Vado Ligure. I sindacati hanno deciso di proclamare, per martedì 31 maggio, lo sciopero nazionale per tutti i lavoratori di Tirreno Power. E’ questa dunque la forma di protesta scelta dalle segreterie nazionali dopo il fallito tentativo di conciliazione svoltosi due giorni fa al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Un incontro svoltosi in contemporanea all’audizione in Regione di Cgil, Cisl e Uil in commissione ambiente sulla centrale Tirreno Power, posta sotto sequestro dall’11 marzo 2014. Il tentativo preventivo di conciliazione, presso la Divisione III^ Direzione Generale Relazioni Industriali, nasceva, spiegano i sindacati, dalla “mancata presentazione di un piano industriale da parte di Tirreno Power per la ripresa delle attività produttive, a salvaguardia dell’occupazione dei propri dipendenti, a pochi mesi dalla scadenza degli ammortizzatori sociali attualmente applicati a tutto il personale”.
“Il sequestro delle unità a carbone – ricordavano due giorni fa i segretari dei tre sindacati confederali Federico Vesigna, Antonio Graniero e Pierangelo Massa – ha già comportato la fuoriuscita dal lavoro di 70 lavoratori diretti con un organico passato da 240 a poco più di 160 unità e ha coinvolto in modo drammatico i lavoratori dell’indotto, per i quali si parla di circa 850 famiglie coinvolte”. E in autunno scadranno i contratti di solidarietà per oltre 160 lavoratori diretti di Vado Ligure.
Per queste ragioni i sindacati hanno deciso di proclamare lo sciopero nazionale di tutti i lavoratori di Tirreno Power per l’intera giornata di martedì 31 maggio. Sarà coinvolto sia il personale giornaliero che quello turnista. Durante lo sciopero saranno comunque garantire le prestazioni previste dall’accordo sulla regolamentazione del diritto di sciopero nel settore elettrico, e sarà inoltre assicurata la reperibilità in caso di rischi per la sicurezza.