Savona. “Ormai mi trasferisco a Savona”. Eccola, la “bomba” che Matteo Salvini lancia ai giornalisti pochi minuti prima di salire sul palco per il comizio in sostegno della candidata sindaco del centrodestra Ilaria Caprioglio.
Per il leader del Carroccio si tratta della seconda “sortita” a Savona dopo quella del 14 maggio scorso. Due visite in pochi giorni che chiariscono, se ancora ci fossero stati dei dubbi, come la partita savonese sia in realtà di interesse almeno regionale, se non nazionale: strappare al centrosinistra una “roccaforte” consolidata come la città della Torretta significherebbe lanciare al governo Renzi un altro segnale forte, dopo quello costituito dalla vittoria alle regionali di Toti lo scorso anno.
E Salvini conferma questo interesse con le sue parole: “Ormai mi trasferisco a Savona – ha scherzato – son testardo, ho la testa dura… quando voglio vincere una battaglia ci vengo fino alla fine”. La partita è ovviamente difficile, e i numeri al momento sorridono ancora a Cristina Battaglia, ma Salvini ci crede: “A Savona si può vincere, assolutamente”.
Sul palco, poi, il leader del Carroccio ha incentrato il proprio comizio soprattutto sul referendum costituzionale del prossimo ottobre: Salvini ha invitato i savonesi a votare “no” per “mandare a casa Renzi e la Boschi”.
Non sono mancate, così come nella precedente occasione, le contestazioni. Darsena “blindata” dalle forze dell’ordine per tenere separati il leader leghista e i manifestanti, una cinquantina di persone che hanno fatto sentire la loro voce intonando “Bella ciao” e slogan contro il fascismo. Eloquente lo striscione esposto dai contestatori: “Fascio leghista, Savona non ti vuole”.