizzare”.
Giovanni Durante, direttore di Arci Savona, ha tentato di salire sul “palco” (ovvero il tavolo dal quale parlava l’assessore Ripamonti) per dire la sua sulla questione, ma a malapena è riuscito a rivolgersi al pubblico. “Le vostre preoccupazioni sono comprensibili” ha esordito Durante che però non è riuscito a continuare il suo intervento a causa delle proteste di alcuni leginesi “caldi” che lo hanno invitato a scendere.
Avvicinato dai cronisti alla fine dell’intervento di Ripamonti, Durante ha scherzato: “Non saprete mai cosa volevo dire”. Ad esplicitare la posizione di Arci Savona ci ha pensato il presidente Alessio Artico presente anche lui all’assemblea pubblica: “In questo momento di confusione e regole non chiare la popolazione si sente scavalcata. È quindi necessario fare delle riflessioni per trovare delle soluzioni alternative. E’ evidente che bisogna puntare sull’accoglienza diffusa, quella che si basa su numeri più contenuti che, è bene ricordarlo, a Savona e proprio nel quartiere di Legino va avanti senza nessuna problematica. Non bisogna però dimenticare che coi grossi numeri si rischia di andare verso lo scontro sociale”.
In mezzo ai tanti contrari è emersa anche la voce fuori dal coro di chi ha detto di non essere assolutamente preoccupato dell’eventuale presenza del campo. Poi c’è chi come B.G., residente nel quartiere, ha ammesso: “Non sono felice di questa soluzione trovata dalla Prefettura però non penso che ‘mettere la polvere sotto il tappeto’ sia l’alternativa valida. Il problema non è il campo in sé, ma come viene gestito. La Croce Rossa ha messo dei paletti chiedendo certe garanzie sanitarie e sulla sicurezza. Quindi si sono resi conto della situazione potenzialmente problematica ed hanno preso provvedimenti. Personalmente a me spaventa solo che queste cose non vengano fatte”.
Infine una stoccata all’assessore Ripamonti: “Il Comune non ne può nulla di questa decisione, ma lui è venuto qui a fomentare la folla. E’ una situazione difficile ma non si deve mettere in discussione la solidarietà che è un valore importante” conclude il residente leginese.