Vado Ligure. Nuova protesta dei lavoratori della Tirreno Power di Vado Ligure, che a seguito dell’esito (tutt’altro che positivo) del vertice di ieri in prefettura tra azienda e sindacati hanno deciso di tornare in strada e di manifestare davanti ai cancelli della centrale termoelettrica.
“Siamo stufi, non vediamo alcun tipo di prospettiva di futuro realizzabile per i nostri colleghi – dice Luca Porcile della Rsu – Non stiamo più parlando di ripartenza, ma solo di futuro per noi e le nostre famiglie. Alle domande precise sull’esistenza di un piano industriale e sulla sussistenza della copertura finanziaria per un ipotetico piano industriale ci sono stati come risposte due no. Sono due risposte particolarmente pesanti per noi, per le nostre famiglie e per i nostri colleghi dell’indotto. Ma anche per questo territorio, che credo che abbia bisogno di tutto tranne che della perdita di altri posti di lavoro”.
“Ieri speravamo di sentirci dire alcune cose, come l’intenzione da parte dell’azienda di avere un piano industriale e di prolungare gli ammortizzatori sociali – spiega Maurizio Perozzi di Rsu – Invece è stata la debacle. L’azienda ha detto che per il momento non ha intenzione di stilare un un piano e non si sa se da qua a giugno lo stenderà. Nel frattempo le persone sono disperate e non sanno come fare. Perché siamo a fine estate e gli ammortizzatori sociali stanno scadendo e perché siamo di fronte alla devastazione sociale per quanto riguarda l’occupazione, la desertificazione industriale e nessuno ha interesse a portare avanti un progetto nella nostra regione”.
La protesta di oggi è stata decisa dai lavoratori della centrale, che ieri pomeriggio si sono riuniti in assemblea: “La manifestazione di oggi è stata assolutamente spontanea – aggiunge Maurizio Perozzi della Rsu – Di fronte all’assenza di un progetto concreto per la sopravvivenza di quest’area e davanti al baratro della fine dei contratti di solidarietà, abbiamo deciso di ritrovarci davanti a questi cancelli per manifestare ancora una volta tutte le nostre preoccupazioni”.
Dall’assemblea, però, è venuto fuori anche altro: “Ieri l’assemblea dei lavoratori ci ha dato mandato di indire lo sciopero e fermare gli impianti – dice ancora Porcile – Il fermo riguarderà anche lo sciopero dello straordinario da svolgere per le azioni di manutenzione di fermata programmata. Questo è solo l’inizio: l’11 maggio saremo a Roma insieme ai colleghi delle altre realtà. Speriamo di uscire da lì con uno sciopero generale di Tirreno Power”.
La centrale è ferma da due anni e anche tra i lavoratori inizia a serpeggiare un po’ di pessimismo circa la sua riapertura. Ma il sito, un qualunque sito, deve continuare ad esserci: “Noi crediamo nel nostro lavoro e nell’importanza di una realtà industriale su queste aree – prosegue Porcile – Quello che sarà il futuro riguarderà tanto le politica più che le scelte finanziarie dell’azienda, che secondo voci di persone e di rappresentanti politici, rappresenta veramente poco”.
“La nostra speranza – aggiunge Perozzi – è che gli azionisti stiano pensando ad un progetto per mantenere l’occupazione in un’area già devastata e creare un polo industriale in una zona abbandonata. Ma perché ciò possa accadere serve anche l’intervento del governo, non certo dell’azienda. Altre realtà simili sono ancora al lavoro, quindi per noi resta incomprensibile la ragione di questa chiusura”.
Il governo si era detto pronto a intervenire: “Ci avevano promesso che ci saremmo rivisti a Palazzo Chigi entro il 30 settembre. Siamo a fine aprile e stiamo ancora aspettando un cenno da parte delle istituzioni. Quest’anno il Primo Maggio viene celebrato a Genova. Per tradizione, la Festa del Lavoro viene sempre celebrata nell’area che versa nella maggiore crisi presente sul territorio italiano. Quest’anno viene fatto nel capoluogo non a caso, ma perché siamo in una situazione disperata. Quello che noi chiediamo con forza è un impegno del governo per il rilancio di questo polo industriale e cercare di mettere nelle condizioni e obbligare i nostri azionisti a fare un investimento sul sito di Vado Ligure”.
I lavoratori, intanto, continueranno a manifestare: “Nell’assemblea di ieri la disperazione era tangibile – chiosa Perozzi – Se non sarà tutti i giorni, a giorni alterni noi ci ritroveremo davanti a questi cancelli. Sono quelli che ci hanno dato il lavoro e da mangiare fino adesso e sono quelli davanti ai quali non avremo più l’opportunità di ritornare se dovessimo restare tutti a casa”.
Un messaggio di vicinanza ai lavoratori di Tirreno Power è arrivato anche dalla Rsu della Piaggio Aerospace di Villanova d’Albenga che hanno espresso “tutta la loro solidarietà ai delegati ed ai lavoratori della Tirreno Power che chiedono chiarezza sulla loro situazione. Conosciamo molto bene la tensione e l’attesa di soluzioni e l’amarezza quando questo non arriva. Siamo vicini alle vostre giuste istanze”.