Savona. “In questi giorni, sui media, leggiamo in continuo notizie relative a probabili, imminenti aperture di centri di accoglienza per profughi e del possibile, ulteriore, arrivo di migranti nella nostra provincia. Altre notizie apparse sui quotidiani, invece, riferiscono di come, un gran numero di cooperative si siano ‘gettate a capofitto’ nella gestione del ricco business dell’accoglienza”. Così Massimo Arecco, consigliere comunale della Lega Nord, interviene sull’argomento immigrazione e profughi.
“In primo luogo tale circostanza dimostra, se ancora ve ne fosse la necessità, di quanto il problema dei profughi non costituisca più un’emergenza, ma rappresenti ormai una cruda ed amara ‘normalità’ per l’intero territorio nazionale. In secondo luogo che il parere dei territori e delle sue popolazioni locali, in materia di accoglienza delle centinaia di persone che si decide debbano essere sistemate da qualche parte, non interessi più nulla a nessuno. In terzo luogo che, intorno alle tragedie ed ai drammi collegati alle singole storie degli immigrati si sia ormai radicato un solido, concreto, vorticoso, giro di denaro che arricchisce pochi e danneggia i più. In quarto luogo che il tema della sicurezza, connesso all’arrivo di ulteriori flussi di immigrati, potrebbe diventare emergenziale per i cittadini” osserva Arecco.
“Infine che, dell’economia (quella reale, ovviamente) di un territorio, sembrerebbe non interessare più nulla a nessuno. Nello specifico del territorio savonese, sto pensando al settore del turismo che, ovviamente, a stagione appena iniziata, di notizie di questo tipo, piovute all’improvviso dal nulla, non ne avrebbe proprio sentita la necessità. Personalmente mi auguro che, per quanto riguarda Savona, a nessuno sia venuto in mente di elaborare un qualche progetto che miri a realizzare un centro per l’accoglienza dei profughi in qualche struttura ritenuta idonea (!). Di aree, o edifici dismessi, in città e dintorni, purtroppo, ne esistono molti, ma ciò non significherebbe che sarebbero adatti per ospitare un’eventuale struttura di questo tipo” precisa il consigliere eletto nella coalizione in sostegno di Ilaria Caprioglio.
“Analogamente, non sarebbe proponibile ammassare decine di persone in unità immobiliari inadeguate allo scopo, ma subitaneamente reperibili in condomini, o fabbricati, collocati in ambito urbano. A questo punto, i savonesi e tutti coloro che popolano la Nostra Provincia, pretendono chiarezza e verità sulla strategia globale con cui si pensa di affrontare il problema nel Nostro territorio, ben consci, comunque, che l’emergenza creata da questa immigrazione selvaggia ed incontrollata, in Italia, non possa più essere affrontato con i metodi fino ad oggi impiegati dal governo Renzi” conclude Arecco.
Sullo stesso argomento è intervenuto anche l’assessore regionale allo sviluppo economico Edoardo Rixi: “Non possiamo accettare che la provincia e la città di Savona vengano trasformati in un enorme centro di raccolta di immigrati. Non è bastato al ministro Alfano trasformare in una mega tendopoli la città di Ventimiglia? Evidentemente il governo per evitare tensioni diplomatiche con la Francia ha deciso di dirottare i flussi su Savona: come sempre si sposta il problema anziché risolvere una situazione ormai allo sbando”.
“La Liguria non può più sopportare l’invasione in atto decisa dal governo. Allestire nuovi centri a Savona è un’idea folle: portare nuovi poveri e disperati, disposti a tutto, in una città e in una provincia in cui l’emergenza lavoro e la richiesta di sicurezza da parte dei cittadini è sempre maggiore significa portarla al definitivo collasso” aggiunge Rixi insieme all’assessore allo Sviluppo dell’Entroterra Stefano Mai.
“Savona e provincia hanno bisogno di posti di lavoro e non di disperati che servono solo ad alimentare il business delle solite coop rosse che puntualmente si buttano a pesce nelle gare dell’accoglienza – dicono Rixi e Mai – inoltre, adibire edifici, per esempio vecchi casolari, nell’entroterra a veri e propri campi profughi è un atto irresponsabile e abominevole perché rischia di far saltare gli equilibri già precari di un entroterra che ha bisogno di essere rilanciato sotto il punto di vista turistico e della micro economia”.
“A Savona città vediamo ogni giorno crescere l’allarme sulla sicurezza con furti e rapine ormai quotidiane: spalancare le porte a nuovi disperati causerebbe solo una crescita dei reati. Non vorremmo poi che la genialata del ministro Orlando di chiudere il carcere di Savona fosse solo l’atto propedeutico all’allestimento di un centro profughi in pieno centro proprio nell’ex istituto di pena” concludono Mai e Rixi.