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Regione, sì alla nomina dei sottosegretari: minoranza sulle barricate

Toti: "Servono per garantire migliore efficienza ed efficacia nei servizi. Il costo sarà contenuto o addirittura nullo"

consiglio regionale

Regione. Con 16 voti favorevoli (maggioranza di centro destra) e 15 contrari (minoranza), è stato approvato il disegno di legge 56 “Modifica della legge statutaria 3 maggio 2005, numero 1 per l’introduzione della figura del Sottosegretario”.

La modifica introdotta prevede che il presidente della giunta possa nominare fino a tre sottosegretari, determinandone compiti e attribuzioni con il decreto di nomina. I sottosegretari coadiuvano il presidente e gli assessori nell’esercizio delle funzioni loro attribuite o delegate. Viene specificato che i Sottosegretari partecipano alle sedute della giunta regionale, senza diritto di voto.

Il provvedimento dovrà essere nuovamente sottoposto all’approvazione dell’Assemblea in un periodo non inferiore a due mesi dopo questa prima approvazione.

Respinto con 16 voti contrari (maggioranza) e 15 a favore (minoranza) l’ordine del giorno presentato da Raffaella Paita (Pd), e sottoscritto dagli altri consiglieri del gruppo, che chiedeva di non passare all’esame degli articoli.

Respinti tutti gli emendamenti presentati dai consiglieri del Pd che chiedevano, fra l’altro, di nominare un solo sottosegretario, che a questa figura non siano delegati atti che siano espressione della politica della giunta, che non possano essere nominati coloro che si trovano nelle condizioni previste come causa di ineleggibilità o incompatibilità per i consiglieri regionali e, infine, che l’indennità del sottosegretario sia fissata con una legge regionale nei limiti del 20 per cento dell’indennità dei consiglieri regionali e non venga corrisposta qualora il sottosegretario sia scelto fra i consiglieri regionali in carica.

Respinti i tre emendamenti presentati dai consiglieri del Movimento5Stelle che chiedevano, rispettivamente, di scegliere tutti e tre sottosegretari, o almeno due o uno, fra i consiglieri regionali in carica.

Respinti gli emendamenti presentati da Giovanni Pastorino (Rete a Sinistra) che chiedevano che le funzioni attribuite ai sottosegretari siano definite per iscritto, che la figura del sottosegretario svolga un ruolo di collaboratore e non di coadiutore del presidente e degli assessori, che l’indennità del sottosegretario non sia superiore al 60% della indennità di mandato del consigliere regionale.

Nella discussione generale, avviata nella seduta del mattino, nel pomeriggio sono intervenuti Marco De Ferrari (Mov5Stelle) e Raffaella Paita (Pd).

Marco De Ferrari, M5S

Marco De Ferrari (Mov5Stelle) ha criticato i costi che deriveranno dall’istituzione della figura del sottosegretario accusando il presidente della giunta Toti di incoerenza rispetto a quanto aveva annunciato in campagna elettorale sulla riduzione dei costi della politica e ha ricordato che i consiglieri del suo gruppo si sono autoridotti l’indennità determinando un risparmio per l’amministrazione regionale.

Raffaella Paita (Pd) si è espressa contro il provvedimento della maggioranza spiegando che sarebbe stata auspicabile una riforma strutturale dell’Ente e ha ribadito che esiste “un’assenza di strategia dell’Ente nelle riforme che riguardano la macchina amministrativa”. Paita ha aggiunto, inoltre, che non sono ben delineate le figure dei sottosegretari, che non avranno diritto di voto, ma sui quali restano aperti molti interrogativi.

Raffaella Paita Consiglio regionale

Il presidente della giunta, Giovanni Toti, dopo aver sottolineato che per diverse ore ha ascoltato sempre le medesime osservazioni da parte della minoranza e che anche questo tempo fa crescere i costi dell’amministrazione, ha spiegato: “I sottosegretari servono perché questa giunta lavora molto, lavorano molto tutti gli assessori e tutta questa maggioranza politica, che ha fatto più cose in questo primo anno che sta per concludersi di quante non ne abbiano fatte i nostri predecessori nei dieci anni precedenti”.

Il presidente della giunta ha rimarcato: “Tre sottosegretari servono perché riteniamo che questo porti a una maggiore efficienza ed efficacia non certo a livello politico, perché lavoriamo benissimo insieme, ma per migliorare i servizi per i cittadini. La precedente maggioranza di centro sinistra non è stata mandata a casa perché aveva 13 assessori, di cui tre esterni, ma perché non è stata in grado di produrre i risultati accettabili”.

Toti, respingendo alcune affermazioni della minoranza, ha puntualizzato: “Gli assessori godono della mia assoluta fiducia, hanno il doppio delle deleghe rispetto al passato e, nonostante questo, le stanno portando avanti nel modo migliore nell’interesse dei cittadini”.

Il presidente ha quindi fatto alcune precisazioni in merito alle nuove figure: “Questa amministrazione, una volta modificato lo statuto proporrà una legge istitutiva dei sottosegretari e ne stabilirà i limiti di esercizio. Di questo si discuterà di nuovo in Consiglio regionale, e immagino che opposizione e maggioranza vorranno intervenire per migliorare la legge”.

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Per quanto riguarda i costi derivanti dalle nomine dei sottosegretari, il presidente ha precisato che  l’aggravio di spesa (se ci sarà) è ben lontano dalle cifre che sono state ipotizzate dai consiglieri  di minoranza e potrebbe essere addirittura nullo: “Non ci saranno code in Piazza De Ferrari di persone intenzionate a ricoprire quel ruolo” ha ironizzato Toti, il quale ha commentato che non risulta facile “accettare lezioni contro gli sprechi da chi ha lasciato la Liguria nelle condizioni in cui l’ho trovata e che governa il Paese in questo modo”.

Nella presentazione degli emendamenti sono intervenuti Luigi de Vincenzi e Valter Ferrando del Pd mentre Alice Salvatore, Fabio Tosi, Francesco Battistini e Andrea Melis del Mov5Stelle, Gianni Pastorino (Rete a Sinistra), Juri Michelucci, Giovanni Lunardon , Sergio Rossetti, Raffaella Paita e Luca Garibaldi del Pd hanno ribadito la propria contrarietà al provvedimento.

Nelle dichiarazioni di voto finali sono intervenuti Luca Garibaldi (Pd), Gianni Pastorino (Rete a Sinistra), Alice Salvatore, Francesco Battistini e Marco de Ferrari del Movimento5Stelle, Giovanni Lunardon e Raffaella Paita (Pd), Fabio Tosi (Mov5Stelle).

Al termine di “undici ore di ostruzionismo contro la modifica allo statuto proposta dal centrodestra per l’istituzione dei sottosegretari”, il capogruppo del Pd Raffaella Paita ha detto: “La nostra è stata una battaglia per abbattere i costi della politica, di fronte a una destra che invece pensa solo distribuire poltrone. Anzi addirittura istituisce nuove figure come quelle dei sottosegretari che gravano sulle spalle dei cittadini. Da questa sera i costi della politica, in Regione Liguria, sono di fatto aumentati grazie alla giunta Toti. A pagare le spese del mantenimento degli equilibri politici di questa maggioranza ci penseranno i cittadini liguri”.

Pippo Rossetti

I consiglieri regionali del Pd hanno osservato ironicamente: “Dopo il Piano Casa arriva il Piano Casta. Questa maggioranza ha gettato la maschera, dimostrando una scarsa coerenza e chiarendo a tutti quanti che al centrodestra di diminuire i costi della politica importa ben poco. Anzi: da un anno non fa che aumentarli. Eppure alcuni degli attuali consiglieri e assessori regionali, quando sedevano tra i banchi della minoranza poco più di 12 mesi fa, sostenevano posizioni diametralmente opposte. Forse hanno perso la memoria, o più semplicemente hanno cambiato idea”.

Paita infatti ha ricordato, insieme al consigliere del Pd Pippo Rossetti “le battaglie della Lega Nord contro gli assessori esterni o contro il settimo assessore: secondo loro – ha precisato Rossetti – ne sarebbero bastati sei. Oggi che sono al governo della Regione però, non soltanto dicono che sette assessori sono pochi, ma vogliono anche affiancargli tre sottosegretari”.

Una sorta di vice assessori che secondo Barbagallo sembrano quasi delle “badanti, perché forse – precisa il consigliere Pd – in questi dodici mesi, il presidente Toti si è accorto che alcuni componenti della sua giunta non sono in grado di svolgere i compiti che gli sono stati assegnati; ma allora sarebbe stato meglio un rimpasto, invece che la nomina di altre tre figure che peseranno sulle spalle dei cittadini”.

Luca Garibaldi

Tanto più, gli ha fatto eco il vicecapogruppo Garibaldi “che in questo primo anno non è che la giunta abbia brillato per operosità. Le proposte di legge sono state pochissime e mediocri. A cosa servono quindi tre persone in più? Servono soltanto per tirare a campare ancora un po'”.

Il consigliere Juri Michelucci, che ha letto la relazione di maggioranza, ha sottolineato anche che la giunta non ha mai chiarito il ruolo dei sottosegretari. “Quali saranno i loro poteri? – chiede Michelucci – La maggioranza per il momento non ha mai detto nulla in proposito. Forse perché l’unico scopo di questi sottosegretari è blindare la coalizione, per distribuire posti e poltrone. Altre Regioni hanno istituto la figura del sottosegretario, ma sempre in proporzione agli abitanti e al numero dei consiglieri. Toti ne vuole tre in Liguria quando l’Emilia Romagna, che ha un territorio molto più vasto del nostro, ne ha soltanto uno, che è persino è un consigliere eletto”.

Il consigliere Giovanni Lunardon ha poi precisato che “quando il centrosinistra governava la Regione ha abolito i vitalizi, tagliato gli stipendi e ridotto il numero dei consiglieri. E tra le prime proposte di legge del Pd – ha ribadito – c’è stata un’ulteriore riduzione degli emolumenti, ma la maggioranza non solo ha bocciato questa pdl ma ha fatto dimettere da consiglieri due assessori favorendo l’ingresso in aula di due persone e in più. Oggi vuole far lievitare ulteriormente i costi aggiungendo tre sottosegretari”.

Luigi De Vincenzi

“Ascoltando le ragioni del centrodestra a sostegno di questa modifica – è intervenuto il consigliere Luigi De Vincenzi – mi stupisce come si possa cambiare così radicalmente idea nel giro di così poco tempo, vista la convinzione con cui si batteva in aula l’allora minoranza”. Anche il consigliere Valter Ferrando ha ricordato l’incongruenza delle attuali posizioni del centrodestra con quelle espresse un anno fa.

“Se allora ci fosse stata una condivisione e non una posizione demagogica – ha concluso – forse le posizioni di oggi sarebbero diverse. Io ho proposto in un emendamento che i sottosegretari vengano scelti tra i consiglieri regionali e questo non porterebbe ad alcun aggravio di costi”.

Alice Salvatore

I portavoce del Movimento 5 Stelle hanno detto: “Quel che temevamo e abbiamo denunciato in tutti i modi e in tutte le sedi istituzionali ora è diventato realtà. Oggi ha vinto la vecchia politica degli sprechi e del clientelismo, hanno perso il buon senso e la buona politica. Il tutto pagato, e a caro prezzo, ancora una volta, dai cittadini liguri”.

“Una figura di cui non si sentiva minimamente il bisogno – attacca la portavoce Alice Salvatore – Nessuna responsabilità giuridica, nessuna possibilità di votare in assemblea. Sono solo dei vice di presidente e assessori, magari solo utili per prendere le loro veci in occasioni pubbliche. Solo in altre tre realtà italiane esiste questa figura: in Lombardia con 4 sottosegretari per una popolazione di 10 milioni di abitanti, in Emilia-Romagna con un sottosegretario per 4 milioni e mezzo e in Calabria con 2 sottosegretari per quasi 2 milioni di abitanti. Oggi la Liguria ha battuto ogni record con ben 3 sottosegretari per 1 milione e mezzo di abitanti! Un’anomalia inutile e a tutto danno dei contribuenti, senza avere in cambio alcun beneficio concreto”.

Nel corso della seduta, la maggioranza ha anche bocciato sistematicamente tutti gli emendamenti presentati dal MoVimento 5 Stelle, a firma Fabio Tosi, per abbattere i costi del provvedimento.

“In particolare, abbiamo chiesto che la figura del sottosegretario sia ricoperta da un consigliere regionale eletto dai liguri e senza oneri aggiuntivi, come, del resto, la stessa maggioranza aveva avanzato pubblicamente – spiega Tosi – Ma il centrodestra, in barba a qualunque logica di spending review, è passata sopra anche a questa proposta come un caterpillar a colpi di maggioranza, dando l’ennesimo schiaffo ai liguri, trasformati ormai in un bancomat personale del presidente Toti”.

“Oltre al danno del provvedimento – rincara la dose Salvatore – ci è toccato subire anche la beffa del solito teatrino del Partito Democratico, che grida allo scandalo e dà lezioni di moralità, ma non si è mai ridotto gli emolumenti (né in Regione, né in Parlamento), né ha mai rinunciato ai rimborsi elettorali. La lotta agli sprechi non si fa solo tagliando su incarichi e competenze inutili, ma, soprattutto, sugli stipendi da nababbi della politica, a cui né Toti né il Partito Democratico hanno mai rinunciato”.

Gianni Pastorino

Il consigliere regionale di Rete a Sinistra Gianni Pastorino ha detto: “Anche stavolta sta andando in scena una discussione surreale: la pochezza dell’unico articolo che la giunta ha sottoposto all’aula impedisce qualsiasi discussione. Al contempo, nessuno ci ha ancora chiarito il senso della figura del sottosegretario. Il centrodestra resta trincerato dietro l’unico consigliere che gli garantisce la maggioranza; nessuna spiegazione sull’architettura istituzionale che verrà a definirsi, nessuna quantificazione dei nuovi costi che graveranno sul bilancio, nessun chiarimento circa i rapporti che questa fantomatica figura politica dovrà tenere con l’apparato dirigenziale e la struttura amministrativa. Insomma: nessun argomento che giustifichi tale soluzione. Proprio nulla da dire ai cittadini? Tutti motivi che rafforzano le nostre posizioni: noi, come Rete a Sinistra, siamo contrari all’istituzione dei sottosegretari”.

Il ragionamento si spinge oltre: “Restando nel merito, siamo ugualmente contrari all’ampliamento dell’ufficio di presidenza da 3 a 5 membri: per noi è un’operazione incomprensibile, senza fondamento. Nonostante venga ammantata di un valore per la rappresentanza dell’opposizione, in realtà costituisce soltanto un aumento dei costi della politica. E rappresenta una contraddittoria sproporzione rispetto al numero di consiglieri eletti, considerato che un ufficio di presidenza costituito da 5 membri è tarato su 41 consiglieri, non sugli attuali 31”.

Toti ha ribadito: “I sottosegretari servono (ma capisco che sia difficile da comprendere) perché questa giunta lavora molto, al di là di quello che le opposizioni ritengono. Lavorano molto tutti gli assessori e questa maggioranza politica, che ha fatto più cose in questo anno che sta per concludersi di quante non ne abbiano fatte i nostri predecessori nei dieci anni precedenti. I miei assessori non solo godono dell’assoluta fiducia mia e della maggioranza politica che ci sostiene, ma hanno il doppio delle deleghe rispetto al passato e, nonostante questo, le stanno portando avanti nel modo migliore e nell’interesse dei cittadini. Tre sottosegretari servono perché riteniamo che questo porterà a una maggiore efficienza e efficacia, non a livello politico, perché lavoriamo benissimo insieme, ma nell’offerta di servizi ai cittadini”.

“Non vorrei inseguire né l’opportunismo del Pd, da cui mi sarei aspettato qualche applauso visto che il loro ex presidente aveva sottolineato quanto sette assessori fossero decisamente troppo pochi – ha aggiunto il presidente Toti – né il pauperismo grillino. Se la politica deve rimanere una cosa di tutti, e non solamente di chi è benestante di famiglia, deve avere la giusta ricompensa per le ore che si spendono onestamente e lavorando al servizio cittadini”.

cronaca

Il governatore ha poi ricordato che “la precedente maggioranza di centro sinistra non è stata mandata a casa dai cittadini perché aveva 13 assessori, di cui tre esterni, ma perché, nonostante questo numero, non è stata in grado di produrre risultati accettabili”.

“Vorrei riportare un filo di ordine nella discussione: stiamo parlando – ha proseguito il governatore Toti – della modifica dello Statuto. Questa riforma rimarrà a disposizione di qualsiasi maggioranza politica che governerà la Liguria e che potrà nominare i sottosegretari, definendone assunzione, costi, limiti e attività. Questa amministrazione, una volta modificato lo statuto, proporrà una legge istitutiva dei sottosegretari e ne stabilirà anche tutti i limiti di esercizio e di tutto questo si discuterà di nuovo in questo Consiglio regionale. Ho sentito cifre surreali sul costo dei sottosegretari come ‘7 o 10 milioni di euro’: se così fosse, dovrebbe esserci la coda. E’ ovvio che non sarà così: l’aggravio spesa sarà ben lontano dalle cifre che ho sentito e forse addirittura nullo”.

“In ogni caso, francamente, mi risulta difficile accettare lezioni di sprechi da chi ci ha lasciato la Liguria nelle condizioni in cui l’abbiamo trovata e da chi governa il paese con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. In materia di sprechi – ha sottolineato – certamente possiamo imparare molto dalla precedente amministrazione di centro sinistra ma mi auguro che non saremo capaci di farlo. Ad ogni modo, non credo che i cittadini siano appassionati di questa discussione. Ciò che ai cittadini interessa è che noi andiamo avanti con le riforme strutturali: dalla Protezione Civile al Piano Casa, dalla riforma dell’organigramma regionale alle riforme in materia di commercio fino alla riforma sanitaria che discuteremo da qui a pochi giorni. Non credo proprio – ha concluso – che i 3 Sottosegretari faranno la differenza in termini di costi”.

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