Savona. I volontari della Protezione Animali savonese hanno soccorso sette piccoli di gabbiano reale caduti da nidi situati in città a Savona, Vado Ligure e Bergeggi.
“E’ nella loro natura curiosa uscire dal nido prima di saper volare – spiegano gli animalisti savonesi – Se accade in ambiente naturale, spiagge deserte e scogliere, i genitori possono continuare a curarli finché non imparano a volare e diventano indipendenti; ma se il nido è su un palazzo, non possono essere accuditi in strada ed occorre quindi recuperarli ed alimentarli (mangiano quasi subito da soli) al posto dei genitori, con grandi e costose quantità di cibo (pesci ma anche prodotti per cani e gatti). Ed è quanto fanno, sempre soli e senza aiuti pubblici, i volontari dell’Enpa, che l’anno scorso, tra i 528 gabbiani in difficoltà soccorsi, hanno ricoverato 293 piccoli”.
Il gabbiano reale, specie intelligente ed adattabile, sta da una ventina d’anni colonizzando gli abitati, in cerca del cibo che non riesce più a trovare in mare, a causa di una pesca professionale e sportiva ormai fuori controllo e dell’occupazione delle spiagge da parte dei bagnanti. Per attenuare gli inconvenienti arrecati dalla convivenza con l’uomo, spesso dovuti alla scarsa conoscenza della specie ed alla preconcetta ostilità verso questi animali, la Protezione Animali ha da tempo presentato proposte ai comuni, soprattutto costieri, interessati dal fenomeno.
La proposta finora non ha ottenuto riscontro: “Salvo poi subire veementi pretese da parte degli stessi comuni che chiedono ad Enpa, associazione privata di volontari, di asportare subito nidi e nidiacei da tetti e balconi difesi dai genitori. Di prevenzione incruenta invece neppure l’ombra; quali proporre, attraverso gli amministratori, ai turisti con seconda casa, abitata solo nelle vacanze, di disporre tende a rete sul balconi per evitare nidificazioni, o organizzare la raccolta delle uova (e solo di quelle) ad aprile, previa autorizzazione di Regione ed Istituto per l’Ambiente (Ispra), o modificare i regolamenti edilizi per imporre ai progettisti soluzioni architettoniche che impediscano la nidificazione, o ottimizzare la gestione della raccolta dei rifiuti umidi e delle discariche, o anche informare cittadini e turisti sui comportamenti della specie, mai aggressiva ma spesso platealmente difensiva”.
L’Enpa ricorda comunque che “la specie è protetta dalla legge ed è vietato uccidere o maltrattare i gabbiani e danneggiare o ‘buttare via’ i nidi contenenti piccoli in fase di crescita da tetti e terrazzi. Basta aspettare qualche settimana e poi adulti e giovani se ne andranno spontaneamente”.