Savona. “Ermittlungen gegen Kurienkardinal Domenico Calcagno” scrive il Katholisch.de, il portale di riferimento in lingua tedesca della Chiesa cattolica. “Calcagno probed for ’embezzlement'”, rilancia l’agenzia Ansa in lingua inglese. Assume valenza internazionale la notizia dell’inchiesta che vede coinvolto l’ex vescovo di Savona Domenico Calcagno. Lo scandalo degli investimenti immobiliari a nome dell’Istituto di sostentamento del clero della diocesi di Savona che si sono rivelati fallimentari provocando un buco di alcuni milioni è letteralmente esploso ed ha superato i confini nazionali.
L’attività d’indagine della magistratura di Savona, d’altronde, riguarda un pezzo grosso del Vaticano: Domenico Calcagno è l’attuale presidente dell’amministrazione del patrimonio delle sede apostolica meglio conosciuto con l’acronimo di Apsa. E’ lui è indagato di concorso in malversazione con altre tre persone. Notizie di agenzia che rimbalzano all’estero e che mettono nuovamente sotto accusa la Chiesa e la gestione disinvolta del suo patrimonio. Sotto accusa ora c’è con lui che controlla la “cassaforte” vaticana e cioé l’organismo che gestisce il patrimonio immobiliare e finanziario della Santa
Sede. Il porporato che fu nominato vescovo a Savona al posto di Dante Lafranconi si dice sereno. “Confido nell’operato della magistratura italiana. Attendo fiducioso l’evolversi della vicenda”.
Ma nel frattempo l’eco dell’inchiesta è arrivata dall’altra parte del mondo con i lanci di agenzia in lingua inglese e tedesca. Fonti vaticane precisano comunque che nessuna delle operazioni oggetto di indagini nella diocesi di Savona é in “alcun modo collegata con il patrimonio vaticano e con gli incarichi ricoperti dal cardinale Domenico Calcagno all’interno della Santa Sede” e che le operazioni sotto esame della procura si riferiscono “principalmente” ad un periodo successivo al 2007, “anno in cui il cardinale lasciò l’ufficio di vescovo di Savona”. In Vaticano si sottolinea che ciascun istituto diocesano ha un proprio presidente e un Cda, che “prende le decisioni e se ne assume la responsabilità”. “Rispetto ad esse, il vescovo ha solo compiti di vigilanza e di autorizzazione per gli atti straordinari”, si puntualizza in Vaticano.