Chieste risposte

I lavoratori dell’Autostrada Torino Savona in fermento per l’accorpamento in un’unica sede con altri uffici

I dipendenti si sono riuniti in assemblea per chiedere risposte al Gruppo Gavio

Pioggia casello autostrada savona
Foto d'archivio

Val Bormida. I lavoratori dell’autostrada Torino Savona sono sul piede di guerra. Ieri i dipendenti, tra cui diversi savonesi, si sono riuniti in assemblea a Moncalieri, nella sede di Ats.

A mettere in allarme i lavoratori è stata “l’informativa generica della Direzione del Personale del Gruppo Gavio, intenzionata ad accorpare in un’unica sede e a riorganizzare tutti gli uffici come se si trattasse di una unica società delle Concessionarie A4, A6, A21 e A33, oltre alla ASTM, alla Sinelec e alla capogruppo finanziaria SIAS”.

Per questo ieri l’assemblea dei lavoratori della Torino Savona ha preso una posizione ben preci che è stata riassunta in un ordine del giorno: “L’Assemblea dei lavoratori, riunita il 6 giugno 2016 in Moncalieri, presso la sede di Ats, unitamente alle RSA, ha ascoltato il resoconto dell’informativa verbale, data dalla Direzione del Personale nel corso
della riunione del 29 aprile scorso, in merito agli organigramma e all’accorpamento delle sedi di alcune Concessionarie ed altre società del Gruppo nell’ambito di una unica struttura logistica in Torino città”.

“L’Assemblea esprime pertanto i seguenti giudizi: a) attende da parte aziendale la predisposizione e condivisione di un piano pubblico ed ufficiale, redatto in un unico documento scritto, che espliciti e motivi le ragioni tecniche, organizzative e
produttive del trasferimento e contenga gli obiettivi industriali, i contenuti organizzativi, le modalità, le tempistiche, le ricadute sul personale e le garanzie assunte presso le autorità concedenti e di controllo in merito alla fattibilità giuridica dell’operazione; tale piano deve esplicitare inoltre i movimenti di personale e le soluzioni inerenti le problematiche logistiche che venissero ad evidenziarsi (parcheggi, mensa, trasporti, flessibilità di orari, ecc.); b) auspica l’attenzione ed il rispetto delle problematiche personali e collettive di tutti i dipendenti coinvolti e coinvolgibili nella piena conciliazione del benessere personale e lavorativo di tutti”.

E ancora: “Richiede in maniera espressa e formale una clausola di garanzia dei livelli occupazionali ed inerente le prospettive di carriera, collegando i posti di lavoro e i ruoli lavorativi alla Concessione in essere; d) ricorda, in termini di priorità, tutte le questioni pendenti ed irrisolte fra la società e il tavolo di interlocuzione aziendale, di cui alcune risalenti al 2014, richiedendone la definizione quale condizione pregiudiziale per affrontare qualsivoglia altro progetto prospettato dalla Società, anche
per il rispetto, sino ad ora disatteso, dei diritti di informazione e consultazione previsti dalla legge; e) pone come condizione vincolante rispetto a qualsiasi atto aziendale che esso non sia unilaterale, che venga realizzato nel rispetto della norma contrattuale e della legge, in particolare valutando qualsiasi movimento della sede di personale attuato in questo frangente, foss’anche apparentemente individuale, come parte di trasferimento collettivo, con le conseguenti garanzie da applicarsi”.

“Ciò espresso, l’Assemblea dà mandato alle RSA per affrontare le tematiche esistenti con tale ordine di priorità e tali vincoli normativi. In ragione di quanto sopra, le RSA considereranno qualsiasi azione messa in atto dalla società quale presupposto per la tutela in tutte le sedi previste dalla legge” conclude la nota firmata dall’Assemblea dei lavoratori e dalle RSA di Ats.

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