Savona 2016

Savona 2016, il dibattito di IVG.it infiamma la campagna elettorale: il confronto al Chiabrera fotogallery

Il resoconto della serata di ieri dove i candidati sindaci si sono confrontati su tutti i temi della campagna elettorale


Savona. Un dibattito vero, senza esclusioni di colpi ma nel giusto rispetto reciproco e delle regole, stoccate, repliche e controrepliche, una dietro l’altra, affrontando tutti i temi principali della campagna elettorale savonese: i tempi “serrati” per le risposte, secondo il modello del confronto all’americana, hanno permesso un confronto frizzante e ricco di riflessioni. Successo di pubblico ieri era al Teatro Chiabrera di Savona per il confronto tra i sette candidati sindaci organizzato da IVG.it, in collaborazione con Svolta.net (in alto il video integrale della serata).

La serata ha avuto anche uno scopo benefico, con i fondi raccolti a favore della Onlus “Flying Angels Foundation”, che si occupa di pagare i biglietti aerei ai bambini costretti a volare verso una destinazione per ricevere le cure necessarie che potranno salvarli o ridare loro una vita dignitosa.

Il via alla serata è stato battezzato dal video di tre minuti realizzato da IVG.it dal titolo “#Savona 2020”, uno spaccato della città savonese e dei suoi problemi visti con gli “occhi” dei cittadini intervistati (per vederlo cliccate “play” qui sotto).

Dopo la presentazione della serata e dei candidati sindaci che hanno avuto la possibilità di presentarsi al pubblico, il giornalista savonese Andrea Chiovelli ha lanciato la sua prima “picconata” agli aspiranti sindaci di Savona, con un inizio scoppiettante del dibattito.

Il primo a passare sulla graticola è stato Marco Ravera: “Sarebbe stato meglio allearsi con qualche altra lista di sinistra per fronteggiare meglio il centro-destra e il Movimento 5 Stelle? Questo genere di scelta è già stato fatto altrove, quindi non è una novità per il nostro schieramento”. Salvatore Diaspro, che spesso ha attaccato l’attuale maggioranza circa gli “errori da principianti”, è stato accusato di non avere esperienza amministrativa: “E’ vero, ma ho la passione per le cose e il desiderio di lavorare come farebbe un buon padre di famiglia”. Anche Ilaria Caprioglio è alla prima esperienza dopo un passato da modella e da scrittrice: “In questo periodo ho capito che la bellezza è qualcosa da farsi perdonare. Circa l’esperienza: se chi ce l’ha, come l’amministrazione uscente, ha ridotto Savona in questo stato, allora viva l’inesperienza”.

Daniela Pongiglione si presenta a capo di una lista civica che però al suo interno ha esponenti dei Verdi, cioè un partito: “I Verdi non sono presenti in parlamento e sono un’associazione, quindi non li definirei un partito politico”. Giorgio Barisone ha affermato che, se porterà a casa l’uno per cento delle preferenze, si tufferà in una fontana della città. Viene da chiedersi cosa l’abbia spinto a candidarsi: “Volevamo esserci per dare una speranza alla città”. Carlo Frumento ha “problemi” simili e, anzi, pareva che inizialmente non avesse nemmeno il numero sufficiente di candidati per potersi presentare: “Non solo toccheremo il 4 per cento, ma andremo anche in doppia cifra. E non è vero che mancavano i candidati, ne avevamo fin troppi e abbiamo dovuto operare delle scelte”. Ha chiuso il primo giro Cristina Battaglia, che ha fatto del rinnovamento una sua bandiera e poi ha inserito in lista alcuni amministratori uscenti: “Quando si guardano le liste bisogna fare attenzione a tutti, a chi c’è ma anche a chi non c’è”.

Ad aprire il vero e proprio confronto è stata la prima domanda rivolta dal direttore di IVG.it Federico De Rossi, che ha puntato l’obiettivo sulla riforma della sanità e sul “Libro Bianco” della Regione: “Cosa pensate di fare per proteggere l’eccellenza del reparti del San Paolo?”

La prima a rispondere è stata Battaglia: “Il San Paolo è baricentrico e strategico non solo per Savona. E’ l’ospedale di una città capoluogo e come tale deve dare servizi adeguati. Va difeso, potenziato e reso più efficiente”. Caprioglio ha ribattuto: “Il compito di un sindaco è difendere la salute dei cittadini. Occorre mettere in sinergia le risorse di un ospedale nel miglior modo possibile. Il San Paolo non è solo il nosocomio della città che è capoluogo di provincia ma anche il nosocomio di una città che ogni anno accoglie un milione di crocieristi”. Per Pongiglione “occorre rinforzare l’assistenza integrata domiciliare per ridurre le ospedalizzazioni. Basta coi tagli ai danni dei cittadini e coi trasferimenti dei macchinari così come è avvenuto con il reparto di emodinamica (con le attrezzature trasferite a Pietra Ligure). Il Dea di primo livello deve essere salvaguardato perché il bacino di utenza del San Paolo è molto ampio e non riguarda solo Savona città”.

Diaspro ha ribadito che “siamo per la sanità pubblica. Il San Paolo è un’istituzione fondamentale e qualora fosse a rischio faremo sentire la nostra voce in Regione. Anche perché Savona accoglie ogni anno un milione di viaggiatori sbarcati dalle navi da crociera”. Ravera ha aggiunto: “Il sindaco non ha deleghe in materia di sanità, ma ha un ruolo importante nella segreteria d’ambito e in quella sede può respingere gli attacchi alla sanità pubblica. Il ‘Libro Bianco’ pare preveda il declassamento del pronto soccorso del San Paolo e questo sarebbe un atto scriteriato. L’ospedale va rafforzato”.

Barisone ha detto che “occorre tagliare i rapporti coi privati e investire tutte le risorse nel pubblico. Per potenziare la sanità bisogna creare degli ambulatori di quartiere”. Frumento si è chiesto se “essendo tra le province più vecchie d’Italia, Savona si trovi nelle stesse condizioni di altre realtà. Negli anni passati ho presentato diverse interpellanze in merito e mi sarebbe piaciuto rivolgere diverse domande all’ex assessore regionale alla sanità Claudio Montaldo e all’allora direttore generale dell’Asl Flavio Neirotti, ma non ce n’è mai stata occasione”.

Il giornalista de “Il Secolo XIX” Mario De Fazio ha chiesto ai candidati se per loro fosse una buona idea riaprire la centrale termoelettrica Tirreno Power mantenendo l’alimentazione a carbone e cosa si possa fare nel nostro territorio per coniugare ambiente e lavoro. Per Diaspro “Tirreno Power doveva chiudere già vent’anni fa, ma è stata spolpata finché non è intervenuta la magistratura. Bisognava investire per la formazione dei dipendenti e trovare altri sbocchi in ambito produttivo, ma ciò non è stato fatto. Riaprire? Assolutamente no, entro il 2020 dovremo ridurre drasticamente l’uso di combustibili fossili per arrivare nel 2050 ad utilizzare solo energie rinnovabili”.

Pongiglione è contraria all’apertura: “Come dimostrato in un convegno che abbiamo organizzato la scorsa settimana in Sala Rossa, i danni causati dall’uso del carbone sono spaventosi. E occorre salvare le nostre popolazioni dall’inquinamento, altrimenti è inutile parlare di rilancio economica”. Per Caprioglio “coniugare sviluppo economico e rispetto dell’ambiente è la sfida del millennio. Il sindaco non può intervenire sulla riapertura di Tirreno Power, ma va ricordato che 150 dipendenti sono di Savona e questi vanno tutelati. Perciò occorre dialogare con le istituzioni nazionali”.

Per Barisone “il carbone è la scelta più errata. L’azienda si è defilata dopo aver distrutto il nostro territorio. Ora occorre fare in modo che questi fondi siano restituiti alla comunità. Ma si tratta di scelte politiche di respiro nazionale”. Per Battaglia “il carbone non è più sostenibile. Sul tema della centrale c’è un’inerzia imbarazzante. La Regione dovrebbe chiedere la convocazione di uno specifico tavolo. Occorre lavorare alla riconversione delle aree”.

E su questo tema la candidata del centro-sinistra ha attaccato il suo rivale pentastellato: “ La compatibilità tra ambiente e lavoro non è la battaglia del millennio, ma è una sfida che altri paesi hanno già vinto, è un tema che tocca la vita delle persone”. Diaspro ha ribattuto ricordando che “a Savona il Pd ha autorizzato la realizzazione di un deposito di bitume in porto e non è stato trasparente di fronte alle affermazioni delle associazioni ambientaliste che collegavano le morti sospette all’attività di Tirreno Power”.

Ravera ha proseguito il giro di risposte dicendo che “nella nostra provincia il carbone ha creato molto lavoro, ma anche molti problemi. Altrimenti non sarebbe intervenuta la magistratura, a meno di non considerare l’ex procuratore capo Francantonio Granero e il Pm Fiorenza Giorgio due frikkettoni ambientalisti. Siamo contrari alla riapertura, ma occorre coniugare ambiente e lavoro in qualche modo”. Per Frumento “la proprietà voleva strizzare il limone fino all’ultimo e poi buttarlo via. Questo sulle spalle di lavoratori e cittadini. Si tratta di un problema politico, perché sulla convenzione si è lasciata all’azienda la completa autotutela sui dati. Era come mettere la volpe a guardia del pollaio”.

Savona 2016, il dibattito di IVG.it coi candidati sindaco

La terza domanda è stata rivolta da Matteo Agnoletto di “Radio Babboleo”, il quale ha interrogato i candidati sul tema della sicurezza che (secondo tanti cittadini e specialmente i commercianti vittime di furti) sarebbe quantomeno critica.

Caprioglio ha affermato che “la sicurezza è un tema fondamentale del programma. In altre sedi Cristina Battaglia ha detto che la situazione di Savona è simile a quella che c’è a livello nazionale. Dire una cosa come questa conferma il fatto che non vive in questa città da vent’anni. Secondo noi occorre più sinergia tra le forze dell’ordine. In tanti casi è capitato che carabinieri, polizia di Stato e polizia municipale siano intervenute nello stesso posto quando sarebbe bastata una sola pattuglia. E poi occorre tolleranza zero: i savonesi non sono contrari all’inclusione, ma chi viene incluso deve avere gli stessi doveri degli altri savonesi. Esempio: a Savona c’è un campo nomadi che ospita sinti che risiedono in città da oltre trent’anni. Ormai non si possono più considerare nomadi, quindi devono pagare le tasse come tutti”.

Secondo Diaspro occorre “implementare la videosorveglianza e riorganizzare la polizia locale. L’ultimo governo ha tagliato un miliardo e mezzo di fondi per le forze dell’ordine, è chiaro che si creano problemi”. Frumento ritiene serva un “maggiore coordinamento tra le forze dell’ordine. Abbiamo realizzato uno studio sul tema e le soluzioni ci sono. Personalmente ho presentato un’interpellanza circa la situazione di Legino, che è uno dei quartieri più martoriati. E ho anche firmato la proposta di legge popolare per l’inviolabilità della proprietà privata”.

Barisone nota che “in giro ci sono poche pattuglie a causa della mancanza di fondi ministeriali e in questo modo fare prevenzione è impossibile. La tolleranza zero va bene, ma solo vero chi ha negato i diritti di chi è venuto qui in cerca di una nuova vita e in fuga dalla guerra”. Pongiglione nota che “la città è sporca: in passato ho inviato al sindaco Berruti un book con 40 fotografie che mostrano quanto siano sporchi i marciapiede. Il problema sicurezza si risolve in due fasi: la prima è creare una maggiore sinergia tra la municipale e le altre forze dell’ordine; la seconda è riportare la vita in tutte le zone della città con eventi e locali che possano far ‘girare’ i cittadini”.

Ironicamente, Ravera nota che “la sicurezza è come la temperatura, bisogna distinguere tra quella percepita e quella reale. Noi non siamo il Bronx. Occorre maggiore inclusione sociale, occorre creare una città più accogliente e coinvolgente. Non è una questione di razzismo. I miei vicini di casa sono stranieri e a parte un po’ di rumore sono persone fantastiche”.

Per Battaglia “la sicurezza è una condizione fondamentale per avere una città vivibile, ricca di attività commerciali e impresa. Non ho mai detto che la città sia insicura, ho solo detto che dipingere Savona in modo acritico come insicura e sporca è ingiusto. Per risolvere il problema, comunque, occorre creare dei punti di ascolto per raccogliere i problemi segnalati dai cittadini e quindi risolverli”.

Ancora sul tema, Caprioglio ha attaccato Battaglia sostenendo che la candidata di centro-sinistra “ora ha cambiato idea sulla sicurezza. Avrei difficoltà a fidarmi di una persona che cambia sempre idea”.

A chiudere il giro delle risposte è stata Pongiglione, che si è domandata “come si fa a giudicare pulita una città che in condizioni disastrose? Io giro in bus e a piedi e vedo in che condizioni sono i marciapiede”.

Un’altra domanda è stata posta da Mattia Noberasco, presidente dei Giovani Industriali di Savona, che ha chiesto ai candidati sindaco quali siano i loro piani circa il campus universitario di Legino e, più in generale, cosa si possa fare per incentivare le start-up dei giovani che vogliono investire nel mondo dell’impresa specialmente nella zona della Val Bormida.

Ravera ha detto: “Noberasco cita un tema che noi abbiamo toccato nel nostro programma. Il nostro campus è un gioiello e noi crediamo che potrebbe avere un preciso indirizzo in ambito ambientale, dato che è già in grado di produrre da solo l’energia elettrica di cui ha bisogno. L’obiettivo è creare innovazione che possa portare sviluppi anche nel basso Piemonte”. Pongiglione ha ribaltato la domanda e si è chiesta “cosa abbiano fatto gli industriali in questi anni, visto che il lavoro non può essere disgiunto dall’attenzione all’ambiente”.

Barisone è dell’idea che “occorre dare una mano ai giovani dando lavoro pulito e a tempo indeterminato. Per fare ciò bisogna dire basta ai campanilismi e lavorare tutti insieme sia qui in Riviera che in Valle e nel basso Piemonte”. Secondo Battaglia occorre “puntare sulla leva fiscale e creare agevolazioni per avviare nuove imprese. La Val Bormida è un territorio importantissimo, che può essere il nostro retroporto”.

Per Frumento “Savona e Genova devono essere le porte dell’Europa e perciò occorre creare le infrastrutture necessarie per collegare la Liguria al Piemonte e al resto del continente”. Secondo Diaspro “il campus è un’eccellenza, ma bisogna investire ancora su di esso. Occorre fare in modo che i giovani possano creare qui il loro futuro”. Caprioglio concorda sull’importanza di “creare uno ‘smart district’. In valle ci possono anche essere le condizioni occupazionali, ma spesso mancano le infrastrutture. Mi chiedo a questo proposito cosa abbia fatto negli anni le vecchie amministrazioni”.

La replica di Battaglia non si è fatta attendere: “Le vecchie amministrazioni hanno realizzato il campus, ecco cosa hanno fatto”.

Lo storico responsabile dell’ufficio stampa della Regione Mauro Boccaccio ha chiesto ai candidati il loro punto di vista sul milione di passeggeri che ogni anno transita per Savona attraverso il terminal crociere di Costa.

Per Diaspro si tratta di “una risorsa, ma occorre sviluppare il resto della città (e non solo il centro storico) portando i crocieristi a visitare l’entroterra e tutta la costa. Savona non ha una vocazione turistica ma occorre sfruttare queste occasioni”. Per Pongiglione “le crociere devono favorire il rilancio della città e per questo occorre attivare strategie che finora sono state trascurate. Dobbiamo fare promozione turistica via web ancora prima che i crocieristi arrivino a Savona. Tutti gli attori devono collaborare”.

Ravera sostiene che “i crocieristi sono un grande vantaggio, ma spesso quando arrivano si trovano una città chiusa. Noi siamo la città dei papi, abbiamo un complesso bellissimo come il San Giacomo che però versa in stato di abbandono. Dobbiamo puntare su queste risorse e unirle alla pedonalizzazione del centro storico”. Battaglia ha passato un po’ di tempo all’info-point del terminale e si è fatta un’idea di quello che succede ai turisti: “Prendono la cartina e partono… Ma serve un patto tra commercianti e amministrazione che porti ai musei aperti, a orari dei negozi fruibili e altro ancora. Abbiamo un potenziale enorme e inespresso che va sfruttato”.

Per Frumento “manca il marketing. Spesso nemmeno i savonesi conoscono le eccellenze della città come la cappella sistina, il museo della ceramica, il museo navale e il museo del santuario, che ha uno dei più importanti patrimoni ecclesiastici del mondo”. Per Barisone “bisogna stare attenti a non diventare costa dipendenti, ma è vero che a Savona c’è davvero un po’ di tutto: il museo Apple, San Giacomo e tanto altro”. Per Caprioglio “Savona deve assumere un’identità turistica e per farlo si dovrebbe mettere insieme campus e turismo. Abbiamo tanto da offrire ma non ci siamo mai messi a scaffale”.

Savona 2016, il dibattito di IVG.it coi candidati sindaco

A questo punto il presidente dell’Autorità Portuale Gian Luigi Miazza ha interrogato i candidati sulla ormai sempre più imminente “fusione” tra il porto di Savona e quello di Genova, ricordando come il Governo stia valutando l’ipotesi di una proroga di 36 mesi per facilitare la transizione.

Diaspro difende “l’autonomia dell’Autorità Portuale di Savona, ma il Comune non deve esserne suddito. I progetti vanno condivisi per il bene di entrambi. E per noi quello più importante è l’elettrificazione delle banchine. Senza dimenticare la lotta contro il bitume e lo spostamento del porto della Margonara nella zona di Miramare”.

Barisone vede “grosse opportunità nell’unica Autorità Portuale. Il lavoro è unico e uguale per tutti, non bisogna fare campanilisimi in questo senso. Ma la cosa importante è che Genova non sia matrigna e Savona schiavetta”. Ravera ricorda che “il porto di Savona è una risorsa importante, è il primo del Mediterraneo per la frutta e tra i primi cinque per il Pil. La cosa importante è cercare di mantenere entrambe le anime della città, quella turistica portata dal terminal e quella commerciale data dal porto”.

Caprioglio è contraria all’accorpamento: “La proposta di proroga arriva dal centro-destra in parlamento. Io sono per l’autonomia, perché il nostro porto è una risorsa fondamentale e ce lo teniamo stretto. Ci lavorano 8 mila savonesi”. Per Pongiglione “il discorso deve essere distinto su due livelli, quello amministrativo e quello lavorativo. L’accorpamento è necessario, in questo modo si taglieranno i dirigenti da 200 mila euro di stipendio all’anno. Ma piuttosto che rispondere alla domanda di Miazza vorrei chiedere io a lui quando il porto restituirà le aree che già da tempo dovrebbero tornare al Comune”.

Battaglia ha risposto prima a Caprioglio affermando che “se davvero al porto lavorassero 8 mila savonesi avremmo risolto la crisi occupazionale”. Poi ha spiegato: “L’Autorità Portuale di Savona non deve essere un ufficio, ma una direzione di scalo vera e propria. I 36 mesi di proroga devono servire a favorire questo processo di transizione”. Frumento ricorda che è stato “il primo consigliere a presentare un ordine del giorno in difesa dell’autonomia del porto di Savona”.

Il giornalista del Tg5 Alberto Pastanella ha chiesto ai candidati cosa si possa fare per favorire la ripresa economica.

Per Pongiglione “servono infrastrutture. Abbiamo il terminal Costa, ma siamo impreparati ad accogliere i turisti che porta. Questo anche perché manca una necessaria integrazione tra il piano regolatore comunale e quello portuale”. Per Diaspro “il turismo è il jolly che può giocarsi la città, ma manca un’accoglienza e una programmazione. La più grande vittoria di una città è quella di riuscire a far tornare un turista. Occorre far riscoprire l’entroterra e non puntare solo sul centro storico”.

Caprioglio ricorda che “in città ci sono 5 mila imprese attive, il 28 per cento delle quali è di donne. Occorre ridurre la burocrazia per favorire il loro lavoro”. Per Battaglia “il turismo non potrà compensare le attività economiche che ha perso negli anni e bisogna non tralasciare il settore artigianale e industriale. Occorre un’amministrazione che sappia ascoltare le categorie e poi valutare e scegliere”. Per Barisone occorre “portare il turismo ad essere quello che era in passato, questo anche destagionalizzando i flussi di visitatori”.

Ravera ha detto: “Siamo passati dall’essere una città industriale ad avere un’unica fabbrica che è la Bitron a Legino. A volte non è la politica che cambia le situazioni ma il caso. Noi vogliamo fare economia e impresa puntando sull’ambiente”. Frumento ritiene sia necessario “ripartire daccapo con tutto. Hanno chiuso troppi alberghi, bisogna combattere il turismo ‘mordi e fuggi’”.

La segretaria provinciale della Cgil Giulia Stella chiesto ai candidati quali iniziative si possano mettere in campo per rilanciare l’occupazione.

Caprioglio ritiene che sia necessario “far dialogare le parti e mettere intorno ad un tavolo tutte i soggetti interessati. Non si può parlare di rilancio se nei primi cento giorni non affrontiamo la questione del bilancio e dei 100 milioni di buco che abbiamo. Siamo con il sedere per terra”.

Ravera vuole attivare “uno sportello sui bandi economici europei. Questo può dare una risposta ad una crisi evidente e a un tessuto commerciale che si sta spegnendo”. Per Barisone il primo atto da realizzare nei primi cento giorni di mandato da sindaco è “il vincolo delle aree produttive, che troppo spesso in passato sono state convertite in aree edificabili e sono diventate speculazioni edilizie. E poi è necessario avviare il recupero del patrimonio edilizio esistente. In questo modo si potrà creare lavoro e dare una casa a chi ne ha bisogno. Inoltre, bisogna tagliare i debiti con le banche e rivolgere quei soldi ai cittadini”.

Pongiglione concorda con Caprioglio sul fatto che “quello del bilancio sarà un tema importante” e poi ha attaccato Stella circa le azioni messe in atto dal sindacato a difesa dei lavoratori di Tirreno Power: “Abbiamo dei verbali nei quali si parla esplicitamente di accordi tra le parti”.

Diaspro punta sulla riqualificazione ambientale con fondi europei per progetti condivisi: “Occorre puntare sulla ‘smart city’”. Frumento ritiene che si possa creare lavoro “nel terziario e nel turismo e facendo convenzioni con privati per rendere il Priamar la locomotiva dell’economia savonese”. Diaspro torna ancora sul tema della bio edilizia, grazie ai fondi europei”.

Battaglia ricorda come esistesse “un percorso, un protocollo d’intesa che prevedeva l’estensione dell’accordo di programma per la Valbormida e le sue attività produttive. E’ mia intenzione ripartire da lì”.

A Battaglia ha replicato Frumento, che ha osservato: “Savona deve decidere quale sia il suo futuro. Per me è il turismo”.

Savona 2016, il dibattito di IVG.it coi candidati sindaco

Alle 22.30 è stata la volta della domanda arrivata attraverso i canali dei social-network. Roberta Milano ha chiesto quali siano le intenzioni dei candidati in ambito di “strategia digitale”.

Barisone ritiene che “i problemi sono altri, quando avremo risolto quelli tireremo fuori i soldi per il digitale”. Per Frumento “non siamo preparati e occorrono le risorse dei privati”. Per Caprioglio bisogna “agganciarsi con quanto è stato fatto in Regione per ritrovare una vocazione turistica e mettersi finalmente sullo scaffale”. Per Ravera occorre “partire con la digitalizzazione degli uffici comunali e dei servizi ai cittadini”. Per Diaspro bisogna “partire dall’informatizzazione del Comune”, mentre Pongiglione parte da lontano e chiede “un potenziamento della banda ultra larga e un’alfabetizzazione di tutte le fasce di cittadini, specie quelle più anziane”.

Per Battaglia occorre elaborare una “agenda digitale per la totale digitalizzazione dei servizi che porti la semplificazione e l’identità digitale”.

A questo punto Barisone ha giocato la carta della “domanda incrociata” e ha chiesto a Battaglia se oggi avrebbe sfilato in corteo a Genova a fianco dei dipendenti di Tirreno Power. La candidata del centro-sinistra ha risposto che “ho incontrato i dipendenti e hanno il mio appoggio, ma ritengo che debba presenziare solo chi ha un ruolo istituzionale e io non voglio fare passerelle”.

Un’altra domanda rivolta dal direttore di IVG.it Federico De Rossi ha riguardato il sociale e i servizi alla persona: “Da decenni l’esternalizzazione è stata l’unica scelta per garantire i servizi sociali ai cittadini, con il mondo del terzo settore e della cooperazione sociale in particolare a svolgere un ruolo determinante. Quale sarà il rapporto politico con il mondo della cooperazione? In che settori del sociale la vostra futura amministrazione intende investire o tagliare?”

Barisone intende subito “verificare che le coop legate al Comune siano tali e non istituzioni digestive di soci lavoratori. L’amministrazione, quindi, deve controllare i contratti e le tutele dei gruppi convenzionati”. Ravera sottolinea che ci sono “criticità dovute ai tagli attuati negli anni precedenti a partire dal governo Berlusconi. Ciò ha finito per penalizzare il servizio con gare al ribasso che hanno portato allo sfruttamento dei lavoratori”.

Caprioglio ritiene che “bisogna sedersi tutti intorno a un tavolo e garantire la trasparenza sulle coop affinché non siano solo collettori di voti e di poltrone”. Battaglia ricorda che “esistono regole precise sugli affidamenti. Alcune coop svolgono un importante ruolo di inclusione sociale”. Pongiglione ritiene si tratti di “un settore importantissimo e che debba garantire la qualità. Ci sono coop che pagano poco i loro dipendenti: il Comune deve vigilare su queste situazioni”.

Frumento apprezza il lavoro svolto dall’amministrazione uscente: “Occorrono controlli seri, non è logico che i lavoratori più sfruttati siano quelli delle coop.Uno degli slogan di Berruti era ‘In questa città nessuno sarà lasciato solo’. Credo che sia stato così: uno dei campi in cui ha operato meglio è proprio il welfare. Anche per questo, se dovessi vincere riconfermerò Isabella Sorgini assessore ai servizi sociali”. Per Diasro “il sociale è un settore estremamente delicato. Bisogna controllare come e dove vengono spesi i soldi. Anche per questo è necessario nominare persone competenti al fine di ridurre i costi”.

Poi sono partite le domande incrociate tra i candidati. Pongiglione ha chiesto a Battaglia quali saranno le sue scelte in campo ambientale e in particolare sul porto della Margonara, sul bitume e sulla differenziata: “Sul bitume ho risposto diverse volte – ha detto Bataglia – Il deposito non va fatto. Circa il porto, esiste una sentenza. Ora bisogna capire come minimizzare i danni e la sostenibilità del progetto di Gambardella. Per quanto riguarda la differenziata, partiamo dal 30 per cento: l’obiettivo è arrivare al minimo di legge del 65 per cento. Ciò permetterà di evitare il pagamento dell’ecotassa”.

Caprioglio ha chiesto a Battaglia quali siano le sue intenzioni riguardo Ata spa: “Occorre puntare sulla differenziata. Sul tema ci sarà il mio massimo impegno, ma occorre comprendere il quadro finanziario in cui ci collochiamo”.

Frumento ha chiesto a Diaspro se d’ora in poi metterà in atto una politica priva di attacchi e di atti volti a screditare gli avversari e lavorerà per il rilancio della città o meno: “Dire no è un segno di libertà – ha ribattuto Diaspro – Noi diciamo anche tanti sì: allo sviluppo sostenibile, alle energie rinnovabili, al lavoro per i giovani”.

Diaspro ha chiesto a Battaglia come faccia ad essere credibile visto che rappresenta l’amministrazione uscente: “Sono credibile perché sostengo quello che dico – ha ribattuto l’esponente del centro-sinistra – E non rappresento la continuità”.

La Caprioglio ha chiesto poi alla Battaglia come possa aver cambiato idea sul tema del rinnovamento in lista così come sulla sicurezza in città, con il candidato sindaco del Pd che ha risposto affermando come “la mia candidatura rappresenta il rinnovamento, quanto alla sicurezza ho affermato che è aumentata la percezione di paura nei cittadini seppur i dati delle forze dell’ordine parlino di un calo dei reati”.

Ravera ha poi rivolto una domanda alla Caprioglio e nel mirino è tornato il tema della sanità: “Voi in Regione state pianificando il declassamento del pronto soccorso di Savona…”. La Caprioglio: “I tagli alla sanità vengono da Roma…Io rivendico la mia indipendenza e per questo difenderò ogni reparto e specialità del San Paolo”.

Savona 2016, il dibattito di IVG.it coi candidati sindaco

La serata si è poi conclusa con alcuni flash finali da parte del direttore di IVG.it Federico De Rossi: sulla possibile apertura di nuovi centri commerciali tutti i candidati sindaci hanno espresso il loro secco No, sul gioco d’azzardo – Barisone e Ravera: “No al proibizionismo, ma limiti chiari e rigorosi”; Battaglia: “Limiti rigorosi ma estesi al territorio”; Diaspro: “Limiti estesi sugli orari”; Caprioglio: “Mantenere le limtazioni e i controlli”; Pongiglione: “Nel 2011 abbiamo tirato fuori noi il problema…”; Frumento: “Ho outing su ludopatia”

E i giovani? Barisone: “Inserirli nella squadra comunale”. Ravera: “Agevolazioni per spazi e nuove attrattive non solo in Darsena”; Battaglia: “Pronti a fare un piano operativo con i giovani”; Diaspro: “Incentivare sport e divertimento”; Caprioglio: “Sport importantissimo perché toglie i giovani dalla strada; Pongiglione; “Rivitalizzare quartieri, ma anche sport e agricoltura biologica; Frumento: “D’accordo con tutti…Aprire ai giovani un assessorato specifico”.

In conclusione le ultime stoccate ai candidati sindaci da parte di Andrea Chiovelli: Barisone: “Anacronistica la lotta di classe? I ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri…”; Ravera: “Candidato improbabile? Noi abbiamo un’idea di città precisa e poi improbabile può essere anche positivo…”; Battaglia: “Larosa si e Lirosi no? Non era necessario candidare una persona che aveva fatto cinque mandati…”. E per Diaspro: “Il vero sindaco Eric festa? Non è vero…Da noi comanda il gruppo”;Caprioglio: “Io candidata da Luciano Pasquale? No, sono stata candidata da tante persone che hanno fatto il mio nome”; Pongiglione: “Aschiero era nella precedente maggioranza? Ha portato avanti delle battaglie contro carbone e non ho visto una stonatura nella nostra collaborazione: non è stato schierato il Pd”.

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