Presa di posizione

Accorpamento Forestale-carabinieri: il Coisp non ci sta

Il segretario generale del sindacato risponde alle dichiarazioni del capo della polizia Gabrielli

forestale corpo forestale

Liguria. “Farsi una ragione delle decisioni assunte dalle Autorità competenti, perché abbiamo giurato di obbedire e difendere le Istituzioni. Ecco il messaggio del nostro Capo, che condividiamo e comprendiamo, anche perché segue il suo pur chiaro tentativo di far comprendere l’errore che si cela dietro al progetto dell’accorpamento della Forestale nell’Arma dei Carabinieri”. Inizia così l’intervento del Coisp, il Coordinamento per l’indipendenza sindacale delle forza di polizia a proposito del progetto di accorpamento del Corpo Forestale all’Arma.

“E’ impossibile tacere tutto il nostro sdegno ed il nostro sconforto, perché è dura farsi una ragione di una cosa che produrrà danni alle persone: ai cittadini, perché il servizio reso loro peggiorerà; alla stessa struttura del sistema sicurezza, perché sconvolgerà un equilibrio e depaupererà un patrimonio che ci deriva storicamente proprio dalla diversità delle Forze in campo; a chi serve lo Stato tanto nella Forestale che nell’Arma dei Carabinieri, a causa di una assurda ed impossibile mescolanza che deriverà all’obbligo di arruolamento per personale civile fra i militari. Un delirio, un’intollerabile compromissione dei diritti acquisiti dopo anni di lotte per una democratizzazione che non po’ tollerare marce indietro. Ecco perché quel ‘farsi una ragione’ suona francamente insostenibile” aggiunge Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, che è tornato sull’argomento a seguito dell’audizione del Capo della Polizia, Franco Gabrielli, sul dlgs Forestali nelle Commissioni riunite Affari costituzionali e Difesa alla Camera.

“Se il governo decide per l’accorpamento della Forestale ai Carabinieri ce ne facciamo una ragione ma ribadisco l’accorpamento alla Polizia di Stato che qualcuno avrebbe preferito avrebbe comportato criticità ancora maggiori” ha detto Gabrielli. E ancora: “Se fosse dipeso da me non l’avrei accorpato…”, e poi: “La scelta tra assetto monistico e pluralistico ricorre ciclicamente. E costantemente il dilemma è stato sciolto in favore della seconda opzione. Il pluralismo ha rappresentato una ricchezza del nostro sistema… Il tema oggi dunque non è quello di accorpare ma di coordinare al meglio le varie forze di polizia”.

“Sarebbe assurdo ed impensabile non tenere nel giusto conto il punto di vista della maggiore Autorità del Paese in tema di sicurezza – insiste Maccari -, e tirare avanti infischiandosene del parere del Capo della Polizia smaschererebbe il bluff di una democrazia di carta pronta ad essere spazzata via al primo colpo di vento da un autoritarismo odioso e anacronistico. E comunque, in aggiunta e, anzi, al di là delle scelte che rispondono a criteri ‘di ragioneria’ – conclude Maccari -, dobbiamo ribadire a gran voce che qui in ballo ci sono i diritti di persone che hanno un nome ed un cognome, e non possono essere rappresentati con dei meri numeretti come nella peggiore delle immagini che la nostra storia ci ha lasciato impresse nella memoria”.

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