Alassio. Vita, politica, crisi mondiali, preghiere, ma soprattutto calcio. Gustavo Lacarrieu, da sempre osservatore sportivo, grande amico di Dybala, Crespo e Tevez, è stato a colloquio con Papa Francesco. Novanta minuti, tanto quanto una partita di pallone, nella sala riservata di Santa Marta, in Vaticano. “Siamo argentini, ma nel cuore batte un sentimento diverso: lui è tifoso del San Lorenzo, io del Boca Junior. Loro appena indossano la maglia ci fanno neri e vincono. Sono terribili”, dice sorridente Gustavo, originario di Buenos Aires, ma che vive ad Alassio. Qui lo conoscono tutti come “Gus”, personaggio molto conosciuto e stimato dai ragazzi della Baia del Sole anche per aver gestito tanti anni fa la storica “Rapsodia”, nel Budello.
Incontrare il Pontefice in Vaticano non è stato difficile. In una settimana ha fatto la richiesta e ieri pomeriggio è entrato nella Santa Sede. “Straordinaria realtà, sono rimasto colpito da così tanto splendore”, ricorda mentre si prepara a rientrare ad Alassio da Roma.
“Gus” lavora nel calcio da sempre. E’ lui che aveva segnalato Crespo quando dall’Argentina era volato in Italia per iniziare la sua straordinaria carriera. Ma aveva indicato anche altri giocatori del calibro di Juan Esnaider che poi ha giocato nella Juventus ai tempi di Alex Del Piero. Ora nella “Vecchia Signora” c’è Dybala, altro fenomeno, che ha visto giocare in Sudamerica e ha segnalato ai business man del pallone italiani.
“Col Papa abbiamo parlato di calcio lo ammetto – dice ancora commosso per l’incontro – Volevo donargli la maglia del Boca, ma probabilmente sarebbe stato un regalo poco gradito. Lui tifoso di una squadra fortissima il San Lorenzo mi avrebbe mandato a benedire – sorride – Abbiamo bevuto invece il Mate, una bevanda tipica nostra, ma soprattutto durante il colloquio in spagnolo abbiamo anche scherzato sul nostro modo di parlare in italiano: io che vivo ad Alassio qualche parola di dialetto la dico, lui che ha origini piemontesi e genovesi nel sangue pure. Ma entrambi siamo molto legati a Buenos Aires e lui anche a Cordoba. Quelle sono le nostre vere origini che non possiamo dimenticare”.
Ed è lì quando Papa Francesco non era ancora Pontefice che si sono conosciuti. “Parliamo di dieci anni fa – racconta – Avevamo amici in comune. Lo avevo già incontrato e quindi siamo rimasti in contatto. Quando ho saputo che era stato scelto per amministrare la Santa Sede per me è stata una doppia emozione: un Papa argentino e soprattutto una persona amorevole che conoscevo”.
Il colloquio di ieri pomeriggio è stato tutt’altro che schematico: “Con lui è impossibile – dice ancora “Gus” – Ha rotto tutto il protocollo. Siamo rimasti da soli a parlare per un’ora e mezza, a ridere, ma anche a pregare perché in fondo siamo entrambi credenti e ci tenevo a questo incontro che conserverò come un mio tesoro personale nel cuore e nell’anima”.