Savona. La speranza non muore mai. E’ con questa convinzione e questo spirito che oggi pomeriggio i lavoratori della centrale elettrica Tirreno Power di Vado Ligure si sono radunati in presidio sotto la sede dell’Unione Industriali di Savona.
Negli uffici di via Gramsci, infatti, si tiene oggi un importante incontro che servirà a gettare le basi per la riqualificazione delle aree della centrale termoelettrica vadese. Al di là di quello che sarà il futuro del sito produttivo una volta ultimata la riconversione, i lavoratori chiedono solo una cosa: la presenza di un’attività industriale che possa portare occupazione a chi è rimasto (e probabilmente rimarrà) senza lavoro.
“Quello che riteniamo indispensabile – spiega Maurizio Perozzi della Rsu-Cisl di Tirreno Power – è che è che tutte le parti si attivino per riuscire a riqualificare le aree e far sì che ci siano imprenditori che vengano ad occupare quegli spazi con una speranza di occupazione e di sviluppo industriale”.
Mentre il progetto per la trasformazione delle aree prende il via, i lavoratori si ritrovano ancora oggi a non sapere cosa accadrà loro nell’immediato futuro. E per questo i sindacati chiedono garanzie: “Tutto non può nascere dal niente – aggiunge Perozzi – Prima di riuscire ad attrezzare tutte le aree industriali ci deve essere un percorso che possa dare ammortizzatori sociali a tutti quelli che sono i lavoratori che sono rimasti fuori dal tessuto produttivo e a tutti quelli che ci rimarranno nei prossimi mesi”.
Tino Amatiello della Filctem-Cgil trova che l’incontro di oggi sia poco utile e poco “concreto” per il futuro della centrale vadere: “Se il processo di re-industrializzazione consiste in una presentazione così fatta, non serve a nulla – dice senza mezzi termini – Bisogna che le parti presentino progetti chiari (anche aiutati dalla politica e da un eventuale accordo di programma) e dicano cosa vogliono fare. C’è bisogno di una bonifica? Che la faccia l’azienda utilizzando i lavoratori. Occorre trovare soluzioni tangibili. Fare pubblicità come è stato fatto oggi non serve a nulla. Senza contare (e lo dico con un po’ di rammarico) che il territorio ha tantissime aree da industrializzare e fino adesso non è stata fatta alcuna industrializzazione. A un chilometro da Tirreno Power abbiamo aree ancora vuote. Perciò facendo così non industrializziamo nulla”.
Serve un accordo di sostanza, quindi, che conti anche su fondi e investimenti pubblici: “Se questo accordo di programma che stiamo cercando di portare avanti col governo e su cui la Regione ha dormito, è l’unica possibilità (presentando un progetto serio) per avere disponibilità economica con cui fare industria. Vado è diventata una deserto assoluto, non c’è più nulla. Oggi in Cgil abbiamo parlato dei dati liguri sull’occupazione e disoccupazione: la provincia di Savona è quella che perde di più rispetto a tutte le altre province. Perfino Imperia ci ha superato come occupazione”.
All’incontro di oggi sono presenti aziende liguri e del Basso Piemonte attraverso le sedi provinciali di Confindustria. Per Tirreno Power ci sono Allegra e Erulo. Sono stati invitati: Edoardo Rixi, assessore allo sviluppo economico e imprenditoria Regione Liguria; Ilaria Caprioglio, sindaco di Savona; Monica Giuliano presidente della provincia di Savona e sindaco di Vado Ligure; Alberto Ferrando, sindaco di Quiliano. Il vertice è introdotto da Elio Guglielmelli, presidente di Unione Industriali Savona, e Luciano Pasquale, presidente della Camera di Commercio Riviera di Liguria-Imperia La spezia Savona.
Tirreno Power ha messo le basi per la riconversione produttiva delle aree dell’ex centrale a carbone di Vado Ligure affidando alla società di consulenza Virtus l’incarico di ridare “animo industriale e occupazionale” al sito produttivo.
I tecnici della società Vertus hanno visionato le aree a disposizione, esclusa la parte ancora sotto sequestro giudiziario che riguarda gli impianti a carbone, e preparato una relazione conclusiva sulle possibilità di reindustrializzazione delle aree.