Santa corona

I numeri della Cardiologia: “guerra” con Savona? Il primario: “Centro unico difficile ma possibile” video

Gian Battista Danzi: "In Liguria bisogna evidenziare i problemi di trasporto del paziente"

Pietra Ligure. “Uno o due centri? Razionalizzare è importante, ma bisogna garantire un servizio ugualmente tempestivo”. Così Gian Battista Danzi, direttore dell’unità operativa della Cardiologia del Santa Corona, parla del piano di riorganizzazione della sanità ligure contenuto nel “Libro Bianco” elaborato dalla Regione e del futuro del reparto di Cardiologia ed Emodinamica del nosocomio pietrese, reparto d’eccellenza e nell’ambito di un Dea di II livello.

E così dopo la “battaglia” per l’estensione sulle 24 ore dell’attività svolta dal reparto di emodinamica del Santa Corona, ora potrebbe scatenarsi un’altra “guerra” tra Savona e Pietra per stabilire chi potrà avere l’eventuale unico centro della provincia savonese, secondo le direttive di specificità dei singoli ospedali ribadito dall’assessore regionale alla sanità Sonia Viale.

“Spero non si scateni alcuna guerra – dice Danzi – Io vengo da fuori e non vedo questo campanilismo, ma francamente mi sembra qualcosa che debba essere superato. Questo è un servizio irrinunciabile e lo dimostra il fatto che da quando abbiamo esteso il servizio sulle 24 ore la nostra attività, soprattutto per quanto riguarda il trattamento dell’infarto miocardico acuto, è aumentata. Detto questo, noi faremo ciò che ci verrà detto. Non possiamo astenerci dal seguire degli indirizzi”.

cardiologia santa corona

L’ipotesi di un reparto unico per tutta la provincia è fattibile, ma a certe condizioni: “La razionalizzazione è sicuramente una cosa importante, su questo non si discute – concede Danzi – Può essere fatto tutto, ma dipende dalle risorse. Se queste sono esaurite si può decidere di realizzare una sola struttura, ma in questo caso deve essere garantito (e questo è fondamentale) l’accesso paritario ai pazienti”.

“Un paziente che abita nell’ultimo comune della provincia (geograficamente parlando) che ha un infarto deve riuscire ad arrivare in reparto ed essere trattato entro 60 minuti. Questo purtroppo non è sempre garantito. Perciò se si decide di avere un solo centro che fa angioplastica dell’infarto, occorre avere a disposizione un numero adeguato di automediche. Questo specialmente in alta stagione, quando ci possono essere più interventi in contemporanea”.

Quindi per Danzi prima di mettere in atto riforme e riorganizzazione occorre valutare bene ogni aspetto: “Non so se costi di più mantenere due centri che portano avanti la loro attività o avere un centro unico però con una afferenza garantita. Un’altra cosa di cui la Liguria è priva è il trasporto notturno con elicottero, che non è sempre possibile. Ciò comporta che essere residenti a Ventimiglia è più limitante rispetto al fatto di abitare a Genova o a Villa Azzurra”.

Insomma, prima di procedere occorre “strutturare la cosa in modo adeguata. Che siano una, due o tre o cinque reparti è relativo. Se ne può avere uno solo con una ottima rete o due con una rete meno forte. Ma questa è una scelta politica che spetta a noi, noi possiamo dare solo consigli”.

cardiologia santa corona

L’importanza della cardiologia è raccontata dai numeri: “La cardiologia del Santa Corona svolge una grossa attività. Abbiamo più di mille ricoveri annui, mentre l’emodinamica ha circa 900 pazienti l’anno. Il 18 per cento di questi viene da fuori provincia, quindi si tratta per lo più turisti. Noi svolgiamo anche un’attività di elettrofisiologia ed elettrostimolazione per la quale impiantiamo oltre 230-240 pace-maker l’anno. Inoltre effettuiamo ablazioni e abbiamo un’attività ambulatoriale molto importante con oltre 30 mila prestazioni, 8 mila ecocardiogrammi e mille prove da sforzo. Si tratta di un’attività consistente realizzata per la popolazione del territorio che usufruisce dell’ospedale Santa Corona ma rivolta anche a una parte consistente di pazienti che è qui per turismo”.

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