Orrore negli occhi

Attentato a Nizza, 57enne savonese salvo per miracolo: “Il camion mi è passato ad un metro”

La drammatica testimonianza: "Mi sono nascosto dietro una palma, poi ho preso mia moglie per mano e siamo scappati, ci è andata davvero bene"

attentato a nizza

Nizza. “Ci è andata proprio bene, quel camion mi è passato a un metro”. G.C., 57 anni, di Savona, ieri sera era a Nizza con la moglie e due amiche per vedere i fuochi d’artificio, e ha vissuto in prima persona i momenti di festa trasformati in tragedia. Un incubo che sarà difficile dimenticare.

I quattro savonesi sono salvi per miracolo perché si trovavano sulla Promenade des Anglais quando il camion bianco è piombato sulla folla lasciando dietro di sé una scia di sangue e orrore.

Attimi che G.C. ricorda così: “I fuochi erano appena finiti, saranno state le 22,27, e noi dal Palais del la Méditerranée ci stavamo dirigendo verso il Negresco per fare due foto. Abbiamo sentito una sirena e come due colpi di pistola in lontananza. Ci siamo girati per guardare se arrivava qualche ambulanza e spostarci e abbiamo visto il camion bianco che saliva sul marciapiede andando a zig zag, come se fosse ubriaco”.

“Subito ho pensato volesse spostarsi, ma poi ho capito subito che andava a destra e sinistra per colpire più persone possibili. Non andava nemmeno velocissimo, ma lucidamente cercava di investire il maggior numero di persone possibili. Tutti correvano ed è scoppiato il caos. Io ho urlato a mia moglie e alle sue amiche ‘Scappiamo’ e le ho portate dietro un chioschetto in muratura. Il camion stava arrivando, per nascondermi mi sono messo dietro una palma e in quel momento mi è passato ad un metro” racconta il cinquantasettenne savonese.

“La prima cosa che ho fatto è stata cercare lo sguardo di mia moglie. L’ho chiamata, le ho prese per mano tutte e siamo scappati verso una via secondaria finendo dentro il cortile di una casa. A quel punto un condomino è sceso e poi ci ha aperto un cancello per uscire dal retro: insieme a noi c’erano centinaia di persone. Siamo corsi alla macchina che era al Nice Etoile e siamo ripartiti verso Savona” spiega G.C. che aggiunge: “Quando siamo arrivati al confine non c’era nessuno a controllare”.

Il giorno dopo lo sconcerto per quello che hanno vissuto ieri è ancora grande: “E’ durato tutto meno di un’ora, ma è sembrato un’eternità. Mi ricordo perfettamente tutto da quando siamo partiti, intorno alle 20 da Savona, a quando siamo arrivati a Nizza alle 21,30 circa. Poi i fuochi e, appena lo spettacolo è finito, il caos. Bisogna immaginare che c’erano migliaia di persone: la passeggiata era come un formicaio, piena di gente di ogni età. E’ come se alla festa di Santa Lucia a Savona – spiega G.C. – un tir entrasse in via Paleocapa ed iniziasse ad andare a zig zag e a sparare dal finestrino per colpire la gente”.

“Dopo il passaggio del camion ho visto decine di persone a terra. C’era un ragazzo in scooter che lo inseguiva urlando contro l’autista per cercare di fermarlo. Qualche metro più avanti deve essere stato colpito da un colpo sulla moto perché è caduto e il camion ha proseguito la sua corsa. Tutti correvano, scappavano, urlavano e piangevano. E’ stata una cosa veramente brutta” conclude G.C. che ripete: “Ci è andata davvero bene, probabilmente era destino andasse così”.

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