Calcio

Vivai spagnoli all’avanguardia

Lo speciale Settore Giovanile del ct Vaniglia

fcb escola

Un giornale spagnolo ha svelato di recente a seguito di un’accurata ricerca la produzione di giovani giocatori delle squadre partecipanti alla Liga.

Con il numero blu ha indicato i provenienti dal vivaio di una squadra che giocano ancora lì, invece con quello rosso quelli prodotti sempre dal vivaio del club ma che giocano in altri club sempre di Liga. Per il primo dato prevale l’Athletic Bilbao (17) seguito dal Deportivo La Coruna (12) e dal Barcellona (11); per il secondo il Real Madrid (21) seguito dal Barcellona (17) e dall’Espanyol.

Per quanto riguarda la presenza di “canterinos en la primera plantilla” primeggiano i team baschi: d’altronde l’Athletic è sempre stato un club che punta moltissimo se non tutto sul proprio incredibile vivaio, anche perché così poi i giocatori hanno un enorme senso di appartenenza che altrimenti sarebbe impossibile avere; bene tutto sommato anche la Real Sociedad altra storica squadra basca, mentre sorprendono in negativo squadre con buonissimi settori giovanili come Valencia, Siviglia e Espanyol che ne hanno pochissimi in prima squadra; alcune squadre invece sono davvero improponibili come Granada e Almeria, Elche e c’è da stupirsi della neo promossa Eibar poiché si pensava che una realtà così piccola avesse più giocatori del proprio vivaio nonostante abbia vicino a se l’Athletic e la Real Sociedad il che rende difficile avere un grande vivaio perché storicamente i migliori giovani poi vanno subito in queste big.

La Spagna, al di là del diretto impiego in prima squadra dei suoi giovani rimane in assoluto la migliore al mondo per produzione totale di talenti al punto che potrebbe fare minimo tre nazionali di livello altissimo dove tutte avrebbero possibilità di vincere. Difficile trovare nazioni europee che possano competere con il calcio giovanile spagnolo.

Piace il progetto francese del Lione che ha allestito una squadra fatta quasi completamente di giocatori nati nel suo settore giovanile, anche se prevedibilmente quasi nessuno resterà li per tutta la carriera. In Italia si punta sulle nuove Accademy e sulla tradizione di club storicamente prolifici come ad esempio l’Atalanta che però pare abbia perso da alcuni anni la sua vera identità oltre che il grandissimo Mino Favini. Insomma, come dichiarato da Maurizio Beretta presidente della Lega Calcio di Serie A: “la Spagna è leader perché ha coniugato una grande attenzione ai suoi vivai con la massima apertura ai talenti di calibro internazionale. Del resto è più facile far crescere talenti se questi hanno vicino grandi campioni. Senza adottare logiche protezionistiche, è più semplice avere tanti maestri di grande classe”.

“Il sistema del calcio italiano – ha aggiunto – è andato avanti e ha ottenuto risultati solo ed esclusivamente sulle spalle dei presidenti che hanno investito e ci hanno messo la faccia, nonostante tutte le difficoltà sistemiche affrontate di volta in volta. Dobbiamo avere un riguardo diverso nei confronti del calcio professionistico: fare business in questo ambiente è molto più complesso ed è per questo che i giovani non possono che essere una risorsa da coltivare per il futuro”.

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