Albenga. Si dice Gruppo di Azione Locale, ma si scrive Gal. Un gruppo che dovrebbe favorire lo sviluppo economico del territorio nella sua interezza. E nel Savonese ne esistono addirittura due.
In tutta la Liguria la Regione è pronta a mettere mano al portafoglio e a distribuire 25 milioni di euro per poter passare alla fase esecutiva dei progetti pure quelli finanziati. Soldi da dividere però in cinque Gal, uno a La Spezia, due a Genova, uno a Imperia e uno a Savona. Ed è qui che nasce il problema. In provincia di Savona due Gal sono troppi. Tanto che uno si dovrà sacrificare.
Sono seriamente preoccupati i rappresentanti delle associazioni di categoria come la Cna, la Legacoop, l’Upa. Alcuni loro associati che gestiscono le loro attività nel Finalese e in Alta Valbormida sono insorti perché finiti sotto “L’Altra Via del Finalese”, un piccolo Gal che comprende 11 Comuni della provincia di Savona (Bardineto, Boissano, Calizzano, Calice Ligure, Finale Ligure, Giustenice, Orco Feglino, Osiglia, Rialto, Toirano, Vezzi Portio) che è stato fortemente voluto dal sindaco Ugo Frascherelli e che rischia l’estinzione.
Per evitarla l’unica soluzione è quella di essere fagocitato in quello più grande ovvero delle “Valli Savonesi” che è costituito da un partenariato pubblico-privato composto da 40 Comuni coordinati da ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e che comprende anche i tre parchi del savonese, le associazioni di categoria Agricole (Coldiretti, CIA e Confagricoltura), le associazioni dell’artigianato (Confartigianato e CNA), LegaCoop, IPS (Insediamenti Produttivi Savonesi ScpA), il Consorzio BIM Bormida ed altri importanti realtà imprenditoriali e amministrative del territorio. A fare da ente capofila è la Camera di Commercio attraverso la propria azienda Centro di Sperimentazione e Assistenza Agricola (il CeRSAA).
Nel corso di una accesa riunione che si è svolta al Cersaa di Albenga proprio le associazioni di categoria hanno manifestato la loro preoccupazione perché la Regione è pronta distribuire soldi ma solo per un unico Gal provinciale. “Il rischio è troppo elevato – dice Angelo Berlangieri, presidente dell’Unione Provinciale degli Albergatori – occorre allora lavorare per la costituzione di un’unica entità, un organismo forte e compatto e non diviso in due. Questo per poter sviluppare concretamente reddito, lavoro e occupazione”.
Molte associazioni se la sono presa proprio contro Frascherelli, che a gennaio aveva deciso di dare vita all’Altra Via sperando di poter valorizzare solo una fetta più ristretta del territorio. E’ addirittura già stato pubblicato un bando per le assunzioni: l’accusa è quella che si si dato per scontato un finanziamento che ora potrebbe non arrivare più. Dopo le domande per il Sostegno Preparatorio per la Strategia di Sviluppo Locale di tipo partecipativo (Sottomisura 19.1 del Piano di Sviluppo Rurale – Regione Liguria), infatti, ora nella fase 2 il rischio è che la Regione possa finanziaria solo uno dei due Gal. Che, per via dei numeri, sarebbe “Valli Savonesi” e non quello di Finale.
Le associazioni di categoria sono corse ai ripari: hanno bussato alla porta del Gal più rappresentativo. E’ stata manifestata la possibilità di aprirla, ma occorrono anche fare delle valutazioni più attente: la torta dei 25 milioni che la Regione mette sul piatto (un po’ meno di 5 milioni spetta al Savonese) sarebbe da dividere per 50 Comuni e non più per 40. L’auspicio è ora quello che si possa trovare al più presto un’intesa perché i tempi stringono e la Regione deciderà di passare alla fase due già tra qualche mese.