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Azienda Ligure della Sanità, sindacati sulle barricate: “Più burocrazia e meno servizi per i cittadini”

"La nuova struttura non porterà i risparmi auspicati e, anzi, sarà soltanto una nuova Asl"

medici

Regione. “In queste ore, in Regione Liguria, la giunta Toti sta portando al voto l’istituzione della nuova Azienda Ligure della Sanità, ALiSa. Nonostante le nostre richieste di incontro all’assessore Viale, non abbiamo ricevuto alcuna risposta e abbiamo potuto esporre le nostre ragioni e le nostre perplessità nei confronti di quanto in discussione solo in commissione sanità”.

A dirlo sono le sigle sindacali di Cgil, Cisl e Ui, che proseguono: “La volontà di approvare in tempi brevi l’istituzione di ALiSa non lascia più spazio a possibili mediazioni e lascia immutato il testo che verrà votato in consiglio regionale e che presenta gravi criticità. Riteniamo infatti che la giunta Toti attraverso l’assessore Viale non stia costruendo una riforma a misura della nostra Regione, ma si stia semplicemente assemblando maldestramente modelli di altre Regioni, in particolare Lombardia e Veneto, senza però neanche generare gli auspicabili risparmi di sistema da indirizzare poi, sull’erogazione delle prestazioni e, anzi, si sta costituendo quella che possiamo definire la sesta Asl ligure”.

Secondo i sindacati, ALiSa sarà “una vera e propria struttura pesante con tutti gli organi gestionali previsti per le aziende pubbliche e con i relativi costi che, da un lato supporta tecnicamente la giunta regionale e dall’altro assume e centralizza competenze tecnico-gestionali su materie sovraordinate (in gran parte ancora da definire) rispetto alle Asl, aziende ospedaliere, Irccs e istituti facenti capo al servizio sanitario regionale. Questo genererà un aumento dei costi, unico caso nel panorama nazionale, senza intervenire sull’esposizione della spesa sanitaria regionale e sottraendo per il finanziamento di ALiSa fondi previsti per l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, Lea”.

“Inoltre, la nascente Azienda Sanitaria ha, di fatto, accentrato e concentrato tutti i poteri esclusivamente sul governo regionale escludendo del tutto il ruolo del consiglio regionale per le proprie prerogative in materia di programmazione, indirizzo e controllo. Allo stesso tempo il disegno di legge esautora del ruolo e della funzione delleconferenze dei sindaci sia a livello centrale che decentrato nelle singole provincie ponendo seri ostacoli sull’integrazione socio-sanitaria da cui crediamo non si possa prescindere per le competenze stesse che i comuni hanno per legge su tali materie”.

Proseguono i sindacati: “Ad oggi, ancora non sappiamo quale sarà la pianta organica di ALiSa e come i lavoratori destinati alla nuova struttura vi saranno collocati. Inoltre, la Giunta, nonostante le nostre richieste, non ha voluto inserire nel disegno di legge le garanzie utili a regolare le condizioni dei lavoratori che verranno impiegati nella nascente realtà. Per finire, paradossalmente, si sono decisi tempi brevi per istituire la nuova Azienda sanitaria ma allungando fino a 180 giorni i tempi per definire la riforma della sanità nel suo complesso, ritardando ulteriormente i necessari interventi in materia, là dove si è perso fin troppo tempo e smentendo il crono programma che la stessa assessore Viale aveva definito”.

“Per quanto sopra la nostra valutazione su ALiSa e, oggi, su cosa sarà della riforma sanitaria regionale, non può che essere negativa e riteniamo che quanto voluto dalla giunta Toti e dall’assessore Viale, potrebbe aprire scenari preoccupanti, sul futuro della sanità ligure, nei confronti della quale si sta perdendo l’ennesima occasione di messa in sicurezza e rilancio, dimostrando così una preoccupante e scarsa attenzione per i cittadini e per i lavoratori ritenuti soggetti passivi”.

“Se, come pare, non ci saranno più spazi di discussione significherà che questi sindacati, i lavoratori e i cittadini utilizzeranno ogni forma prevista di protesta contro politiche che riteniamo sbagliate e che vanno in direzione opposta a quanto sembrava possibile fare per il modello sanitario della nostra Regione, cercando di modificarne il corso”, concludono i sindacati.

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