Savona. Erano nell’aria, sono arrivate. Troppo inattesa la sconfitta savonese, troppo amara da digerire in una città che, dal dopoguerra ad oggi, solo una volta non è “appartenuta” alla sinistra. E così per il segretario provinciale del Pd sono arrivate le dimissioni: lo ha annunciato Fulvio Briano nel corso di una conferenza stampa.
“Dimissioni irrevocabili”, ha detto Briano. Un passo indietro richiesto a gran voce da una frangia del partito, che non gli ha perdonato la decisione di candidare Cristina Battaglia quando il Pd savonese sembrava intenzionato a convergere su Livio Di Tullio. Una scelta che ancora oggi difende: “Lo rifarei – garantisce – ritengo fosse assolutamente la migliore candidata che potevamo schierare. Io ero assolutamente determinato nel dire che non si dovevano fare le primarie: non avevano portato bene l’anno scorso per le Regionali, e ritenevo avrebbero portato spaccature anche per le Comunali… così è avvenuto”.
Briano bacchetta gli esponenti savonesi del Pd: “Quello che sembrava un partito unito in realtà non lo era – ammette – anche il risultato finale, con un gap di 1000 voti, penso si sarebbe potuto rimarginare con un partito realmente compatto. Rispondendo alle critiche di Di Tullio, ritengo che le divisioni siano retaggio della partita delle primarie, che ha portato alcune persone a non lavorare per la candidatura di Cristina Battaglia”.
E qui arriva la rivelazione: “Ritengo inoltre che ci siano persone, anche iscritte al Pd, che durante la campagna elettorale e ad urne aperte hanno lavorato per danneggiare la candidatura di Battaglia. Non mi riferisco a Livio Di Tullio, non è stato lui in prima persona. Però Livio lascia il partito dopo che ne è stato segretario, e dopo che è stato vicesindaco per merito del Pd: penso che anche lui dovrebbe portare più rispetto per questo partito, che è stato la sua casa e gli ha permesso di fare politica a questi livelli”.
Al termine dello sfogo, l’annuncio delle dimissioni. “Io non sarò più il segretario provinciale, ma continuerò ad essere un amministratore del Pd e per quanto potrò darò una mano perché questo partito possa continuare a lavorare sulla provincia di Savona ottenendo i risultati che merita. Secondo me il progetto deve ripartire da Cristina Battaglia, intorno a lei la città e il Pd savonese devono ripartire per rilanciare l’azione politica”.
E proprio sul vertice cittadino si è concentrato Briano, auspicando le dimissioni anche di Barbara Pasquali: “Ha annunciato che presenterà le dimissioni in assemblea – ha spiegato – io ho preferito farlo prima perché non voglio si possa pensare che qualcuno possa convincermi a desistere su questa cosa. Penso che sia necessario un bel ‘reset’ sia del partito provinciale che di quello cittadino, che ha bisogno di rinnovamento e di una svolta: è un partito che ha soltanto 188 iscritti, numero che per una città come Savona ritengo sia abbastanza inaccettabile. Partendo da Cristina Battaglia si deve fare un grande e faticoso lavoro di opposizione, cosa che noi non siamo abituati a fare a Savona dove è accaduto soltanto durante la giunta Gervasio tanti anni fa. Dobbiamo ripartire da quello”.
Il messaggio è quello di “rivedere” anche il rapporto con i cittadini: “Tanta umiltà, ascolto e saper cogliere quello che l’amministrazione comunale non saprà fare. Questa è una città che ha un sacco di problemi, e di lavoro ce n’è tanto“.