Varazze. Nuova udienza questa mattina in Corte d’Assise del processo per la tragedia di Riccardo Cinco, morto 43 giorni dopo essere stato colpito da un pugno al volto dall’albanese Sabit Gabraje, 23 anni, a giudizio con l’accusa di omicidio preterintenzionale.
Questa mattina in aula è stata ascoltata la toccante testimonianza della moglie di Riccardo Cinco, Monica, che ha ricordato il periodo di ricovero del marito, un vero e proprio calvario. “Anche i bambini andavano a trovarlo e, quando era in coma, gli leggevano il libro di favole che lui gli aveva regalato”. Dalla testimonianza della donna, parte civile nel processo con l’assistenza dell’avvocato Paolo Nolasco, è emersa anche la difficile situazione nella quale si è trovata dopo la morte del marito che, grazie al suo lavoro come elettricista, era l’unica fonte di reddito della famiglia. Adesso la signora Cinco si è ritrovata a far fronte non solo alle difficoltà di crescere due bimbi senza il loro papà, ma anche a quelle economiche (ad aiutarla sono la mamma ed il suo compagno).
In udienza è stato ascoltato anche il dottor Alessandro Bonsignore, il medico legale che ha effettuato l’autospia su Riccardo Cinco ed ha poi redatto una perizia per accertare le cause della morte. Secondo Bonsignore esiste un nesso di causalità tra il pugno sferrato sa Sabit Gabraje e la morte del quarantatreenne varazzino: “appare evidente che il quadro traumatico encefalico non abbia causato direttamente la morte del paziente (avvenuta per un problema cardiaco) ma ne sia stato certamente il primum movens”, ovvero il fattore iniziale di innesco della cascata causale che ha portato al tragico epilogo.
Insomma secondo il medico legale non c’è stato nessun altro evento che possa aver interrotto il nesso di causalità tra il gesto dell’albanese e la tragedia: né la condotta dei medici né il fatto che la vittima avesse un tasso alcolemico elevato (era di 2,46 g/l). Il dottor Bonsignore ha concluso che lo stato di intossicazione acuto da alcol al momento dell’aggressione può aver contribuito “da una parte a rendere la caduta sulla grata particolarmente rovinosa, senza cioè sostanziali tentativi di protezione” e poi a peggiorare il il quadro emorragico”. A precisa domanda del pubblico ministero, il medico legale ha precisato che lo stato etilico, a suo parere, resta un evento marginare rispetto al pugno.
Nella prossima udienza, dopo che nella prima era stata ricostruita la dinamica dell’aggressione secondo diverse testimonianze (clicca qui per rileggere il pezzo), saranno ascoltati i consulenti ed i testi della difesa, rappresentata dagli avvocati Claudio Marchisio e Dominique Bonagura.