Brutale aggressione

Tentato omicidio di Albenga, destini diversi per i fratelli Gaglioti: uno ai domiciliari, uno in carcere

I due sono accusati di aver aggredito un loro "dipendente" sospettando che avesse rubato una saldatrice

Albenga. Tentato omicidio di Albenga: Carmelo Gaglioti, per motivi di salute, va agli arresti domiciliari, mentre il fratello Antonino resterà in carcere a Genova Marassi. Lo ha deciso questa mattina il gip Fiorenza Giorgi al temine dell’udienza di convalida nella quale ha interrogato Antonino Gaglioti, 41 anni, che ha scelto di rispondere alle domande per fornire la sua versione dei fatti.

Non è stato invece ancora possibile interrogare Carmelo Gaglioti, 49 anni, che ha dopo l’arresto ha accusato un problema cardiaco ed ha subito un intervento chirurgico. Per questo il giudice ha optato per una misura cautelare meno severa.

Per il momento l’accusa contestata ai fratelli Gaglioti resta di tentato omicidio, ma non è da escludere che, dopo un’attenta valutazione sulle ferite provocate nella vittima, M.C., e sulle modalità dell’aggressione, il reato possa essere derubricato in lesioni volontarie gravi.

Tentato Omicidio Albenga Saldatore

Secondo quanto accertato dai carabinieri all’origine del grave episodio di violenza ci sarebbe stato il furto di una saldatrice. Per questo i fratelli Gaglioti, gestori di alcuni terreni agricoli nella zona della chiesa di Salea, sabato sera hanno brutalmente aggredito M.C., bracciante che, da una settimana, lavorava in nero per loro.

Gli inquirenti hanno accertato che, sospettando fosse il responsabile del furto della saldatrice, Antonino e Carmelo Gaglioti hanno aspettato l’arrivo del “dipendente” nei terreni agricoli. A quel punto, senza nemmeno dargli il tempo di reagire, lo avrebbero subito immobilizzato con una corda per poi aggredirlo a calci e pugni. Ma la furia dei “datori di lavoro” non si sarebbe fermata lì: le violenze fisiche, secondo i miliari, sono continuate e degenerate tanto che i fratelli sono arrivati ad “incaprettare” la vittima, legandola per i polsi e il collo, per poi colpirla anche con un accetta e con una catena (“armi” che sono state effettivamente trovate dagli investigatori).

Tentato Omicidio Albenga Catena

In particolare M.C. sarebbe stato colpito con l’accetta alla testa e con la catena sulla schiena: colpi che gli hanno provocato gravi ferite. Dopo la brutale aggressione, il ferito è riuscito a dare l’allarme chiamando i soccorsi e i carabinieri. Nel giro di poco gli investigatori del N.O.R. di Albenga, dopo il sopralluogo sulla scena del crimine (durante il quale è stato effettuato il repertamento degli oggetti contundenti utilizzati e di “cristallizzato” il teatro dell’evento), erano riusciti a bloccare i fratelli Gaglioti per arrestarli.

Tentato Omicidio Albenga Accetta

Dopo una serie di perquisizioni i militari avevano anche accertato il movente: la saldatrice rubata che, effettivamente, M.C. aveva nascosto consegnandola al gestore di un bar in viale Pontelungo.

 

 

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