La sentenza

Lite tra vicini a Bardineto, accusato di aver colpito con un bastone il rivale: condannato

A giudizio c'era Riccardo Carretto che era accusato di aver colpito Ezio Mattiauda che poi gli sparò ferendolo al torace

Savona Tribunale

Savona. Un anno di reclusione con la sospensione condizionale della pena e un risarcimento danni alla parte civile di ventimila euro. Si è chiuso con questa sentenza il processo relativo alla lite tra vicini di casa a Bardineto che, nel maggio 2012, era culminata in una sparatoria.

A giudizio c’era Riccardo Carretto, il sessantottenne che quel giorno era stato raggiunto da un colpo di pistola, ma, secondo la tesi dell’accusa, dopo aver aggredito con un bastone, procurandogli una frattura al braccio, il rivale Ezio Mattiauda.

Dalla ricostruzione dei carabinieri era emerso che i due pensionati, da tempo in lite per questioni di vicinato legate ad alcuni terreni, avevano avuto l’ennesima discussione che era poi tragicamente degenerata. Mattiauda, che per questa vicenda aveva patteggiato quattro anni di reclusione per tentato omicidio, aveva finito per fare fuoco con una semiautomatica ferendo al torace Carretto, che prima però lo avrebbe colpito al braccio con il bastone. Di qui l’accusa di lesioni aggravate che, dopo un lungo processo, è sfociata nella condanna per il pensionato.

Per contestare la ricostruzione dell’accusa, Carretto (che dopo la sparatoria era rimasto a lungo ricoverato nel reparto Rianimazione e poi in quello di Chirurgia toracica dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure) si era rivolto anche alla nota criminologa Roberta Bruzzone, nominata consulente della difesa.

L’esperta aveva sollevato diversi dubbi sull’identificazione del bastone, un ramo d’albero lungo due metri e mezzo e di 18 centimetri di diametro, con cui Carretto avrebbe colpito Mattiauda, ma anche sulla reale esistenza di un’aggressione da parte della vittima della sparatoria: “Ritengo che le lesioni di Mattiauda possano essere riconducibili ad una ferita autoprodotta, così come i danni sulla sua sua vettura che presentava una rottura della parte chiamata ‘antiturbo’, che si trova nella parte alta della portiera” aveva detto in udienza.

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