Vado L. Assemblea dei lavoratori di Tirreno Power in vista dello sciopero di domani mattina con il corteo che si unirà a quello della Bombardier. “Il tempo è scaduto e a due anni dal sequestro cautelativo da parte della procura di Savona gli azionisti della centrale Engie (ex Gaz de France/Suez) e Sorgenia, non sono stati in grado di presentare un piano industriale (o non hanno voluto) per dare prospettive di mantenimento del sito produttivo e dei livelli occupazionali esistenti” afferma l’Rsu sindacale di Tirreno Power, con i lavoratori che hanno appeso uno striscione in centrale con una scritto eloquente: “Sorgenia + Engie=Vergogna! 857 famiglie sul lastrico”.
Per Rsu e lavoratori: “L’unico obiettivo aziendale è stato quello di trarre il massimo profitto economico con sforzi minimi, ed una volta ottenuto il rifinanziamento del debito societario da parte di un pool di banche, ridimensionare il sito creando oltre 115 esuberi già dichiarati (oltre a più di 70 già collocati in mobilità), i quali si sommano agli 850 posti di lavoro persi tra indotto e personale diretto dal sequestro della centrale nel marzo 2014”.
“Tutto questo è inaccettabile per i lavoratori e per il territorio. In tale contesto il Governo, oltre alle evidenziate strategie energetiche nazionali di fuoriuscita dalla produzione a carbone, non ha fornito nessuna soluzione che obblighi a promuovere politiche industriali innovative e tecnologiche che possano salvaguardare tutti quei lavoratori legati alla produzione con combustibile fossile” aggiunge ancora l’Rsu sindacale dell’azienda vadese.
“IL tempo è scaduto, così come gli ammortizzatori sociali in scadenza ad ottobre Sorgenia ed Engie devono necessariamente fornire un piano di riqualificazione industriale, che possa garantire il futuro del sito produttivo. Ad oggi i lavoratori sono ancora in attesa di convocazione ad un tavolo di lavoro, richiamato nell’ordine del giorno del Consiglio regionale del 10 maggio scorso, dove tutte le forze politiche impegnano il Presidente e la Regione Liguria a “promuovere urgentemente l’individuazione di un percorso che porti alla risoluzione della vertenza Tirreno Power ed a richiedere un incontro urgente con il Governo per individuare le modalità di fuoriuscita dall’utilizzo del carbone”.
“I lavoratori richiedono anche l’immediata riattivazione del tavolo ministeriale, e gli impegni della Presidenza del Consiglio che doveva aggiornare l’incontro entro il 30 settembre 2015, ampiamente disatteso ed ancora in attesa di convocazione”.
“Ora è il momento delle responsabilità ed è indispensabile definire ed individuare un percorso che porti alla risoluzione della vertenza Tirreno Power, coinvolgendo tutte le istituzioni, dalla Presidenza del Consiglio alla Regione Liguria con il supporto degli enti locali. La riconversione di un’area e di una attività industriale reclama l’assunzione di responsabilità da parte di tutti”.