Savona. Nonostante le elezioni siano passate, il Risiko politico sotto la Torretta continua se possibile ancora più frenetico. Nelle ultime ore a impazzare è il “totogiunta”, con le forze politiche in campo (ma anche associazioni di categoria e semplici cittadini) a caccia di indiscrezioni che permettano di capire la composizione della prossima giunta comunale. I lavori e i colloqui, sebbene sottotraccia, proseguono incessanti: ma se la composizione “numerica” è ormai definita, per quanto riguarda i nomi il rebus resta ancora complicato. Qualche certezza, in ogni caso, c’è.
LA COMPOSIZIONE. Gli assessori, salvo ripensamenti dell’ultimo minuto, saranno otto: cinque donne e tre uomini. Sette saranno così suddivisi: due a Lega Nord, uno a Forza Italia, uno a Fratelli d’Italia, uno a Nuovo Centrodestra, uno alla lista civica e un “tecnico”. L’ottavo assessore andrà a chi, tra Lega e Forza Italia, non esprimerà il presidente del consiglio.
LE CERTEZZE. Ad oggi sono quattro: Massimo Arecco, Pietro Santi, Silvano Montaldo e Ileana Romagnoli. Il primo, come arcinoto, è il vicesindaco designato sin dall’inizio della campagna elettorale: con tutta probabilità si occuperà di ambiente, rifiuti e partecipate. Pietro Santi, nonostante qualche pensiero iniziale sulla presidenza del consiglio, alla fine ha chiesto e ottenuto un assessorato: sarà, quasi certamente, quello ai Lavori Pubblici (Santi è molto “radicato” sul territorio e riscuote consensi in tutti i quartieri, l’idea è quella di sfruttare questa sua caratteristica).
Il nome di giornata è quello di Silvano Montaldo: “l’uomo dei conti” del centrodestra, fedelissimo di Claudio Scajola, è pronto a dimettersi da vicesindaco di Laigueglia (dove è stato anche sindaco per due mandati). Per lui, in veste di tecnico, il delicatissimo incarico al Bilancio: dovrà chiarire in breve tempo la reale situazione delle casse di Palazzo Sisto per decidere, eventualmente, se portare i libri in Procura.
Il quarto nome è quello di Ileana Romagnoli. Qualcuno l’ha proposta come presidente del consiglio comunale, ruolo che lei stessa gradirebbe e che ha già ricoperto vent’anni fa sotto Gervasio. Data però la “penuria” di donne tra i più votati del centrodestra, nonché la stima di cui gode nell’intero schieramento, sembra ormai certo che alla fine farà parte della giunta. La presidenza del consiglio, a quel punto, dovrebbe andare alla Lega Nord: in queste ore si è candidato Renato Giusto.
CHI SCALPITA. Restano quattro caselle: una a testa per Lega, Fratelli d’Italia, Ncd e lista civica. Di queste due dovranno essere donne, e logica vorrebbe che una spetti alla Lega Nord. Difficile ipotizzare oggi di chi si tratterà (non di Alda Dallaglio, non interessata al ruolo), ma potrebbe essere una sorpresa: gli indizi puntano a qualcuno “da fuori”, e c’è già chi sotto la Torretta sussurra il nome dell’ex sindaco di Albenga, Rosy Guarnieri (vista a Savona più di una volta negli ultimi tempi, così come l’amico e “fedelissimo” Eraldo Ciangherotti).
Negli altri tre schieramenti lo scenario resta confuso. Ognuno di loro, infatti, esprime come candidato naturale un uomo: Alessandro Parino (FdI), Luigi Bussalai (Ncd) e Maurizio Scaramuzza (civica). Uno dei tre, per forza di cose, dovrebbe “saltare” a favore di una donna.
Quello più in vantaggio è forse Parino, che ha a suo favore diversi elementi: la stima di Caprioglio (è uno dei pochi ad aver trascorso con lei l’intera campagna elettorale, incluse le ore cruciali del ballottaggio), l’esperienza amministrativa, la notorietà in città (fu il primissimo candidato sindaco del centrodestra, un anno fa), i numeri. Con lui i colloqui sono fitti, tanto che si sono già ipotizzate le possibili deleghe (si pensa alla sua figura per Turismo e Cultura). Dall’altro lato, l’unico “fattore di rischio” è quello di non essere visto in città come un moderato, mentre l’intenzione sarebbe quella appunto di comporre una giunta che guardi il più possibile al centro.
Bussalai, rispetto alle prime ore post ballottaggio, sta recuperando terreno. A Savona c’è chi continua a considerare il suo risultato non positivo (123 preferenze da ex consigliere comunale ed ex assessore provinciale): la partita si gioca dunque tutta sul “peso” politico dei due schieramenti all’interno di Vince Savona. Stando ai candidati “ufficiali”, quelli in quota ai due partiti, i sette candidati di Ncd (Bussalai, Perlo, Parodi, Karunaratne, Pescio, Tempestini e Novelli) hanno ottenuto complessivamente 224 preferenze, mentre quelli di Fdi (Martino, Odello, Pergola, Rebuffo, Gottardi, Monti e Saccone) arrivano a 279. A cui vanno aggiunte le donne che si sono presentate “in tandem” con Martino (Magaraggia, Derosas e Pastorino), che “valgono” altre 73 preferenze. Caso a parte quello della “contesa” Novelli (11 voti), presentata da Ncd ma poi candidata in tandem con Martino. La partita, insomma, è assai complessa, ed è probabile che alla fine la schermaglia delle preferenze venga accantonata a favore di valutazioni differenti.
Scaramuzza, dal canto suo, si trova tra due fuochi. Da una parte quello di Franco Perona: arrivato secondo dietro di lui in termini di preferenze, godrebbe però di grande stima da parte sia di Caprioglio (che lo aveva annunciato come sicuro assessore durante un dibattito) che di parte del centrodestra, e per questo potrebbe alla fine “soffiargli” il posto. Dall’altro lato a premere è la questione delle “quote rosa”: dovendo scegliere chi “scontentare”, è possibile che alla fine il passo indietro venga chiesto alla lista civica anziché a FdI e Ncd. In questo caso la candidata naturale è Elda Olin, terza con 79 voti. Scaramuzza, però, gode a sua volta di grande stima in Forza Italia, dove sia Vaccarezza che Toti sono pronti a sostenerlo.
RIASSUMENDO. Al momento gli assessori sono Arecco, Santi, Montaldo e Romagnoli. Mancano due donne (Guarnieri e Olin?) e due uomini (due tra Parino, Bussalai, Scaramuzza e Perona). Mentre il presidente del consiglio dovrebbe essere Giusto. La soluzione del rebus, insomma, è ancora distante, ma ha una data “scolpita”: quella di martedì sera, quando buona parte del destino di Savona si deciderà al termine della giunta regionale.