Critiche

A.Li.Sa, M5S: “Inutile, dannosa e incostituzionale”. Pd: “Porterà ad aumento tasse”. Rete a Sinistra: “Riforma mancata”

"Toti e Viale giocano d'azzardo con i soldi e sulla pelle dei cittadini"

movimento 5 stelle regione

Liguria. “Una scatola vuota inutile, dannosa e incostituzionale che aggiunge costi e poltrone nella sanità ligure, sottraendoli dalle risorse destinate ai livelli essenziali di assistenza. Toti e Viale giocano d’azzardo con i soldi, e sulla pelle, dei cittadini”. Durissimo il giudizio dei portavoce del MoVimento 5 Stelle su A.Li.Sa, la nuova superazienda sanitaria al voto oggi in Consiglio regionale.

“La programmazione in fatto di sanità è in capo alla Regione, come sancisce la normativa statale, e non può per nessuna ragione essere demandata ad un’azienda – spiega Francesco Battistini – Inevitabile che il DDL sarà impugnato da Roma subito dopo essere stato approvato”.

“Per quale motivo la Giunta Toti affida ad un’azienda sanitaria con superpoteri la gestione del bilancio sanitario? – attacca Alice Salvatore – Stiamo parlando dell’80% dell’intero bilancio regionale. È forse una presa d’atto di manifesta incapacità da parte di Toti e Viale? E, soprattutto, cui prodest?”.

“Nel Libro Bianco, a pagina 5, si parla di condivisione responsabile – ricorda Andrea Melis – La risposta è stata il “Leviatano” Alisa che, con soldi e potere, non sarà altro che un mostro tentacolare con cui verranno attuate tutte le riforme volte alla privatizzazione della sanità ligure, tagliando fuori i cittadini rappresentati dal Consiglio”.

“Ad oggi – prosegue Battistini – non conosciamo ancora quale siano le direttive della Giunta poiché lo stesso DDL prevede che, a 180 giorni dall’entrata in vigore di Alisa, verrà fatta la vera riforma sanitaria. Uno specchietto per le allodole, dunque, per tenere nascoste all’opposizione le vere intenzioni di Toti e Viale? Abbiamo paura di si. Oggi ci fanno approvare una supercabina di regia di una trama che non conosciamo”.

“Con l’entrata in vigore di Alisa – concludono i portavoce M5S – vengono aggiunti costi e poltrone in più, sottraendo risorse direttamente dai LEA (Livelli essenziali di Assistenza), ovvero dai servizi ospedalieri, socio-sanitari e di assistenza al malato. Una scommessa da giocatori d’azzardo, ma con i soldi e sulla pelle dei cittadini”.

Critiche anche dalle altre forze politiche di minoranza. Il consigliere regionale del Pd Valter Ferrando definisce A.Li.Sa “un’ulteriore fonte di costi che, in mancanza di una riorganizzazione delle Asl, potrebbe concorrere all’aumento delle tasse”. La discussione sulla modifica strutturale della sanità regionale, spiega nella sua relazione di minoranza Ferrando “è stata rimandata a sei mesi dalla entrata in vigore di A.Li.Sa., cioè dopo che si è aggiunta una sovrastruttura fortemente centralizzata all’esistente. Si tratta di un periodo troppo lungo, nel quale la nuova azienda potrà creare confusione di ruoli e impacci operativi”.

E se spesso la Giunta regionale ha fatto riferimento, si legge ancora nella relazione, a quanto è accaduto in Regioni governate dal centrodestra, in particolare Lombardia e Veneto: vorremmo ricordare che in quei territori sono state drasticamente ridotte le Asl, cosa che in Liguria, invece non accadrà. Ci sono regioni con oltre il triplo dei nostri abitanti che hanno quasi la metà delle nostre Aziende sanitarie (vedi Toscana ed Emilia Romagna); mentre in Liguria si pensa addirittura di aumentare le poltrone (e non i servizi). “Per fare alcuni esempi – sottolinea Ferrando – la Toscana con una popolazione di 3.744.398 abitanti ha 3 Asl che accorpano le 12 precedenti. In Lombardia gli abitanti sono oltre 10 milioni e le Asl sono passate da 15 a 8, mentre in Veneto con quasi 5 milioni di abitanti le Asl si sono ridotte da 22 a 8. In Liguria a fronte di un milione e mezzo di abitanti le Asl sono 5 e questa nuova Azienda le porterà a 6. In un emendamento presentato del Pd proponiamo di arrivare in un anno a un disegno di legge che porti a un’unica Asl, con dei presidi territoriali per mantenere un rapporto e un dialogo con la popolazione e un controllo sull’efficacia delle prestazioni sanitarie”.

“Sul tavolo – spiega la capogruppo del Pd Raffaella Paita – restano ancora parecchi nodi irrisolti, come il problema delle fughe e delle liste d’attesa. Ci chiediamo, e se lo chiedono soprattutto i cittadini, che fine abbia fatto il vecchio piano sanitario regionale sull’attuazione del quale si registrano continui ritardi e disservizi”. Il consigliere del Pd Pippo Rossetti ricorda che “questa proposta della Giunta non va nella direzione della semplificazione e della riduzione degli apparati amministrativi, ma fa l’esatto contrario, visto che, di fatto, porta le Asl liguri da 5 a 6. La maggioranza vuole così depotenziare il potere dei sindaci sul territorio e svuotare la funzione Consiglio regionale”.

Tornando alle funzioni di A.Li.Sa., concludono i consiglieri del Pd Giovanni Lunardon e Luca Garibaldi “questa nuova struttura, avrà l’unico obiettivo di scavalcare il Consiglio regionali (e quindi i rappresentati dei cittadini), escludere la conferenza dei sindaci per accentrare le decisioni e svuotare nei fatti le Asl, senza contare i dubbi sul suo profilo giuridico”.

Giovanni Pastorino (Rete a sinistra) ha rilevato che “la riforma sanitaria promossa dalla giunta Toti e la costituzione di A.Li.Sa non risolvono i problemi che noi, come Rete a Sinistra, avevamo già sollevato durante le numerose commissioni consiliari. Il punto di partenza è la situazione difficilissima vissuta dalla sanità ligure, in cui gli errori compiuti negli ultimi 10 anni sono evidenti e sotto gli occhi di tutti: deprivazione di servizi sanitari in molte zone della regione (fra cui la Valpolcevera), eccessiva ospedalizzazione, carenza cronica di personale, formazione professionale non adeguata alle occorrenze. Una struttura sanitaria che spesso sta in piedi soltanto grazie allo straordinario impegno degli operatori coinvolti. La riforma del centrodestra trascura temi non marginali; primo fra tutti il rapporto col territorio, che non viene in alcun modo coinvolto nei processi decisionali, né attraverso i Comuni né attraverso un adeguato rapporto con le conferenze dei Sindaci. Come mal si coniuga l’idea di accorpare funzioni (la ragione per cui è proposta A.Li.Sa) e, specularmente, la decisione di aumentare il numero di incarichi dirigenziali. Con il nuovo soggetto amministrativo concepito dall’Assessore Viale avremo un novo direttore generale, un nuovo direttore sanitario e un nuovo direttore amministrativo che andranno a sommarsi a quelli già presenti nelle 5 ASL liguri”.

“Senza dubbio comprendiamo bene le preoccupazioni dei dipendenti regionali coinvolti nella definizione di A.Li.Sa, in relazione sia alla loro ricollocazione futura sia alla rideterminazione di quote di salario accessorio che oggi, sicuramente, non vengono garantite dalla riforma. Sul tema specifico, come Rete a Sinistra siamo stati i primi a presentare emendamenti di modifica sottoscritti successivamente da altri gruppi consiliari. Insomma, una grande occasione persa; una riforma mancata. A.Li.Sa poteva essere l’occasione per affrontare alla radice la situazione di arretratezza della nostra sanità. Ma alla fine non ci sembra in grado di essere una riforma soddisfacente della governance, anche in rapporto ai migliori esempi italiani. Come Rete a Sinistra chiederemo in tutti i modi di accelerare la riorganizzazione conseguente alla nascita di A.li.sa, per arrivare in tempi rapidi alla formulazione di un Testo Unico delle norme sanitarie regionali; strumento – questo sì – in grado di dare corpo e sostanza a una vera riforma, che ci auguriamo condivisa con le parti sociali e con tutto il territorio” conclude.

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