Criticità

Sanità, in aumento i casi di aggressione a medici e infermieri. Ipasvi: “Situazione allarmante”

"Le aree di maggiore interesse sono i pronto soccorso, i reparti psichiatrici e quelli di igiene mentale”

Boissano. “I dati relativi al fenomeno delle aggressioni ai danni del personale medico e infermieristico degli ospedali savonesi e liguri sono allarmanti. La casistica non è ancora giornaliera, ma di sicuro è almeno settimanale”. A dirlo è Massimo Bona, presidente del collegio savonese di Ipasvi (la federazione nazionale dei collegi degli infermieri), che così riassume i risultati dello studio statistico realizzato nell’ambito del progetto “Araba Fenice”, il corso di difesa personale per operatori sanitari ideato dall’Asd Krav Maga Parabellum di Loano.

Oggi nella sala operativa polivalente di Boissano (sede del centro operativo intercomunale della protezione civile di Boissano, Toirano e Loano) ha preso il via la seconda edizione del corso promosso da Ipasvi e dal Comitato Provinciale Csen (Centro Sportivo Educativo Nazionale) e patrocinato dal Comune di Boissano.

Durante il seminario, i partecipanti hanno appreso le principali modalità per prevenire e fronteggiare le aggressioni in campo sanitario. Il corso è stato condotto dal presidente di Kmp Davide Carosa, istruttore di difesa personale e infermiere presso l’As2 savonese, dall’istruttrice Barbara D’Alessandro (mental coach) e dall’istruttore Massimiliano Pulito.

In occasione della precedente edizione del corso, i partecipanti hanno risposto ad un questionario anonimo che ha permesso di mettere insieme alcuni dati relativamente al numero e alla tipologia delle aggressioni subite dagli operatori sanitario in servizio presso gli ospedali e le altre strutture della nostra provincia.

Corso Autodifesa Infermieri Boissano

E’ la prima volta che nel nostro territorio viene effettuato uno studio statistico simile: “Grazie anche a questo progetto – conferma Bona – siamo riusciti a raccogliere i primi dati riguardanti le aggressioni al personale sanitario. I numeri sono allarmanti. Le aree di maggiore interesse sono i pronto soccorso, i reparti psichiatrici e quelli di igiene mentale, cioè quelli nei quali le criticità dei pazienti danno più spazio a questi episodi. I dati sono ancora in fase di elaborazione, ma in questa prima fase le statistiche paiono essere in linea con quelle simili stilate dagli altri paesi europei”.

Massimo Bona Ipasvi Savona

Per questo è importante insegnare agli infermieri le tecniche di autodifesa. “Non tanto le tecniche di autodifesa – precisa Bona – quanto le tecniche di prevenzione di situazioni a rischio, che sono quei contesti limite in cui è necessario valutare ciò che sta succedendo per evitare che la criticità del paziente diventi una criticità anche per l’operatore”.

La seconda edizione del corso, come detto, si tiene a Boissano: “Ringraziamo il sindaco Rita Olivari per l’ospitalità. Disporre di questo spazio ci ha concesso di aumentare le ‘edizioni’ del progetto, che si è allargato a tutto il territorio regionale. A Savona siamo alla seconda edizione, ma anche Spezia e Genova hanno voluto ospitare il corso. Il progetto è un successo e un punto di partenza per mettere in evidenza un problema”.

Rita Olivari sindaco Boissano

Il sindaco Olivari ha aggiunto: “L’evento di oggi è stato possibile grazie al consigliere Giovanna Di Crescenzo, che è in contatto con l’Asd. Questa sala polivalente è sì gestita dalla protezione civile ma è al servizio della comunità. E’ uno spazio adatto per trattare questo argomento (la prevenzione) che interessa sì il settore infermieristico, ma riguarda tutta la cittadinanza”

“Gli infermieri – spiegano dall’Asd – svolgono una professione ad alto rischio in quanto sono a stretto contatto con il paziente e sono impegnati a gestire rapporti caratterizzati da una condizione di forte emotività, sia da parte del paziente stesso, che dei familiari o degli accompagnatori. Gli episodi di violenza sono spesso associati all’aumento di persone con disturbi psichiatrici, acuti o cronici, dimessi dalle strutture ospedaliere e residenziali; dall’assunzione o all’abuso di alcol e droga, dall’accesso senza controllo di visitatori presso ospedali e strutture ambulatoriali, dalle lunghe attese nelle zone di emergenza o nelle aree cliniche, che possono favorire nei pazienti o accompagnatori uno stato di frustrazione per l’impossibilità di ottenere subito le prestazioni richieste”.

“Il comportamento violento avviene spesso secondo una progressione che, partendo dal uso di espressioni verbali offensive, arriva fino a gesti estremi dalle conseguenze imprevedibili”.

“La conoscenza di tale progressione può consentire al personale di comprendere quanto accade ed interrompere il corso degli eventi. Le aggressioni in campo sanitario comportano un impiego di energie fisiche, mentali ed economiche, dovute ai giorni di malattia degli operatori e dalla temporanea sostituzione dell’organico mancante, oltre al coinvolgimento di altre figure sanitarie designate alla cura. Nello specifico difesa personale per operatori sanitari si intende la possibilità di dilatare i tempi della catena di violenza, cercando di stemperare, arginare, contenere e riportare una situazione potenzialmente di rischio in una di tranquillità, o per avere supporto da un altro operatore o per far l’intervenire se necessario le forze dell’ordine”.

Corso Autodifesa Infermieri Boissano

Il corso si pone come obiettivo la prevenzione di questi atti attraverso la conoscenza di tecniche utili ad allontanare da sé potenziali azioni ostli, come la comunicazione verbale,non verbale e fisica,cercando di apprendere consapevolezza di se stessi e di chi abbiamo di fronte. Saranno proposte tecniche base di difesa personale, come proteggersi da un percussione, divincolarsi da una presa agli arti o da una immobilizzazione, senza utilizzare azioni lesive verso l’aggressore.

Inoltre sarà sottolineata l’importanza di utilizzare una scheda condivisa nelle varie strutture ospedaliere e territoriali al fine di classificare gli episodi violenti, con la finalità di organizzare una raccolta dati più capillare e specifica con lo scopo di organizzare percorsi formativi utili a contrastare questi episodi.

Il progetto è stato presentato ad aprile nel Collegio Ipasvi di La Spezia ed è stato presentato alla fine dello stesso mese a Roma al presidente della Federazione Nazionale Collegi Ipasvi Barbara Mangiacavalli.

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