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A Boissano la seconda edizione del corso di difesa personale per infermieri

Il numero delle aggressioni è in aumento ed è ancora sottostimato

infermieri

Boissano. Il prossimo 7 giugno a Boissano prenderà il via la seconda edizione del progetto “Araba Fenice”, il corso di difesa personale per operatori sanitari, organizzato dal Collegio Ipasvi di Savona e dal Comitato Provinciale Csen (Centro Sportivo Educativo Nazionale) e patrocinato dal Comune di Boissano.

Il seminario si terrà nella sala operativa polivalente, sede del centro operativo intercomunale della protezione civile e vedrà l’associazione Krav Maga Parabellum di Loano (ideatrice e promotrice del progetto) impegnare i partecipanti sulla problematica delle aggressioni in campo sanitario.

Il corso sarà condotto dal presidente di Kmp Davide Carosa, istruttore di difesa personale e infermiere presso l’As2 savonese, dall’istruttrice Barbara D’Alessandro (mental coach) e dall’istruttore Massimiliano Pulito.

“Gli infermieri – spiegano dall’Asd – svolgono una professione ad alto rischio in quanto sono a stretto contatto con il paziente e sono impegnati a gestire rapporti caratterizzati da una condizione di forte emotività, sia da parte del paziente stesso, che dei familiari o degli accompagnatori. Gli episodi di violenza sono spesso associati all’aumento di persone con disturbi psichiatrici, acuti o cronici, dimessi dalle strutture ospedaliere e residenziali; dall’assunzione o all’abuso di alcol e droga, dall’accesso senza controllo di visitatori presso ospedali e strutture ambulatoriali, dalle lunghe attese nelle zone di emergenza o nelle aree cliniche, che possono favorire nei pazienti o accompagnatori uno stato di frustrazione per l’impossibilità di ottenere subito le prestazioni richieste”.

“Il comportamento violento avviene spesso secondo una progressione che, partendo dal uso di espressioni verbali offensive, arriva fino a gesti estremi dalle conseguenze imprevedibili”.

“La conoscenza di tale progressione può consentire al personale di comprendere quanto accade ed interrompere il corso degli eventi. Le aggressioni in campo sanitario comportano un impiego di energie fisiche, mentali ed economiche, dovute ai giorni di malattia degli operatori e dalla temporanea sostituzione dell’organico mancante, oltre al coinvolgimento di altre figure sanitarie designate alla cura. Nello specifico difesa personale per operatori sanitari si intende la possibilità di dilatare i tempi della catena di violenza, cercando di stemperare,arginare,contenere e riportare una situazione potenzialmente di rischio in una di tranquillità, o per avere supporto da un altro operatore o per far l’intervenire se necessario le forze dell’ordine”.

Boissano, successo per il corso di autodifesa di Krav Maga Parabellum

Il corso si pone come obiettivo la prevenzione di questi atti attraverso la conoscenza di tecniche utili ad allontanare da sé potenziali azioni ostli, come la comunicazione verbale,non verbale e fisica,cercando di apprendere consapevolezza di se stessi e di chi abbiamo di fronte. Saranno proposte tecniche base di difesa personale, come proteggersi da un percussione, divincolarsi da una presa agli arti o da una immobilizzazione, senza utilizzare azioni lesive verso l’aggressore.

Inoltre sarà sottolineata l’importanza di utilizzare una scheda condivisa nelle varie strutture ospedaliere e territoriali al fine di classificare gli episodi violenti, con la finalità di organizzare una raccolta dati più capillare e specifica con lo scopo di organizzare percorsi formativi utili a contrastare questi episodi.

Il progetto è stato presentato ad aprile nel Collegio Ipasvi di La Spezia ed è stato presentato alla fine dello stesso mese a Roma al presidente della Federazione Nazionale Collegi Ipasvi Barbara Mangiacavalli. Nei prossimi mesi sarà organizzato dai Collegi di Imperia e Genova.

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