Onzo. Ha scelto il giorno del Corpus Domini, durante la messa celebrata a Onzo, per rassegnare pubblicamente le dimissioni. Ha letto un comunicato ai fedeli salutandoli. Don Angelo Chizzolini, il parroco di Arnasco, che a gennaio era stato criticato perché non aveva benedetto la salma di Aicha Bellamoudden, morta nell’esplosione della palazzina di Bezzo ad Arnasco, ha deciso di lasciare l’incarico di parroco. Una decisione arrivata dopo essersi consultato con il vescovo coadiutore Guglielmo Borghetti.
Così il presule toscano spiega come è andata: “Tempo fa don Angelo mi aveva chiesto di poter lasciare quelle tre parrocchie. Abbiamo concordato e ragionato insieme che cosa fare, senza fretta e dopo aver riflettuto, sempre insieme. Oggi ha dato ufficialmente le dimissioni dalle tre parrocchie comunicandolo ai fedeli – ha raccontato il presule – Per un nuovo incarico, sempre all’interno della Diocesi, devo ancora decidere. Ci sarà un supplente, ma in tempi brevi affiderò le parrocchie ad un nuovo sacerdote”.
Don Chizzolini ha salutato i parrocchiani citando due canoni del codice di diritto canonico: il 538 Il parroco cessa dall’ufficio con la rimozione o il trasferimento deciso da parte del Vescovo diocesano a norma del diritto, con la rinuncia fatta dal parroco stesso per giusta causa, la quale, per essere valida, deve essere accettata dal Vescovo, e inoltre cessa allo scadere del tempo se fu costituito a tempo determinato, secondo le disposizioni del diritto particolare di cui al can. 522. E il 541 . Quando la parrocchia diviene vacante e quando il parroco è impedito nell’esercizio della funzione pastorale, prima della costituzione dell’amministratore parrocchiale, assuma interinalmente il governo della parrocchia il vicario parrocchiale; se essi sono più d’uno, il più anziano per nomina; se poi mancano i vicari, lo assuma il parroco che è indicato dal diritto particolare. Insomma ha salutato e fornito le prospettive future della chiesa dell’entroterra.
Per don Chizzolini si chiude un periodo travagliato. Dopo la storia della salma di una donna marocchina morta tragicamente che non aveva benedetto, in paese erano spuntati fuori diversi manifestini anonimi che avevano alimentato altre tensioni. Volantini e scritte offensive ancora oggetto delle indagini delle forze dell’ordine.
Ma la storia di questo prete di campagna è stata segnata anche da un altro episodio, pure quello criticato. A settembre si era rifiutato di ospitare i profughi in canonica. Notizia che aveva fatto il giro del mondo, ma subito era arrivata la sua secca smentita: “Io non ho detto che la non voglio i profughi. Ho detto che non ho posto. So che per esperienza i profughi spaccano tutto nelle case. Sto parlando in generale – disse intervistato dai giornalisti – Me lo hanno raccontato e quindi evitiamo di ospitarli e qui a casa mia non ho posto. Ci sono persone che conosco che hanno ospitato migranti e si sono ritrovati la casa un porcile”, aveva anche aggiunto.
In paese, ad onor del vero, ci sono anche fedeli che lo sostengono a spada tratta: “Al di là delle polemiche don Angelo è sempre stato un bravo sacerdote”, dicono di lui ad Arnasco centro e nelle frazioni limitrofe. Parroco anche a Onzo e Vendone, nei mesi scorsi, aveva anche incontrato il vescovo coadiutore Guglielmo Borghetti. Un faccia a faccia che era servito inizialmente a calmare le acque tempestose ed è da lì che don Angelo ha meditato di lasciare l’entroterra albenganese.
Lui ora si è chiuso nel silenzio. Non risponde al telefono. Una cosa è certa: le tre parrocchie resteranno in stand by in attesa dell’arrivo di un nuovo parroco. Un altro caso da risolvere per la diocesi di Albenga-Imperia dove papa Bergoglio, l’anno scorso, aveva mandato come vescovo coadiutore monsignor Guglielmo Borghetti con il compito di affiancare il vescovo titolare Mario Oliveri e risolvere alcuni vecchi problemi per poi ridare slancio alla Chiesa albenganese.