Savona. Ha preso fuoco tempo fa, sicuramente mesi, difficile ricordare quanti. E da allora fa “compagnia” a tutti gli automobilisti che decidono di parcheggiare in via Piave.
Si tratta di un’Alfa Romeo, o almeno di ciò che ne resta. Che poi è solo la carrozzeria esterna: dentro, infatti, non esiste più nulla. Sedili, cruscotto: tutto sciolto dalle fiamme.
Un’immagine triste e lievemente inquietante, come tutte le auto incendiate. La logica vorrebbe che l’auto venisse rimossa poco dopo il fatto: e invece quell’Alfa Romeo continua a restare lì, dentro il parcheggio, quasi a fare da “monito” a tutti gli automobilisti che osano avventurarsi all’interno: “Lasciate ogni speranza, o voi che parcheggiate”.
Ma il coraggioso savonese non li lascia intimidire, anzi sfida la scaramanzia. E così, non solo si parcheggia regolarmente accanto a quell’auto distrutta, ma per lei si è anche trovata una “nuova vita”: quella di cassonetto dei rifiuti. Cartacce, bottigliette, bricchetti di Estathe. Perché tenerli in mano fino all’uscita per poi cercare un bidone, quando si può usufruire di una comoda auto bruciata?
D’altronde, a “proteggerla” dai molesti gettarifiuti, in origine c’era soltanto un nastro. Anzi, nemmeno quello, visto che dopo poco si è rotto e a lungo si è limitato a “decorare” l’auto senza più tener lontano nessuno. Poi qualcuno è intervenuto, è scomparso il nastro ed è comparsa una transenna, se possibile ancora più inutile. Certo, della spazzatura a cielo aperto attira insetti e, a seconda del contenuto, crea cattivi odori, ma importa a qualcuno?